capitale della cultura. IL CENTRO, “MANGERIA” SELVAGGIA A CIELO APERTO

La Sala
Pistoia. La Sala

PISTOIA. Il centro storico inondato, sin dal pomeriggio, non dagli aromi ma dai vapori e dai fumi delle cucine impegnate in fritti, intingoli, zuppe e stufati, evidentemente sprovviste di filtro o altro marchingegno atto, secondo i termini di legge, a disinnescare quegli odori che sarebbe meglio concentrare solo sulla tavola.

Ormai ogni spazio del centro è intasato da ristoranti, osterie, pizzerie, paninoteche, friggitorie ecc…

Sembra che la tendenza sia destinata a proseguire. Agli effluvi di cui sopra non si può sottrarre nessuno, nemmeno coloro che sono di passaggio e non intendono approfittare dell’ampia offerta di pietanze sulle quali non posso e non voglio esprimere giudizi.

Occorre aggiungere i pessimi arredi esterni dei locali, stridenti in maniera volgare con il luogo elegante e la cornice delicata. Arredi che ogni fine settimana sono talmente ammassati da impedire il traffico di passeggini e carrozzelle.

effetto Blues
Pistoia. Effetto blues

Tra un tavolino e l’altro spesso non ci sono più di cinque centimetri, per cui chi si siede mangia a strettissimo contatto di gomiti con lo sconosciuto vicino che, oltre ad occhieggiarti nel piatto, non può fare a meno di ascoltare i discorsi che fai.

Durante tutto l’inverno, inoltre, in un locale centralissimo, oltre che mangiare sotto precari ombrelloni sgocciolanti di pioggia, si viene riforniti di plaid da disporsi sulle spalle o sulle ginocchia.

E c’è chi paga e fa la fila per sedersi in quelle condizioni. Magari aspetta in piedi il proprio turno insieme alla compagna.

Ulteriore tocco magico, dal momento che evidentemente i regolamenti locali non contemplano l’erezione di delimitazioni fisse per separare l’area stradale da quella ove si somministrano vivande, sono i passaggi ripetuti delle spazzatrici stradali. Impeccabili come orari e precise nel passare a 50 cm dai tavoli apparecchiati. Come cura dell’igiene non c’è male.

Effetto 'mangeria' in centro
Pistoia. Effetto “mangeria” in centro

Del resto questo attacco all’igiene pubblica si somma alle fognature del centro rigorosamente colme di rifiuti e maleodoranti anch’esse, spesso poste sotto ai tavoli imbanditi.

L’anno scorso una gelateria del centro fu obbligata a delimitare i due o tre tavoli posizionati in strada con catenelle di plastica bianche e rosse, rette da supporti di plastica sostenenti vere e proprie lampade intermittenti da cantiere stradale come, sembra, volesse il regolamento comunale.

Un’occhiata splendida in pieno centro. Roba da baraccati che sarebbe incredibile se non avessi verificato di persona e non avessi avuto conferma dal proprietario dell’esercizio.

Sarebbe il caso di modificare qualcosa o ci siamo abituati, tra le altre cose, anche a scempi di questo genere per di più dannosi non solo alla vista, all’olfatto e all’immagine in generale ma anche alla salute della gente?

[*] – Lettore, ospite

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3 thoughts on “capitale della cultura. IL CENTRO, “MANGERIA” SELVAGGIA A CIELO APERTO

  1. Egr sig. Fiore,
    io penso che quando lo si deve fare, il toro per le corna vada preso da subito, con chiarezza ed energia, in tutte le cose, quindi anche per risolvere i casi di enorme disordine, sporcizia, ecc da Lei segnalati. Altrimenti, in effetti, si corre il rischio dell’abitudine, dell’acquiescenza, dell’impunità. In pratica, se per cinque, dieci, venti anni chi dovrebbe intervenire tollera invece una certa situazione al di fuori delle regole, al momento in cui interviene, diventa troppo tardi ed il destinatario dell’eventuale provvedimento punitivo/repressivo, che fino a quel momento ha fatto tranquillamente il proprio comodo, non capisce (o finge), strilla, si ribella, passa da vittima e tutto diventa assai più difficile.
    Tanto per citare un caso recentissimo, guardi cosa sta accadendo a Sesto Fiorentino e dintorni solo perché, finalmente, qualcuno è andato (aveva ad aspettare un altro po’!!) a controllare lo stato igienico-sanitario ed altro ancora in cui si lavora nei capannoni controllati dai cinesi.
    Senza riflettere che, finora, gli è andata anche troppo bene a questi signori e che solo in un Paese come l’Italia hanno potuto (e molto probabilmente continueranno) fare il loro porco comodo, si permettono di ribellare, ingaggiare lotte con le Forze dell’ Ordine, manifestare davanti al Tribunale e chissà che altro ancora.
    Se quello che le istituzioni hanno cercato di fare adesso, lo avessero fatto venti anni fa, i cinesi avrebbero capito da subito di essere in un Stato serio e si sarebbero adeguati senza alzare un dito. Adesso, chiaramente, diventa tutto più difficile.
    Così, nel suo piccolo, anche a Pistoia; specialmente se chi non è d’accordo con questo andazzo continua a tacere e subire e non decide mai che è ora di ribellarsi, anche a livello di singolo.
    Piero Giovannelli

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