carbonizzati e miracolati. RICOMINCIA IL TEATRINO DELLA COMUNITÀ MONTANA E DELL’ASL DI MASSA?

 

Anche stavolta i politici non ne sapevano niente?

COME CONTE, ANCHE I POLITICI LOCALI
VENGONO
DAL PAESE DI PADRE PIO


Ecco la pianta: ma perché tanta protezione intorno all’area “beneficata” della Misericordia & altri?

 

 

 

MONTALE. A Mosca, sulla collina dov’è piantata anche la quercia di Jurij Alekseevič Gagarin, il primo uomo che il glorioso Pcus russo fece girare intorno alla Terra (oggi gli epigoni, da NapoliStalin in giù, fanno girare e basta, immaginate un po’ cosa…), c’è il cannone più grande del mondo.

È di bronzo – come certe facce che girano in Italia – e ha una bocca talmente grande che dentro, se non ci sta in piedi un uomo, potrebbe comodamente starci Vittorio Emanuele III con il suo metro e 50 centimetri circa.

La guida moscovita spiega a tutti i turisti l’ovvietà della storia di questo supercannone della superpotenza che avrebbe dovuto salvare il mondo e che, invece, è finita a «gamballaria», anche se tutti i buoni radical-liberal chic, o bibbiani e capalbi che dir si voglia, schierati a sinistra, si mettono contro la loro recente patrona ideale, fino ad accusarla:

di aver fatto vincere Trump in America

di avere sganciato milioni di dollari a quel nazi-fascista di Salvini

Personalmente sono sempre stato spinto a pensare, peraltro in termini razionali, che, quando si monta la panna, la sostanza resta la stessa anche se aumenta il volume: cioè latte gonfio d’aria.

Quando poi si monta l’aria-fritta e di un Berlusca o di un Salvini se ne fanno un Genghis Khan o un Saladino da distruggere, baciando il culo a quel beccafico di Macron e a quella cattocomunista della Merkel, che ha letteralmente sodomizzato l’Italia delle intellighenzie alla Lerner, allora – scusatemi se è poco – il problema è realmente psicotico e quindi da psicanalisi, da psicofarmaci e da trattamento sanitario obbligatorio.

Premessa inutile? Sì, no, chissà…? Quel cannone che non ha mai sparato, i compagni russi si accorsero che se lo avesse fatto, con molta probabilità si sarebbe spaccato come il campanone più grande del mondo (sempre sulla collina di Mosca, rotto): ma comunque gli sarebbe mancata la compressione necessaria a far sentire lo scoppio, e il risultato sarebbe stato sgonfio, moscio, fiacco e – per dirla tutta in una parola – loffio come una loffa vera e propria.

L’antifascismo ci salverà, ma non ci salveremo dalla stupidità

La stampa cartacea intervenire sul Carbonizzo di Fognano a distanza di 18 giorni solo per raccontare che la procura di Pistoia sta indagando, ma specificando accuratamente che di mezzo non ci sono politici, bensì sei (birbanti? sciagurati? malcapitati? bischeri…?) e che Betti – assessore all’urbanistica: cioè padrone di casa delle case di Montale – è escluso da ogni indagine (miracolato anche lui come i 2000 metri graziati della Misericordia…?) ed è stato, con gli agenti giunti in comune a fare razzie – probabilmente nell’ufficio del geometra Riccardo Vivona che non era tenuto a sapere niente –, molto collaborativo.

Scusate, ma è come voler accreditare per forza non che gli asini volano, ma che a volare sia un elefante con le orecchie grosse. Queste cose accadono solo nei film di Walt Disney.

La notizia è, a questo punto, come uno yogurt scaduto: non succede niente se lo mangi, ma i vermi che nuotavano dentro sono tutti morti, come i babilonesi del piccolo diavolo di Benigni.

Ad ogni modo, a livello personale, niente mi fa meraviglia se, per esempio, ripenso che Craxi (segretario di partito) non poteva non sapere, ma Ferdinando Betti (assessore alle case di Montale) era inconsapevole e vergine come Maria, anche lui «sine labe originali conceptus», concepito senza la macchia originaria. Da qui la Dumbo-story di cui sto parlando.

Dicevo nessuna meraviglia, perché di solito, in Italia e con i radical-liberal chic accade che, se c’è un troiaio in giro, a pagare sono i gatti randagi, non gli aristogatti.

Il Comitato di recupero dell’ammanco Comunità Montana.

E se ne volete una prova, riconsiderate passo passo la storia della Comunità Montana di Pistoia, uno scandalo di cui l’unico colpevole individuato è stato l’economo Giuliano Sichi – forse perché, se la pentola fosse stata aperta, sarebbe saltato di colpo un partito che deve governare a tutti i costi anche se perde tutte le elezioni?

E lo stesso è accaduto con i 428 milioni di ammanco dell’Asl di Massa, con un Rossi che viene promosso da assessore alle «sparizioni» a presidente di regione, e viene pure riconfermato.

Lì 800 miliardi delle vecchie lire sono scomparsi nel nulla, introvabili perché non avevano odore, dato che «pecunia non olet», il quattrino non puzza (nemmeno nelle casse vaticane).

800 miliardi non erano un sacco di noci guate, no; finito in un canale o in una discarica per errore.

Quegli 800 miliardi sono stati un sacco di balle: raccontate a un sacco di toscani coglioni.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Ho diritto di criticare liberamente ciò che vedo
e parlerò finché non sarò fermato in nome dell’antifascismo


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