canne & canneti. QUANDO I POLITICI SI INCONTRANO PER STUDIARSI ZITTI & CHETI

Alla torre di Castruccio, né a destra né a sinistra né al centro, ce n’è uno – uno solo – che riesca a stare ritto da sé come un qualsiasi «pisello standard» che si rispetti pur senza essere quello di Nembo Kid…

 

Di recente, tra le canne del canneto della Stella, sembra che ci sia stato anche l’incontro infrascato tra avversari: Mochi-Lunardi… Che si saranno detti?

 

TRA I CANNETI DELLA STELLA

C’È QUALCUN CHE S’ARROVELLA

L’ULTIM’ORA S’AVVICINA:

COME ANDRÀ? CHI L’INDOVINA?

 


 

Tra Comune, social uso-Salvadeo, videoconferenze, sussurri, grida, maldicenze del dopo-vespro, Serravalle è un Comune che fa schiantare dal ridere

 

ANNIBALE rimase famoso per la battaglia di Canne. Al contrario Serravalle è un Comune famoso per vari motivi: 1. è divertente; 2. è litighino; 3. è super-conteso; 4. ha un fiume (la Stella, che, se rompe, rompe a Quarrata) pieno di canneti dove i politici si possono incontrare, ovviamente zitti e cheti, e parlare del futuro di due territori, Casale (e Baco) da una parte e Masotti (e Castellina) dall’altra.

Da Castellina vengono politici rodati (vedi il Mochi, che ce n’è come pochi; e vedi Lunardi, che a volte si risolve tardi, come ha fatto, per esempio, con Salvadeo, il geometra che piange e querela: e quando altro non sa fare… bela).

Di recente, tra le canne del canneto della Stella, sembra che ci sia stato anche l’incontro infrascato tra avversari: Mochi-Lunardi.

Quel che si sono detti lo sanno loro: e a loro chiedetelo, tanto non vi risponderanno mai, anche se alla fine, siccome certi ambienti sono un condensato di Provolino – ve lo ricordate il pupazzo che aveva una bocca che andava da un orecchio all’altro? – si finirà col sapere tutto per filo e per segno. Un altro ambiente-Provolino, per esempio, è il palazzo comunale, dove tutti sanno tutto di tutti e parlano sparlando di tutti e di tutto… Ma quest’altra storia ve la racconto un’altra volta.

Un argomento in discussione nel canneto, però, mi sento di azzardarlo: si tratta dell’esecuzione di Federico Gorbi. Tutte le croci vanno buttate addosso a lui (e lui ne ha anche una certa qual colpa). Ma soprattutto il vicesindaco ha le stesse colpe che Palamara addossava a Salvini: è – come diceva l’ex magistrato del leghista – una merda a prescindere e, come tale, va combattuto e abbattuto.

Federico Gorbi: questo va abbattuto

Federico Gorbi è come il comunismo per i nazisti; o, rovesciando la frittata, la Meloni per quel bischero di professore comunista di Siena che, con la gentilezza della sinistra al potere e la fede nel politicamente corretto della Boldrini, ha definito la Giorgia pesciaiola, rana, vacca, scrofa etc. etc.. Ma i piddì, si sa, non sono né sessisti né odiatori.

Gorbi dà noia perché, aldilà delle apparenze, in fondo in fondo non è scemo come tutti vorrebbero che fosse; e, quindi, è di per sé un pericolo. Ha – e questo lo ribadisco e sottoscrivo – una colpa e non piccola: quella di non aver saputo approfittare del successo ottenuto con la lista Serravalle Futura, che fu mandata a schiantarsi contro le rocce delle Sirene con le vicende Bolognini-Manigrasso che non portarono benissimo a nessuno.

E qui Gorbi dovrebbe fare un serio esame di coscienza e un autodafé. Oggi nessuno lo vuole tra i piedi (né destre né sinistre né centro-tavola), ma, contrariamente a quel che si può pensare, non mi risulta che ci siano preclusioni, nei suoi confronti, da parte della costruenda lista-Bolognini (o lista-rompi, se volete; o lista-avvistatore di muri e marciapiedi, come sussurrava il provvido Salvadeo…).

Per farla breve – e come anche ben pensa il “gattone di Castellina” e di via Gora e Barbatole – si mettano tutti in testa che a Serravalle alle prossime amministrative ci saranno 4 liste: fra cui quella del Bolognini, a seconda di come verrà congegnata, potrebbe essere la famosa macina da mulino che Cristo consigliava a qualcuno di legarsi al collo per buttarsi in mare.

È più meglio la pizza del Pd che quella del sindaco Lunardi, Giulia?

A Serravalle Pistoiese, infatti, né a destra né a sinistra né al centro, ce n’è uno – uno solo – che riesca a stare ritto da sé come un qualsiasi «pisello standard» che si rispetti pur senza essere quello di Nembo Kid: Forza Italia conta gli adepti sulle dita di una sola mano – e magari mezza monca; a FdI, al senatore La Pietra piacendo, sono state tagliate le “palline” dopo la defenestrazione della Bardelli e dopo aver messo il partito in mano al castrino di passata memoria; il Pd, checché ne dicano i due fronti (Corsini/Mochi), ha fatto una videoconferenza l’altra sera ed erano in 6, di cui un ottuagenario – mi dicono –, che s’è addormentato mentre parlavano gli strateghi e i politologi della sinistra nostrale; la lista degli uscenti di Lunardi sembra avere un sacco di problemini fra Salvadei; capigruppo dimissionari; subentri di Giulie Romani, che non entrano in maggioranza, ma stanno per conto proprio (che c’è? La pizza del Lunardi è una Margerita che sa di poco? È meglio quella del Pd, Giulietta?); il Landi che se n’è sciuto da un pezzo…

Che resta del giorno, per citare un famoso film con Emma Thompson e Anthony Hopkins? Solo l’ugnello del Mochi? Chi lo sa…? Ma anche lui sta male in piedi con quella bomba dell’Arci Masotti sotto l’ampio didietro. Le conclusioni tiratele voi.

Dagli arresti domiciliari, Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

 


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