cantagallo. IL SINDACO BONGIORNO SUL COMUNE UNICO: “SCELTA CHE DEVE NASCERE DALLE COMUNITÀ”

L’intervento del sindaco di Cantagallo, Guglielmo Bongiorno, sulle prospettive dell’eventuale creazione di un Comune unico in Val di Bisenzio

Cantagallo

CANTAGALLO. L’idea del Comune unico della Valbisenzio non è mai stata cancellata dall’agenda politica e l’avvio di una discussione serena e senza pregiudizi può essere, in questa fase, un’occasione di confronto per immaginare il futuro del nostro territorio.

Il tema è stato rilanciato nelle ultime settimane attraverso una proposta di legge di iniziativa popolare presentata in Regione dai rappresentanti del centro destra, che però ha il limite di cercare una soluzione all’attuale emergenza sanitaria, senza indicare l’impatto positivo per il futuro che questa idea porta con sé.

La scelta del Comune unico, anche se le forze politiche hanno il compito di guidarne il processo, non può che nascere come esigenza diffusa del territorio.

Se non vogliamo che questa proposta venga calata dall’alto, se vogliamo lavorare su un’analisi seria dei bisogni del territorio, il percorso di approfondimento sul tema deve vedere fin dall’inizio seduti allo stesso tavolo, con pari peso e dignità, le categorie sociali ed economiche, il sistema delle imprese, la rete dell’associazionismo ed ogni attore che intende dare un contributo o che ha cuore il futuro della vallata.

Non può che nascere nella dimensione comunitaria una scelta così significativa che sicuramente ha a che fare con la vita quotidiana delle persone e con l’identità sociale e storica della Val di Bisenzio.

Guglielmo Bongiorno

Il comune unico della Valbisenzio, il secondo comune per abitanti e il primo per territorio della provincia di Prato, di sicuro ci renderebbe più forti ed ascoltati nelle sedi istituzionali, aumenterebbe il peso specifico degli amministratori nella condivisione delle scelte, consentirebbe di ottenere l’interesse che un territorio fragile e complesso come il nostro richiede.

Dal punto di vista economico, darebbe supporto al mondo produttivo attraverso la capacità di attrarre investimenti, aumentando il valore e l’immagine territoriale, in un mondo che favorisce le grandi dimensioni e riconosce competitività a chi attiva e consolida processi aggregativi.

D’altra parte, il rischio di perdere il contatto con i cittadini può essere altrettanto reale, un elemento negativo per chi considera i piccoli comuni come l’ultimo baluardo di democrazia partecipativa, il presidio dello Stato che arriva dappertutto attraverso il contatto diretto tra amministratori e cittadini. È questo un rischio per il quale dovremo essere bravi a trovare correttivi e soluzioni adeguate e moderne perché è necessario garantire la partecipazione più ampia possibile alla vita democratica del territorio.

È evidente allora come l’argomento sia di portata epocale: tremano le gambe pensando alla responsabilità di modificare un assetto che proviene da secoli di storia. Per questo è fondamentale che la discussione parta dal basso, da una piena consapevolezza e dalla presa di coscienza da parte delle comunità interessate. Questa volta, e lo dico avendo ben chiara la complessità del tema, dovremo fare in modo che siano le comunità a convincere la politica che è giusto andare verso la direzione indicata. La politica saprà dimostrare di essere all’altezza.

Guglielmo Bongiorno Sindaco di Cantagallo

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