carbonizzati e miracolati. ALZI LA PIETRA E LO SCORPIONE MINACCIOSO RIZZA SUBITO LA CODA

Ognuno reagisce a suo modo, per quello che sa e che può

IN CAUDA VENENUM


«Non vi temo più!»

A siffatta proposta, l’indegnazione del frate, rattenuta a stento fin allora, traboccò. Tutti que’ bei proponimenti di prudenza e di pazienza andarono in fumo: l’uomo vecchio si trovò d’accordo col nuovo; e, in que’ casi, fra Cristoforo valeva veramente per due. “La vostra protezione!” esclamò, dando indietro due passi, postandosi fieramente sul piede destro, mettendo la destra sull’anca, alzando la sinistra con l’indice teso verso don Rodrigo, e piantandogli in faccia due occhi infiammati: “la vostra protezione! È meglio che abbiate parlato così, che abbiate fatta a me una tale proposta. Avete colmata la misura; e non vi  temo più.”

A. Manzoni, I promessi Sposi, c. VI


PRATO-MONTALE. Quando fra Cristoforo va da don Rodrigo per chiedergli di non tormentare Lucia, il gaglioffo gli consiglia di dire a Lucia di andarsi a mettere sotto la sua protezione.

Il prepotente, che vorrebbe stuprarla senza tanti problemi, fa talmente indignare il frate, che il focoso cappuccino gli sputa in faccia, senza mezzi termini un «non vi  temo più». E dinanzi a ciò che è successo oggi, con altrettanta indignazione, credo che questa sia l’unica risposta possibile a chi ci ha scritto minacciandoci di farci del peggio possibile.

Non appena ieri abbiamo pubblicato carbonizzati e miracolati. Ora per Betti & C. spunta anche un ponderoso ricorso al Tar, qualcuno ci ha letto (anche se non sappiamo scrivere); qualcuno ha riferito; qualcuno ha contattato sùbito il proprio avvocato per tutelare la propria onorabilità, la propria immagine e – lasciateci liberamente commentare – la propria albagìa. Insomma, Radio Scarpa ha funzionato perfettamente.

Stamattina, 8 ottobre 2019, il cadavere non era ancor freddo, che alle 11:39 l’avvocato Guido Giovannelli di Prato (con sede in Viale della Repubblica 245 – oltreché a Firenze e a Milano) ci ha inviato, per Pec, il documento che segue:


A Quotidiano LineaLibera. 1

Prato, 8 ottobre 2019

Spett.le
QUOTIDIANO LINEALIBERA
Via Bonellina, n. 18/A
51100-PISTOIA

Via racc. a/r
Alla c.a. del Direttore, Sig. Edoardo Bianchini

Spett.le
LINEE STAMPALIBERA – SOCIETÀ
COOPERATIVA A R.L.
Via Bonellina, n. 18/A
51100-PISTOIA

Via pec all’indirizzo lineestampalibera@legalmail.it
Alla c.a. del legale rappresentante. Sig. Alessandro Romiti

OGGETTO: MUSCARIELLO NOTAIO MARIO / BIANCHINI EDOARDO. Diffamazione a mezzo stampa. Richiesta di risarcimento danni. DIFFIDA.

Redigo la presente in nome e per conto del Notaio Dott. Mario Muscariello, nato a Napoli, il 13.4.1969 (C.F. MSC MRA 69D13F839S) e residente in Prato, Via San Bernardino n. 26, che la sottoscrive per fame propri i contenuti, al fine di richiedere il risarcimento dei danni subiti a cagione dell’articolo, pubblicato sul Quotidiano online  “LineaLibera” e sulla relativa pagina Facebook in data 7.9.2019, a firma del Direttore, Sig. Edoardo Bianchini.

L’articolo, dal titolo “carbonizzati e miracolati. Ora per Betti & C. spunta anche un ponderoso ricorso al TAR”, infatti, coinvolge il mio assistito in una vicenda descritta con tinte torbide, rispetto alla quale Egli ha svolto il ruolo, esclusivamente professionale, di Ufficiale rogante un atto pubblico, rappresentato da un contratto di compravendita immobiliare.

