PISTOIA. Sono passati quasi dieci anni da quando il sistema economico capitalista è entrato nella sua fase acuta e terminale, dando il via ad una crisi politica, culturale e ambientale che nel nostro paese sta spingendo sempre più proletari a resistere, nelle mille maniere e forme possibili, alle misure di lacrime e sangue che i vari governi susseguiti negli anni alla guida del paese, hanno dovuto imporre alle masse popolari per permettere ai loro mandanti di continuare a far fruttare i propri capitali e creare spazio per le proprie speculazioni.
A fronte di una crescente resistenza da parte delle masse che si organizzano e coordinano per controllare i propri territori, gli apparati di difesa del sistema capitalista stanno investendo ingenti risorse, energie e denaro per cercare di frenare lo sviluppo della lotta di classe, dispiegando un sistema repressivo che è passato da essere selettivo (nei confronti di elementi di spicco degli organismi popolari e operai, dei comunisti, degli anarchici…ecc), a diventare sempre più esteso e di massa, come ci dimostra il processo contro il movimento No Tav, così come quello contro gli 86 imputati del movimento fiorentino.
La notifica di un decreto penale di condanna ad un compagno del Partito dei Carc e le indagini preliminari nei confronti di altri 16 esponenti del movimento pistoiese accusati di aver attuato uno degli articoli progressisti della costituzione del 1948 (quello che vieta la ricostruzione del partito fascista), è un atto molto grave da parte della Digos e del Tribunale di Pistoia, non tanto per l’entità della sanzione amministrativa, quanto per la misura repressiva finalizzata a colpire indistintamente e in maniera arbitraria tutte le masse popolari che si vogliono interessare di politica, essere a conoscenza di come va il mondo e che vogliono organizzarsi dal basso per cambiarlo.
Ma la democrazia borghese può mantenere la sua parvenza “democratica” soltanto fino a quando le masse popolari sono lontane da esercitare nella pratica i diritti che gli sono riconosciuti nella carta, infatti, nel momento in cui un gruppo di circa 60 cittadini ha liberamente deciso di attuare la costituzione opponendosi alla parata fascista organizzata nel giorno delle Foibe da Forza Nuova (per legittimarsi un’agibilità politica che di fatto non può essergli riconosciuta), gli agenti della Digos, come lo stesso Tribunale di Pistoia, hanno eluso la carta su cui hanno giurato fedeltà e le leggi che sono chiamati a far rispettare.
Tutto questo, ci conferma che la democrazia borghese non è “super partes”, che non tutela e garantisce gli interessi degli operai allo stesso modo di come tutela e garantisce gli interessi dei padroni, ma è uno strumento finalizzato a regolamentare la lotta di classe e funzionale a mantenere in vita l’attuale sistema sociale con le relative conseguenze che conosciamo molto bene in termini di peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per le masse.
L’esperienza acquisita con anni e anni di lotta dai vari coordinamenti contro la repressione, da associazioni di amici, parenti e familiari dei prigionieri politici, dai movimenti di solidarietà proletaria, ci insegnano che è possibile utilizzare qualsiasi attacco repressivo per promuovere l’organizzazione e la mobilitazione delle masse popolari in qualsiasi ambito della vita sociale, attuando direttamente quelli che sono gli interessi legittimi delle masse anche se per la legge borghese possono essere considerati illegali.
Alla luce di questa analisi, costruire la rete, il fronte, il coordinamento di solidarietà di classe e di resistenza agli attacchi repressivi è un compito politico irrinunciabile per tutti coloro che cercano delle soluzioni ai disastri che la crisi del sistema capitalista ha determinato.
É su questa base che invitiamo gli esponenti dei vari comitati cittadini, dei sindacati di base, delle organizzazioni giovanili, operaie, popolari, dei partiti non asserviti alle logiche dei poteri forti e quei rappresentanti politici che vogliono passare da enunciare l’importanza della “difesa della costituzione” a contribuire nella pratica all’applicazione delle sue parti progressiste, a partecipare all’assemblea cittadina “Solidarietà di classe contro la repressione”, http://www.carc.it/2017/01/05/pistoia-appello-alla-solidarieta-di-classe-contro-gli-attacchi-repressivi-a-danno-del-movimento-antifascista-pistoiese/
[carc pistoia]