
MONTECATINI. Spaccio di eroina che si è concluso con sette ordinanze di custodia cautelare: sei persone sono già in carcere, il settimo, al quale spettano i domiciliari, è tuttora ricercato.
Tutti sono pregiudicati. Si tratta di C. B., 25enne senza fissa dimora; Y. G., 29enne, domiciliato a Montecatini, che ha rifiutato gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico; S. I. L., 23enne, domiciliato a Massa e Cozzile; M. I., 28enne, domiciliato a Montecatini: questi sono nel carcere di Prato. F. A. I., 32enne, attualmente già nel carcere di Lucca per un’altra causa e E. O., 31enne, sottoposta agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nel suo domicilio di Gallarate (Va). Il settimo, ancora latitante, è K. O., 33enne, pregiudicato senza fissa dimora.
È terminata nella tarda sera di ieri, 30 marzo, da parte della Compagnia dei Carabinieri di Montecatini l’operazione “Buona Fortuna 2” che ha avuto come protagonisti sei cittadini nigeriani, cinque uomini e una donna, accusati di spaccio di stupefacenti nei comuni di Pescia, Uzzano e Montecatini.
L’indagine, coordinata dal dottor Di Vizio di Pistoia, era iniziata molto tempo prima, nel febbraio 2014 per l’esattezza, quando i militari della stazione di Pescia avevano arrestato in flagranza di reato K. O., 33enne nigeriano senza fissa dimora, proprio mentre stava cedendo eroina a un tossicodipendente del luogo. L’operazione era stata chiamata “Buona Fortuna”, nome con il quale uno degli spacciatori era stato memorizzato nel cellulare di un acquirente. Perquisendo il temporaneo domicilio dell’arrestato, i militari vi avevano trovato cellulari con sim intestate a cittadini cinesi.
L’analisi delle comunicazioni telefoniche aveva permesso di individuare subito due complici del nigeriano e una lunga serie di acquirenti, tanto da poter quantificare, in quella prima fase, quasi un migliaio di cessioni di eroina e hashish effettuate.
Lo spaccio si era verificato proprio dinanzi a istituti scolastici di Pescia, Uzzano e Montecatini, negli orari di ingresso e uscita degli studenti, nessuno dei quali, fortunatamente, sembra esserne stato coinvolto. Molto probabilmente i luoghi dello spaccio erano stati scelti dai malviventi per mascherare più facilmente l’attività illecita.
Durante le successive indagini gli inquirenti avevano ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nel marzo 2015 nei confronti del primo arrestato, ovvero il 33enne nigeriano, e di altri cinque suoi complici, trovati in possesso di trenta grammi di eroina e di una modesta quantità di hashish, il tutto nascosto in un’abitazione di Uzzano. Anche in quell’occasione, le indagini sui cellulari degli arrestati avevano consentito di identificare ulteriori complici.
Ma niente da fare. L’inefficienza della giustizia italiana non gioca cerco a favore dei cittadini per bene: i tre arrestati, infatti, usciti dal carcere per scadenza delle proprio misure cautelari, si sono rimessi a spacciare, negli stessi luoghi di prima, fino a febbraio scorso. Dalle indagini sono emerse non meno di 700 cessioni effettuate e 19 acquirenti, tutti rigorosamente segnalati alla Prefettura di Pistoia.
È stata proprio quest’ultima parte dell’indagine a permettere di completare il quadro accusatorio, consentendo alla Procura di Pistoia di chiedere al Gip, Patrizia Martucci, adeguate misure cautelari nei confronti dei sette soggetti, identificati appunto nell’indagine di ieri.
[Alessandra Tuci]