A Quotidiano LineaLibera. 2

L’insinuazione contenuta nel titolo dell’articolo (“misterioso notaio che conserva una “lettera scarlatta “ simile all’egizio “Libro dei morti”“)’, l’espressa menzione del Suo nome fra i pretesi personaggi di una fittizia commedia; la riportata fotografia del di Lui studio e della relativa targa; il riferimento ad una pretesa “Lettera scarlatta” che conterrebbe accordi privati di discutibile legittimità (e di cui il Notaio Muscariello nulla sa, né tanto meno risulta depositario); il riferimento ad una presunta indagine della Procura, alla quale Egli è del tutto estraneo; rappresentano fatti, oltremodo infamanti della Sua persona e della Sua professionalità, assolutamente non veritieri.

Alla luce di quanto sopra esposto, è censurabile la condotta del materiale estensore dell’articolo, nonché direttore del quotidiano, Sig. Bianchini Edoardo.

La redazione di un articolo, in cui sono stati volutamente inseriti una serie di fatti non veritieri, estremamente gravi, non può considerarsi ricompresa nel perimetro applicativo dell’art. 21, Costituzione; al contrario, è palesemente in contrasto con l’art. 2, c. 1, L. n. 69/1993, recante l’Ordinamento della professione di giornalista, a mente del quale “è obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti”.

Di conseguenza, le invenzioni giornalistiche di cui all’articolo in questione sono risultate una grave offesa al nome, all’immagine e alla reputazione del Notaio Muscariello, aggravate dalla notorietà di cui gode in ambito locale.

A Quotidiano LineaLibera. 3

Tanto premesso, il Notaio Dott. Mario Muscariello, per tramite dell’odierno scrivente,

INTIMA E DIFFIDA

il Quotidiano “LineaLibera” ed il Sig. Bianchini Edoardo alla immediata rimozione dell’articolo “carbonizzati e miracolati. Ora per Betti & C. spunta anche un ponderoso ricorso al TAR” dal portale del quotidiano “LineaLibera” e dalla relativa pagina Facebook, nonché al risarcimento dei danni al nome, all’immagine e alla reputazione arrecati al Notaio Dott. Mario Muscariello, quantificati in € 30.000,00.

Si avverte sin d’ora che, in difetto di esatto ed immediato adempimento alla presente diffida, l’odierno scrivente si riserva di adire le sedi più opportune al fine di vedere tutelati i diritti del proprio assistito.

Distinti saluti.

 

Scarica il Pdf della diffida


 

Il Notaio Muscariello festeggia la vittoria di Calamai

 

Di primo acchito, verrebbe istintivamente di rispondere come sembra che abbia risposto il pm Paolo Canessa allorquando uno dei «compagni di merende», il postino Mario Vanni, durante il processo Pacciani, in aula, gli augurò di essere colpito, come lui, dal tumore: «Ho una paura che mi tremano le mutande», si dice che abbia detto Canessa.

Ma una risposta di questo genere non sarebbe né chiara né esauriente: e pertanto, dopo aver opportunamente ricordato al signor avvocato Giovannelli che il signor Dott. Notaio Mario Muscariello è personaggio pubblico in quanto pubblico ufficiale e che, quindi, nei confronti del medesimo le espressioni di libertà di critica adottate devono necessariamente essere ritenute ben più ampie di quelle adottabili nei confronti di un quisque de populo (= uomo della strada), è il caso di commentare puntualmente la sequenza degli assurdi «addebiti» rivoltimi; accuse che, peraltro, sono palesemente e incontrovertibilmente infondate oltreché viziate di illogicità manifesta – se Giovanneli fa diritto amministrativo, sa cosa si intende.

Veniamo all’analisi (che non pare essere la qualità più rilevante del patrono del Muscariello).

Il dottor Mario Muscariello si è sentito offeso… Ma di cosa?

L’avvocato Giovannelli scrive:

