In occasione della giornata mondiale dell’acqua il Carc ribadisce che la distribuzione del servizio idrico deve essere pubblica

PISTOIA. In occasione della giornata mondiale dell’acqua vogliamo ribadire che la distribuzione del servizio idrico deve essere pubblica e dal calcolo della bolletta deve essere tolto il profitto di manager, padroni e speculatori.
L’acqua è un bene primario da garantire a tutti: è il simbolo della vita, della crescita e dello sviluppo; attorno ai principali fiumi sono nate le più grandi città e la civiltà umana ha fatto progressi inimmaginabili prima. Per il controllo dell’acqua, sono state condotte anche accanite guerre in tutto il mondo e in tutte le epoche.
La lotta che tutt’ora i Comitati per l’Acqua Bene Comune conducono contro le multinazionali dell’acqua e contro la politica a loro asservita, ha il carattere di una guerra tra parti antagoniste e inconciliabili tra loro. Da alcuni decenni infatti, nel nostro paese ma non solo, la gestione del servizio idrico è in mano a un manipolo di profittatori che non solo decide sulla qualità e sul prezzo dell’acqua, decide anche sulla sorte di migliaia di lavoratori impiegati nel settore. La politica e le istituzioni operano negli interessi di questi profittatori e non certo del benessere collettivo.
La proprietà privata del servizio idrico ha determinato da una parte tariffe dell’acqua sempre più alte (quando a causa della crisi qualcuno perde il lavoro e non riesce a pagare la bolletta il distacco dall’acquedotto è l’unica prospettiva che si presenta), dall’altra, leggi criminali come i vincoli di fedeltà, mettono il bavaglio a quei lavoratori che giustamente denunciano le disfunzioni di queste aziende. Il licenziamento da parte di Publiacqua della lavoratrice fiorentina Dania Pieraccini riporta all’ordine del giorno la questione della repressione nei posti di lavoro (https://www.carc.it/…/firenze-intervista-a-dania…/.
Per quanto possiamo essere contrari e ritenere ingiuste le misure che di volta in volta vengono adottate da chi siede al Governo, saremo sempre più costretti a subirle se non ci mettiamo in testa che la questione principale non è opporsi alle amministrazioni o ai governi turno.

L’aspetto principale è utilizzare il crescente malcontento di tutte le categorie sociali, dai lavoratori in lotta per il rinnovo del CCNL agli insegnanti, studenti e famiglie contro la Didattica a Distanza, dai negozianti e dalle Partite IVA ai dipendenti del pubblico impiego, per rendere il paese ingovernabile a chi mette gli interessi dei capitalisti avanti a quelli dei lavoratori e del resto delle masse popolari.
Oggi più che mai è necessario costruire un governo d’emergenza delle masse popolari determinato a mettere fine agli effetti peggiori della crisi: ripubblicizzando la gestione e la distribuzione del servizio idrico; abbassando l’età pensionabile e creando nuovi posti di lavoro; dando valore all’istruzione e garantendo la didattica sicura e in presenza agli studenti; garantendo ai lavoratori di tutte le categorie un Contratto Collettivo Nazionale che tuteli la dignità del lavoro.
Un esempio positivo che mostra la possibilità di cambiare il corso delle cose arriva dal primo sciopero nazionale della filiera Amazon svolto oggi in Italia: nonostante la difficoltà a organizzarsi in un settore particolarmente ostico come quello della distribuzione sono riusciti a mobilitarsi e combattere.
Parare i colpi, resistere e opporsi al dominio dei capitalisti non basta. Se dobbiamo combattere che la lotta sia per costruire un nuovo ordinamento sociale, libero dallo sfruttamento dei padroni sui lavoratori e libero dalla necessità di produrre merci da vendere per fare profitti. Un altro mondo è possibile, si chiama socialismo!
Partito dei CARC- Sezione Pistoia