caporalato. L’OPERA SANTA RITA: «COSÌ SI SFRUTTANO I PROFUGHI»

Caporalato. Una delle immagini raccolte dalla Questura
Caporalato. Una delle immagini raccolte dalla Questura

PRATO. È stata la Fondazione Opera Santa Rita ad accorgersi dello sfruttamento di alcuni richiedenti asilo ospitati nella ex scuola Santa Caterina.

I due migranti che hanno fatto partire la denuncia contro gli sfruttatori e il caporalato, come emerso dalla conferenza stampa convocata nella mattina di oggi in Procura, sono stati accompagnati in Questura dagli operatori del Santa Rita.

I fatti e l’iniziativa per porre immediatamente fine a questa incresciosa situazione, risalgono al mese di settembre dello scorso anno.

«Un giorno nella nostra struttura in Santa Caterina, al momento del pranzo mancavano contemporaneamente una quarantina di ospiti – spiega Nicoletta Ulivi, coordinatrice dell’emergenza profughi dell’Opera Santa Rita – e così i nostri operatori mi hanno immediatamente avvertito. Le persone mancanti all’appello sono tornate a sera molto stanche, affamate e sporche di terra. La stessa situazione si è ripetuta il giorno seguente. Così – continua Ulivi – abbiamo subito convocato una riunione d’emergenza con tutti i richiedenti asilo e i mediatori per farci spiegare cosa stesse succedendo».

Naturalmente la coordinatrice aveva già capito di trovarsi davanti a una condizione di sfruttamento lavorativo, «tanto che – aggiunge – ho detto molto chiaramente ai ragazzi di essere molto stupita del fatto che proprio loro, persone scappate da luoghi di oppressione e sfruttamento, si fossero fatti coinvolgere in questa situazione».

La riunione è terminata con l’invito ad aprirsi e a chiedere aiuto per far cessare quanto stava avvenendo. «A quel punto due giovani ospiti sono entrati nel mio ufficio e mi hanno raccontato tutto, comprese le minacce e le violenze subite», afferma Nicoletta Ulivi.

Immediatamente Prefettura e Digos sono stati avvisati dell’accaduto e qualche giorno dopo i due coraggiosi richiedenti asilo sono stati accompagnati in Questura per depositare una denuncia. A quel punto sono scattate le indagini della polizia supportate dalla attiva collaborazione dei due ospiti e dell’Opera Santa Rita.

«Vogliamo congratularci con la Procura e le Forze dell’ordine per il lavoro svolto – afferma Renza Sanesi Presidente della Cooperativa 22 che per conto del Santa Rita svolge l’accoglienza dei profughi –. Attraverso questa indagine sono riusciti a fermare un sistema crudele che faceva leva sul bisogno e sulle aspettative di coloro che provengono da situazioni di estrema sofferenza e povertà. Intendiamo il nostro lavoro come un servizio a favore della nostra Città e delle istituzioni e siamo soddisfatti che da questa collaborazione siamo riusciti anche in questo caso a smascherare un fenomeno indegno».

[fondazione santa rita prato]

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