  1. «L’articolo, dal titolo “carbonizzati e miracolati. Ora per Betti & C. spunta anche un ponderoso ricorso al TAR”, infatti, coinvolge il mio assistito in una vicenda descritta con tinte torbide, rispetto alla quale Egli ha svolto il ruolo, esclusivamente professionale, di Ufficiale rogante un atto pubblico, rappresentato da un contratto di compravendita immobiliare».
    Quell’articolo non «coinvolge» un bel niente, ammenoché non si voglia sostenere, arrampicandosi sugli specchi, che io abbia espressamente scritto che il Dottor Muscariello «è coinvolto» in quella vicenda.
    Se l’avvocato troverà scritto questo da qualche parte, allora vorrà dire che ha ragione e che io sono colpevole: altrimenti non faccia fumo in vece di arrosto e non si permetta di confondere – come si dice a Firenze: e mi consenta l’espressione – «il culo con le quarant’ore», due cose, con patente evidenza, nettamente diverse.
    Quanto poi a descrivere la vicenda «con tinte torbide», questi sono affari che non interessano il suo Notaio, ma è la scelta di uno stile narrativo che, anche in base alla dottrina e alla giurisprudenza (perfino europea, cui l’Italia è soggetta), compete a chi scrive e solo a chi scrive, specialmente se, oltre ai fatti di cronaca, si esprimono anche elementi di critica e di satira, di certo non soggetti o assoggettabili a censura, ammenoché non travalichino in dirette ingiurie e riferimenti di fatti vergognosi non veri.
    Il suo cliente, gentile avvocato Giovannelli, è soddisfatto semplicemente nel dire che lui, con il «troiaio» del Betti & C., non c’entra affatto. Punto e a capo.
    Con questo LineaLibera ha assolto i suoi obblighi di chiarimento (peraltro inutili, perché nessuno ha scritto che Muscariello «è implicato nell’affare») ex art.8, Legge 47/48.
  2. «L’insinuazione contenuta nel titolo dell’articolo (“misterioso notaio che conserva una “lettera scarlatta “simile all’egizio “Libro dei morti””)»: l’avvocato Giovannelli ha letto il pezzo o ha fatto come spesso si comportano certi magistrati, che si fanno riassumere i contenuti per fare prima?
    L’ipotesi di «insinuazione» è una pura illazione del legale. Nella “commedia”, infatti, congegnata ad hoc come una parodia di sacra rappresentazione (ma l’ha capito, Giovannelli, che quella commedia è, paro paro, uno stralcio del ricorso al Tar o finge di non saper leggere?), c’è scritto, forse, a chiare lettere che il «notaio misterioso» è il dottor Muscariello? E, in più, è vietato dalla legge porsi delle domande che hanno la loro radice in una affermazione di persone citate in un ricorso al Tar?
  3. «l’espressa menzione del Suo nome [di Muscariello – d.r.] fra i pretesi personaggi di una fittizia commedia»: «sarà ancora il Muscariello?» significa «è senz’altro il Muscariello» o no?
    E tanto basta.
  4. «la riportata fotografia del di Lui studio e della relativa targa»: l’avvocato Giovannelli dovrebbe ringraziarmi per la pubblicità fatta allo studio Muscariello.
    Le insegne del notaio si trovano sulla pubblica via; il notaio è personaggio pubblico; il notaio è pubblico ufficiale e, soprattutto, chi è che ha fatto il rogito? Il signor Edoardo Bianchini oppure, invece, il Dottor Mario Muscariello? Non si vede proprio quale possa essere la lesione arrecata…
  5. «il riferimento ad una pretesa “Lettera scarlatta” che conterrebbe accordi privati di discutibile legittimità (e di cui il Notaio Muscariello nulla sa, né tanto meno risulta depositario)»: credo di avere già risposto, sopra, in fondo al punto numero 1! D’altronde, avvocato Giovannelli: non se l’è presa Mattarella quando Lotti ha detto a tutta l’Italia delle birbonate dei magistrati e della magistratura di cui il non-presidente era a conoscenza, se la prende il Muscariello di cui nessuno ha detto nulla e a cui non è stato attribuito alcun fatto determinato?
    Una domanda sorge spontanea: ma siamo alla commedia napoletana di Eduardo De Filippo (Ditegli sempre di sì) in cui il dottor Muscariello ha comunque e sempre ragione proprio come Michele, il protagonista della scena?
    È il caso di far capire a tutti che, seppure molti lo siano, non tutti i giornalisti sono dei veri e propri «battilòcchi» – per il cui significato si potrà sentire direttamente il dottor Muscariello o sfogliare il Dizionario Napoletano di Vallardi.
  6. «il riferimento ad una presunta indagine della Procura, alla quale Egli è del tutto estraneo»: «presunta» un corno, egregio avvocato Giovannelli! Lo vede che non ha letto niente? Perché non s’informa prima di scrivere bischerate e inesattezze varie?
    E dove sta scritto, precisamente, che «Egli», come indicato pomposamente con la «E» maiuscola, è indagato? Anche in questo caso, le sue dichiarazioni sono un «sogno di una notte di mezza estate».
    Se riesce a mostrare il passo dove starebbe scritto, ha una pizza assicurata che pagherò volentieri!
  7. «rappresentano fatti, oltremodo infamanti della Sua persona e della Sua professionalità, assolutamente non veritieri»: quali «fatti», egregio avvocato Giovannelli? Sono solo una massa di parole con nessuna connessione e nessuna accusa al suo Notaio; simili assai, peraltro, ai pezzi della grida manzoniana che il dottor Azzeccagarbugli legge a Renzo dopo che il promesso sposo «battilòcchio» si è presentato portandogli i suoi ormai proverbiali capponi.
  8. «Alla luce di quanto sopra esposto, è censurabile la condotta del materiale estensore dell’articolo, nonché direttore del quotidiano, Sig. Bianchini Edoardo»: sì, lo sarei se avessi inventato qualcosa; no, se sono rimasto – come sono rimasto – nei ben ritagliati limiti della verità, della continenza e della pertinenza, caro avvocato!
  9. «La redazione di un articolo, in cui sono stati volutamente inseriti una serie di fatti non veritieri, estremamente gravi, non può considerarsi ricompresa nel perimetro applicativo dell’art. 21, Costituzione; al contrario, è palesemente in contrasto con l’art. 2, c. 1, L. n. 69/1993, recante l’Ordinamento della professione di giornalista, a mente del quale “è obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti”»: la «serie di fatti non veritieri»?
    Ce li elenchi, avvocato, i «fatti» di cui parla! E non si limiti a parole, parole, parole, come la famosa canzone della Mina; altrimenti sia lei che il suo assistito rischiate, seriamente, voi una bella Mina… vagante!
    Voglio aggiungere una semplice considerazione: lei cita soltanto l’art. 21 della Costituzione e l’art. 2 della legge sull’Ordine.
    La «verità sostanziale dei fatti» è ben altro, egregio avvocato, rispetto alla libertà sostanziale della critica, del commento e della satira.
    Fossi in lei, cercherei di studiare di più – absit iniuria verbis (= sen offesa) beniteso!
  10. Libertà di stampa…?

