capitale della cultura. «MA IN BASE A QUALI CRITERI?»

Sigfrido Bartolini
Sigfrido Bartolini

PISTOIA. Pubblichiamo le riflessioni di un nostro lettore sulla recente notizia dell’investitura culturale arrivata alla nostra città.

Mi chiedo in base a quali criteri viene assegnato l’agognato premio simbolico, in base a quale presupposto?

Non perché Pistoia non sia degna nella sua oggettiva bellezza culturale, per ciò che offre nelle vestigia dei suoi monumenti, nella sacralità delle sue chiese, negli scorci pittoreschi, nella suggestiva medievale piazza che all’imbrunire diventa ancora più splendida e silente.

No, questo è fuori discussione, come i tanti incontri e appuntamenti culturali che offrono la possibilità concreta di un dibattito e l’incontro con qualche personalità di spessore.

Pistoia, città di Marino Marini, di M. Bolognini, di Sigfrido Bartolini, di tanti artisti che hanno lasciato un’impronta nella fisionomia sorniona di una città silenziosa e lontano dai clamori mediatici.

Ma se la cultura da (colere, coltivare), ha la funzione di far crescere l’uomo ed educarlo, c’è da riscontrare che siamo indietro rispetto all’accoglienza, alla disponibilità, all’umiltà, ad una rete di solidarietà coordinata dove al suo posto persiste chiusura, piccoli gruppi autoreferenziali, coterie snob, dove la vera cultura resta fuori al freddo, mentre si fa gargarismi per farci notare.

A Pistoia mancano degli spazi verdi degni del nome che porta, giardini pubblici dove rigenerarsi, dopo lo scempio interessato di piazza d’Armi, ci sono aiuole striminzite e non curate, non c’è attenzione per gli alberi superstiti alla furia selettiva del Comune, ci sono strade come via del Tau, con dei pietroni sconnessi in cui qualche anziano e non potrebbe farsi male.

Pistoia è una città che potrebbe offrire molto di più se si liberasse dalla coltre di piccoli interessi corporativi che come una cappa ammorba l’iniziativa libera, quella ragnatela ormai solida che tiene le cose come stanno.

Auspico una “rivoluzione” da energie nuove che dal basso possono portare un rinnovamento alla città con riscatto per i molti che non hanno spazio, non hanno cittadinanza, non hanno voce!

Allora Pistoia potrà essere degna come capitale della cultura, non solo in modo simbolico ma reale.

«Il vento di Pistoia non è solo quello che ho assaporato in via del Vento […], quello che scende umido e vocale dall’Appennino e che fa della città di Pistoia un tumulto e una voce di richiamo a cui non posso, ogni volta, non rispondere con tutte le mie fibre». Pietro Bigongiari

Massimiliano Filippelli

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