care istituzioni della legalità… ECCO LO STATO (DI DIRITTO O DI ROVESCIO?) INGIUSTO DI CUI NON MI FIDO E DI CUI I CITTADINI NON DEVONO FIDARSI

Riflessione sulle vicende di una afflittiva detenzione affibbiata senza riflettere e smentita-silurata dal Tribunale del Riesame. E intanto a Lecceto continuano le bestialità comunali…

Con grato pensiero per il non-collega Tiziano Carradori
martire (in senso etimologico) della libertà di stampa

Area dello scandalo paesaggistico di Lecceto. Zona in cui spariscono le strade vicinali/interpoderali. Come appariva prima che qualcuno avesse fatto sparire il cartello di area protetta e come appariva ieri pomeriggio dopo che il Comune di Quarrata ha sostituito la giusta cartellonistica con la minchiata che avverte di “strada senza fondo”. Il fondo c’è eccome. La strada prosegue, oltre il Nelli, verso le case del Càchero, poi la sorgente dei Poggioni e, di là, in Acquabòna e infine al Maestrino. Ma l’Area 3 di Iuri Gelli non solo perde le strade, le fa chiudere e se mai le cancella pure. Deve fare un favore a chi? Cosa dice il sergente-elettricista Marco Bai, fido non-multatore del Mazzanti senza mascherina? In Comune fanno, fanno e fanno e poi… le dovranno riaprire tutte le strade che hanno fatto sparire, chiudere e murare!

 

CON BARRIERE E BISCHERATE

PURE LE VIE SON CANCELLATE

 


 

Le strade arancioni van tutte riaperte, | non posson restare nascoste e coperte. | La gente ha diritto di andare a passeggio: | a chi mura e chiude, che càpiti il peggio! | Perché tu se’ ricco, puoi far come vuoi? | Ma torna di corsa a’ cavoli tuoi!

 

GIOVEDÌ scorso, alle 19, un carabiniere che è una perla di persona, il brigadiere capo Vincenzo Scordato, si è presentato al mio carcere domiciliare con la sua solita gentilezza e un’educazione che certi spocchiosi signori del comune di Quarrata manco sanno cosa sia, tronfi come rospi quali sono e si presentano.

Scordato brillava – era evidente – di felicità. Era soddisfatto. Quando siamo “in gabbia” – come mi ha detto quell’essere raffinato uscito dal galateo di monsignor Della Casa dell’assessore Ciottoli-Agnellone-Segatura, la cui rozzezza si taglia a fette come il panettone che ha regalato a Natale scorso ai suoi dipendenti comunisti di Agliana, che comunque non lo ameranno mai –; quando siamo “in gabbia”, o siamo delinquenti veri oppure diventiamo inevitabilmente buoni conoscenti e/o amici di chi ci sorveglia.

Io posso personalmente dirlo perché, da militare, ho fatto servizio come caporale vigilatore (in pratica secondino) al carcere militare di Gaeta. Alcuni erano bravissime persone, altri, fra i carcerati, la teppa peggiore di quella di Scampia.

Con la notifica di Scordato, se la legge (cieca, sorda, muta, irriflessiva e “a capocchia”) mi aveva inflitto il carcere con intento evidentemente afflittivo, una timida giustizia, quella del Riesame, ha iniziato – perché, capiamoci, solo di inizio si tratta – a riconoscere in primo luogo che non sono un delinquente la cui etichetta mi è stata appiccicata a gratis sul groppone come un pesce d’aprile da certi uomini (non giudici) della procura di Pistoia.

Ora si tratta di fare quello che si fa in carrozzeria dopo un grave incidente stradale: prendere il martello e iniziare a picchiare sulle lamiere accartocciate per cercare di raddrizzarle; se non addirittura la sega circolare per togliere le parti delle lamiere compromesse e sostituirle con pezzi nuovi di fabbrica.

È inutile a mettere ’o rum… I fatti parlano da soli, furboni!

