«CARO ALESSANDRO, LA MONTAGNA È IN ATTESA: NON DORME, VEGLIA»

Alessandro Tonarelli [foto Marco Ferrari]
Alessandro Tonarelli [foto Marco Ferrari]
Caro Alessandro,
troppo facile e riduttivo compiacerti e compiacere, nel giorno della celebrazione della tua dipartita, quanti hanno voluto, ed erano tanti, farti sentire il loro affetto e la vicinanza a te, a Silvia, a Matteo e ai tuoi familiari.

Don Cipriano, nella sua bella omelia, ha detto tutto ciò che di te si poteva intuire di buono e di bello; soprattutto quando ha richiamato l’inesauribile bellezza del principio “ama Dio e il prossimo tuo come te stesso”, regola che hai osservato anche nella tua camera di sofferenza, pensando e pregando per un tuo vicino di letto che aveva superato una difficile operazione chirurgica.

Forse in certi momenti si pensa solo al “bene e al buono”, ma io vorrei ricordarti nei tuoi momenti più “spigolosi”, quelli che contraddistinguono un uomo da un animale, nelle loro asperità di carattere e di pensiero.

Hai sempre orgogliosamente vissuto “campando del tuo”, né possono bastarti le attestazioni di fede politica, pronunciate nella Casa di Dio, e non in una casa del popolo, da chi dovrà confrontarsi con Dio e la Mosca, intendo la Legge e la irrituale e compiacente italica pensione, che a nessuno si nega e della quale non ti sei civilmente e furbescamente avvalso.

Porta pazienza: anche nelle più belle melodie liriche ogni tanto “ci scappa” qualche “stecca”, niente al confronto delle espressioni apologetiche che i giornali locali e le loro firme “organiche” ti hanno dedicato.

Per trenta anni, in maniera veramente neutra e professionale, hai dato voce alla Montagna; e poiché questo mondo irreversibilmente cambia, come uno straccio vecchio, scusa la franchezza, ti hanno tranquillamente subornato con la new age, quella che, appresa la tua morte, ha fatto a gara a plaudire e osannare.

Alessandro, comincia a ridere perché questi piccoletti “non sanno quello che fanno” e soprattutto non sanno che la memoria si tramanda, la memoria vera, non quella ufficiale.

Metti loro davanti al muso (non alla faccia) un cartellino rosso: fallo da ultimo uomo!

Ridi, sorridi e metti un canto di Lucio Battisti dalla tua vecchia (come tante cose “uccise” della nostra Montagna) emittente radiofonica, che so, “Vento dell’Est”, perché oggi siamo nell’ovest del pensiero libero e nella tauromachia, non dei tori, quella delle anguille!

Alessandro Tonarelli
Alessandro Tonarelli

Tu comprendi quello che intendo e degli altri non mi importa: abbiamo intrapreso insieme buone battaglie civili, da uomini liberi e indipendenti. La presenza di tanti amici di ogni estrazione politica che ti hanno reso omaggio, e io li ho visti e volentieri li ho salutati, ti rende prezioso e amichevolmente riconducibile al ricordo semplice e amabile di chi ti è stato amico.

Però un “sassolino” vorrei togliermelo; per i giovani, come Matteo, con il quale avrai avuto sicuramente, come genitore, da discutere e argomentare: si è liberi e autorevoli al tempo stesso nella difficile opera di essere di esempio e di conseguente comportamento nella buona e nella cattiva sorte. Questo comportamento si chiama famiglia.

I ruffiani della cosiddetta stampa libera che “ti hanno tolto”, con la compiacenza di meccanismi dediti a sfruttare e non a preservare, con i nostri soldi, si accorgeranno presto che la notizia e la cronaca si fanno sul territorio, liberamente e senza furbizie: questa attività si chiama “giornalismo”. Giornalismo quotidiano e sul campo, sempre e comunque e non quando si fa come secondo mestiere o, peggio ancora, quando si “scopre la penna” dopo essere andati in pensione avendo asservito la penna ai comunicati ufficiali in cambio di un buono stipendio mensile “per grazia (politica) ricevuta”.

Caro Amico, stai tranquillo! Hai fatto “scoppiare”, primo fra tutti, oltre a tante altre questioni di rilevanza civica, lo scandalo in Comunità Montana e tutta la sporcizia che le sta dietro: una putredine che qualche furbastro cerca di “neutralizzare” a colpi di carta da bollo.

Te lo dobbiamo: e non ci fermeremo.

Alessandro Tonarelli
Alessandro Tonarelli

Non è finita qui, se solo ci permettiamo di considerare certe coincidenze temporali…

Come quando, senza tua personale acredine, mi offrivi qualche “dritta” sulla vita della nostra Montagna e su alcuni comportamenti da portare alla pubblica attenzione e io, immeritatamente, intendevo rappresentare nel Consiglio Comunale di San Marcello.

Stai tranquillo e dormi sereno.

Probabilmente, ma vorrei dirti sicuramente, la Montagna è in attesa: non dorme, veglia. Speriamo.

[Felice De Matteis]

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