FIRENZE. La Federazione Toscana del Partito dei Carc esprime la massima solidarietà alla operaia Piaggio prontamente licenziata per aver espresso la propria avversione alla parata di Renzi e della sua combriccola in fabbrica.
I toni “forti” che ha usato sono diretta conseguenza e frutto della guerra non dichiarata che la classe operaia e le masse popolari subiscono: dal Jobs Act ai tagli ai servizi essenziali (scuola, Sanità e via dicendo), dal ritmo massacrante della catena di montaggio alla catena interminabile di tasse, balzelli e oboli di ogni tipo che ci soffocano.
Ma sempre parole rimangono, mentre gli atti con cui i vertici della Repubblica Pontificia spremono peggio dei limoni i lavoratori sono ben concreti e reali.
È evidente come la sentenza nei confronti dei licenziati di Pomigliano abbia fatto scuola. Mimmo Mignano e gli altri compagni del Comitato Cassintegrati e Licenziati Politici esibirono un fantoccio del padrone impiccato, come forte protesta rispetto all’ennesimo suicidio di un’operaia del reparto confino di Nola.
A Pontedera si applica il solito concetto di “fiducia tradita”, che ovviamente non è equivalente per chi da anni non paga il premio di produzione, aumenta progressivamente i carichi di lavoro, scarica sulle tasche della collettività con gli ammortizzatori sociali le cosiddette riduzioni di esigenze produttive, sta conducendo una delle maggiori aziende italiane verso la chiusura attraverso una (neanche tanto) strisciante delocalizzazione nei paesi asiatici.
Ribadiamo il nostro fermo sostegno alle due operaie e invitiamo a raccogliere e rilanciare l’esempio del comitato per il reintegro di Sandro Giacomelli, lavoratore Dna (indotto Piaggio) licenziato a fine 2015; la lotta ha portato alla vittoria mettendo al centro l’importanza della solidarietà di classe e l’unità di azione a prescindere dalla tessera sindacale in tasca, come fatto anche dagli operai degli stabilimenti Fca del Sud contro Marchionne.
Oggi, nella fase di crisi terminale del sistema capitalista, è necessario rilanciare la costruzione di organizzazioni operaie che si occupano dell’azienda, impedendone lo smantellamento e per cominciare a ragionare su come dirigerne il processo produttivo; organismi che sviluppano il coordinamento e l’organizzazione interna e esterna per prevenire le mosse dei padroni e respingere gli attacchi contro i colleghi, come nel caso descritto.
È il contributo migliore e realistico alla costruzione dell’alternativa politica ai Renzi di turno, sono le basi su cui le masse popolari con alla testa la classe operaia possono e devono costruire il proprio governo di emergenza, un Governo di Blocco Popolare che imponga i primi, urgenti rimedi agli effetti devastanti della crisi.
Mandiamo a casa Renzi e Colaninno! Reintegrare subito l’operaia licenziata! Costruire in ogni azienda organizzazioni operaie e popolari, che impediscono le delocalizzazioni, difendono i lavoratori, prevengono le mosse del padrone!
[comunicato p-carc]
Gentili Carc, nella vita è questione di coerenza: se tu, a margine di una foto che ritrae i tuoi datori di lavoro insieme al presidente del consiglio (tutto minuscolo affichè sia chiaro cosa penso di lui), ci scrivi “questi andrebbero ammazzati tutti”, dovresti trarne le conseguenze ed essere tu a non voler più avere nulla a che fare con loro. Non dovresti accettare i loro sporchi soldi a pagamento della tua prestazione. Dovresti, in nome della tua dignità, calpestata ogni giorno in quell’orrendo tugurio (spero si colga l’ironia cari i miei compagni), andartene seduta stante.
Se resti, siccome che da quel piatto mangi, non ci sputi, non lo puoi fare, per gli stessi motivi per cui te ne dovresti andare: coerenza e dignità.
Salutatemi la mummia di Stalin
Massimo Scalas