Agli amici che mi sono stati vicini, l’affetto di sempre. Ai nemici (una marea infinita a iniziare dagli ex-colleghi giornalisti, dal dis-Ordine di Firenze, ai cronisti pistoiesi che si divertirono a sputtanare l’onore e il decoro di chi sta scrivendo (un onore e un decoro che sono intatti: cosa ignorata da molti di loro e da certi caccoloni sistemati a incastro, spesso infedeli servitori della patria e della Costituzione); a loro una pernacchia alla Totò: lunga, però, quando lunghi e deludenti sono stati i miei 49 anni di umiliante iscrizione all’albo dei giornalisti; un orto sociale del potere (ino ino) dove ne ho viste fare di tutti i colori per salvare i compagni e insultare la dignità degli amici/camerati. Complimenti a tutti.

Gli ultimi da ringraziare – dopo aver fatto presente ai manovratori/manipolatori della legge, che da gennaio io non sono più iscritto al dis-Ordine dei giornalisti e quindi non esercito più la professione, ma scrivo con orgoglio e soddisfazione avvalendomi dei diritti costituzionali dell’articolo 21 (e ora per tapparmi la bocca toglietemi i diritti civili!) –; gli ultimi da ringraziare sono i politici dei nostri stivali: da quelli in parlamento, che si fanno gli affari propri a Roma e qua; a quelli spalmati come melma sul territorio, che si fanno gli affari propri in loco, quei politichicchj dei Comuni che sono in mano e ostaggio ai famosi dirigenti voluti da un Franco Bassanini rovinatore dell’Italia con le sue riforme ad usum Pd!

A tutti dico: preparatevi pure a fare gli affari vostri, ma lasciate che anch’io, con la consapevolezza del cittadino irreprensibile e maltrattato dalla vostra legalità di alta sartoria, ritagliata sui vostri personali interessi e le vostre preferenze politico/affaristiche, faccia gli affari miei, non per aver privilegi secondo il vostro schema, ma solo per avere quel che mi spetta. E lasciate che anche gli altri cittadini perbene – che di solito sono vostre vittime – vivano senza dovere essere assoggettati a certe vostre stupidissime torture.

Guardalo bene, guardalo tutto | senza la maschera come gliè brutto! | Critica e sàtira son consentite: | cari censori, non mi punite! | Fatemi dire liberamente: | e rispettate tutta la gente.

Stamattina il mio primo pensiero va al geometra ingegner Iuri Gelli, capo non dell’Area 3, ma del disastro ambientale del Montalbano e non solo; all’elettricista-sergente Marco Bai, capo dei vigili di Quarrata, moralizzatore dei vecchi come me sulle panchine di piazza Risorgimento; all’ingegner Andrea Casseri, severo censore su norme di legge inapplicabili; e al geometra Emanuele Gori, a cui gli ordini si dànno e basta. Sono tutti responsabili di false dichiarazioni e certificazioni; e tutti tesi a proteggere cittadini (?) beneficati dai compagni dell’Okkióne di dio “che gioca al burraco del mondo” e ai suoi giannizzeri muti dell’Anpi in ciabatte. Mi aspetto che siano loro a trascinarmi in tribunale dimostrando che quello che ho detto e scritto è una montagna di falsità e di calunnie – cosa che non fanno e che la dice davvero lunga, anche se per farla entrare in testa alla procura non basterebbe uno sbarco in Normandia.

Insieme a loro devono essere benedette le opposizioni consiliari quarratine che, come i ladri di Pisa, strillano di giorno e reggono in sacco di notte. Indi tutti coloro che, in Comune a Quarrata, ridacchiano da perfetti idioti pensando che io sia un demente.

La giunta del Mazzanti è tutta dell’Anpi: se tu ci picchi ’un tu scampi!

Ricordo loro che dementi sono tutti i benìm zonà (in ebraico, figli di puttana) in malissima fede che circolano in questo mondo manipolato dalla politica di bassissima lega che si avvantaggia della loro opera di lingua lecchina con funzione di carta igienica del potere.

Saluto, pertanto, tutti i falsi legalitari dei nostri stivali e lo faccio mostrando, ai magistrati che non magistrano affatto, un ulteriore esempio/prova della cretinità amministrativa quarratina.

Riflettete tutti. Il vostro colore è giustamente il rosso, non del Pd – morto e sepolto – ma della vergogna.

E buona giornata ai perbene maltrattati e a tutti quei vili che, pure in pochi, rovinano continuamente i più.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

Questa firma è e resta, da sempre, onoratissima per me e tutta la mia razza, sia in linea maschile che femminile.
Imparatelo a mente e una volta per tutte!


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