capitale della cultura. STADIO MELANI, DOVE IL GRUVIERA È DI CASA

Stadio Melani, o... dei disastri
Stadio Melani, o… dei disastri

PISTOIA. “Barni, mi scusi: ma chi glielo fa fare? Che convenienza ha a mettere in luce tutte le storture, sportive e non, della nostra Pistoia? È invidiabile: fa bene. Ma certo non si garantirà facili simpatie”. In posta elettronica, privatamente, c’è arrivata questa mail: garbata, ma decisa, ove da un lato si dà solidarietà, esprimendo consenso per quello che scriviamo, ma allo stesso tempo si suggerisce di fare come molti altri, girarsi dall’altra parte, facendo finta di niente. Un classico italiano.

Allora c’è parso un buon modo di introdurre un altro pezzo, l’ennesimo, su ciò che non va a Pistoia e dintorni. E l’articolo non può non iniziare con una risposta al simpatico amico, che correttamente si firma (chiedendo, però, l’anonimato, che gli garantiamo, stia tranquillo). Come dire, e ci perdoni la sottolineatura, “a lei piace prendersi qualche ‘vaffa’, a me no”.

La sottile paura tutta pistoiese. Ebbene non siamo pazzi o perlomeno crediamo di non esserlo (ergo, potremmo davvero esserlo): amiamo così tanto la città, il suo sport e tutto il resto che ci piange il cuore quando notiamo qualcosa che non va. E lo diciamo. E lo scriviamo. Senza timore, secondo coscienza. Non siamo, però, né eroi né pirla (detto alla Mourinho): siamo soltanto persone, con mille difetti e qualche pregio: quello di tentare di dire sempre la verità o almeno la nostra verità, ché la verità vera è un’altra cosa.

Ci auguriamo sempre che un giorno qualcuno noti le cose che vediamo noi e vi ponga rimedio. Stop: tutto qua. Non siamo prevenuti nei confronti di alcuno e se ne avessimo l’occasione, plaudiremmo volentieri all’autore o agli autori di opere importanti, di fatti rilevanti. Così, magari, resteremmo simpaticissimi e verremmo ingaggiati da potenti e meno potenti. Veniamo a noi e allo sport di casa nostra.

Sguardo, ancora una volta, sullo stadio Marcello Melani di Pistoia: perché ci siamo occupati, interessati, della tribuna stampa, ma non avevamo visto che, accanto, laddove lavorano gli operatori tv la situazione è ben peggiore. Di questo chiediamo venia, per averlo scoperto soltanto ora. Ricordate l’ormai famosa lastra di vetro mancante dalla parte dei giornalisti, sostituita dal plexiglass?

Ebbene nel settore cameraman pare di essere in un gruviera di vetro: non ne manca una, ma almeno 5 o 6, forse di più, alcune delle quali già sostituite dal solito plexiglass. Una vocina ci ha suggerito che il plexiglass sarebbe stato messo, a mo’ di riparazione dopo il pezzo di ‘Linee Future’, in fretta e furia dalla Pistoiese, società che gestisce l’impianto, mentre le opere vere e proprie di manutenzione (straordinaria?) dovrebbero essere fatte dall’amministrazione comunale pistoiese, proprietaria della struttura.

Che, dopo un anno esatto dalla terribile tempesta di vento, non le ha ancora effettuate. E dovremmo starcene zitti?

P.S. – Seguirà un altro pezzo, con altre magagne… da stadio.

[Gianluca Barni]

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