    «Di conseguenza, le invenzioni giornalistiche di cui all’articolo in questione sono risultate una grave offesa al nome, all’immagine e alla reputazione del Notaio Muscariello, aggravate dalla notorietà di cui gode in ambito locale»: e per concludere, signor avvocato Giovannelli, di quali «invenzioni giornalistiche» parla, di grazia?
    Le uniche «invenzioni», qui, sono solo rappresentate dalla congerie di parole disseminate a caso, che tendono a fare cortina fumogena con il solo scopo di minacciare un giornalista perché taccia e la smetta di rompere i «cabbasisi» (e stavolta cito il siculo Montalbano di Camilleri).

Ora, per concludere, appena tre notarelline circa la sua formula finale intima e diffida:

  1. non toglierò nessun pezzo dal web, perché il suo cliente non è stato neppure sfiorato da alcuna lesione
  2. non riteniamo opportuno neppur pensare ai 30mila euro richiesti per danni (quali mai?): quella cifra, avvocato, identica al valore della vendita di appena 396 mq di orto a cipolle, porta male a chi solo la rammenta, mi creda…
  3. «non vi temo più» (cito il Manzoni) e, anzi, sottolineo: state minacciando e disturbando il libero pensiero, l’informazione, il diritto all’espressione più ampia e alla critica, elementi garantiti dalla Cedu e dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani.

La chiudo qui – che già è lunga come la camicia di Meo. E la invito a ritenere questo esorbitante e strabordante commento puntuale, come risposta alla sua minaccia di azione legale.

Del resto che vuole? Orazio diceva «Omnes eodem cogimur», finiamo tutti nello stesso luogo; e i gladiatori salutavano Cesare con «morituri te salutant». Perciò… «Staremo a vedere», disse il cieco.

Distinti saluti.

Dottor Professor Edoardo Bianchini
Docente (anche universitario)
Scrittore e Giornalista Professionista
(non semplice Sig., come lei mi ha trattato)

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
In tribunale chi vince perde e chi perde
perde due volte [antico proverbio siculo]


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