caript delle occasioni perdute. GERI: «SERVE UN SALTO DI QUALITÀ»

La sede della Fondazione Caript
La sede della Fondazione Caript

PISTOIA. Abbiamo cercato qualcuno che commentasse la notizia del mese scorso sul “Progetto Sicurezza Tribunale”: il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Caript ha deliberato lo stanziamento di 56mila euro per la messa in sicurezza degli Uffici giudiziari di Pistoia attraverso l’installazione di dispositivi di videosorveglianza e sistemi di allarme nelle sedi di Palazzo Pretorio e di San Mercuriale, al fine di garantire l’incolumità di chi vi lavora e degli utenti.

Il contributo sarà erogato al Comune di Pistoia, in quanto proprietario degli immobili in questione: manco a dirlo l’unico a non risparmiare osservazioni e commenti è stato il solito e inossidabile Fabrizio Geri, già segretario e consigliere comunale dei Verdi. E dice:

Sono stufo di avere sempre ragione: pubblicamente affermo ormai da anni e in solitudine – anche se in privato tutti mi danno ragione – che La Fondazione detta i tempi della politica. L’episodio di cui parliamo mi dà ragione. Il comune rischia sempre di non chiudere il bilancio e di essere commissariato: magicamente però compare un intervento della Fondazione che salva i conti pubblici: oggi la sicurezza nel tribunale, ieri la messa in sicurezza delle scuole.

Interventi di ordinaria amministrazioni che competono agli enti: a cosa serve se no un ente locale se non a fare e mantenere strade, scuole e infrastrutture? Qui e non solo, evidentemente, a mantenere la pagnotta a tanti dipendenti pubblici e ciò è un’assurdità tutta italiana. Prendi il ponte di San Marcello: la Provincia non ha i soldi per rinforzarlo ma intanto tiene 400 persone senza gli strumenti per rispondere alle varie emergenze. Così, con la Fondazione che toglie le castagne dal fuoco, si spiega come mai quest’amministrazione è prostrata come una donzella di Arcore al Califfato di Via de’ Rossi.

Opuscolo Pisa book Festival [foto Fabrizio Geri]
Pisa book Festival [foto Fabrizio Geri]

Per il giardino delle statuine da mezzo milione di euro – sì mezzo milione e rotti solo per le belle statuine degli artisti e tutti zitti – il comune dette carta bianca e Samuele (Bertinelli – n.d.r.) accetta quella cazzata dei Monologhi sull’Uomo. Lui è un intellettuale e sa perfettamente che quell’iniziativa è la negazione della cultura, ma va concessa solo per compiacere il Califfo e tenerselo buono.

Un mesetto fa sono capitato da amici pisani; mi hanno portato alla fiera dell’editoria indipendente, il tredicesimo Pisa Book Festival. Ho notato con rammarico che le Fondazioni di altri territori credono molto in questa forma di vera cultura, non di facciata, approfondita, forse rivolta agli addetti, ma a mio avviso vivace e stimolante per mantenere un pensiero e una riflessione utili a guidare la modernità.

Dalle culture straniere alla scienza alla geografia: le altre Fondazioni sostengono un’editoria ed una conoscenza adatta sia ai giovani che agli adulti. Alcune realtà hanno contribuito a creare una scuola di studi storici permanente.

Non per i raid aerei di Putin, ma il Califfo è prossimo alla scadenza e ad anno nuovo inizieranno le manovre per la nuova presidenza della nostra Fondazione; mi dicono comunque che il mantra dei prossimi anni sarà la sostenibilità, come investimenti intendo. Una linea che seguiranno un po’ tutte le Fondazioni italiane e toscane. Per primo dico “Finalmente! Evviva, evviva”, sono anni che ne parlo. Ora però vorrei invitare i piani alti della Fondazione ad impegnarsi veramente sui beni culturali. Al netto di bandi e progetti i beni culturali devono essere tutelati, valorizzati e promossi, non con l’elemosina a pioggia.

Fabrizio Geri
Fabrizio Geri

Facendomi carico di numerose istanze locali affermo che servono risorse in maniera continuativa e costante soprattutto per gli archivi e le biblioteche: altrove il restauro, la ricerca e la valorizzazione di archivi e biblioteche è riconosciuta imprescindibile, qui fingiamo tutti di accontentarci dei Dialoghi o di un Buren.

Avrei piacere di parlare di persona vis-à-vis con Ivano Paci: lui non fa mistero di considerarsi molto più lungimirante di tanti pistoiesi e di non aver trovato, troppo spesso, interlocutori politici all’altezza, con cui condividere investimenti ambiziosi. In parte condivido e riconosco comunque che tenere una Fondazione con quei numeri e con quel patrimonio è complesso.

Troppe volte, tuttavia, avrei auspicato, dei segni forti e dei salti di qualità per Pistoia: penso, solo per fare qualche esempio, ai locali della Banda Borgognoni (basterebbero 40 mila€), al giardino all’italiana del Villa di Scornio (visto che i vivaisti hanno scoperto che il verde fa bene facciano un bel tavolo con l’Asl, che è proprietaria del giardino, e arrivino a qualcosa) o al Villon Puccini stesso con il lago in dissesto.

Su altri fronti, come la Fortezza, riconosco che la politica è assente, ma non può essere una giustificazione completa. Insomma, spero che prima o poi la Fondazione diventi il valore aggiunto per liberare le energie latenti della città.

[*] – Lettore, ospite

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