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Quando le chiacchiere non fanno farina neppure gli articoli incensatorii di Massimo Donati sul Tirreno possono far credere che gli asini volano nel blu dipinto di blu, felici di stare lassù
Sapiens est, qui tacere novit: un bel tacer non fu mai scritto
GIUSTIZIA PISTOIESE? È UN MONDO A PARTE
Revised March 03, 2023 • 9:38:55 AM
Il pm di Pistoia Tommaso Coletta
Quando Lei, sostituto fiorentino di Creazzo, dètte il cambio a un Paolo Canessa, giunto con tutti gli araldi e uscito infine da Pistoia quasi alla chetichella e senza aver fatto neppure un granché con la sua “scopa da netturbino” molto consumata e poco efficiente; allora Massimo Donati, a nostro avviso portavoce della procura di cui Ella è, alla dantesca, maestro e dònno, Le garantì una tromboviolinata ad hoc.
Plagiò, evidentemente, quel genere letterario sottraendolo alla sua legittima creatrice con riservatissimi diritti d’autore, la non-dottoressa (oltremodo bugiarda, spia di Paolo Morello Marchese e fakenewista dell’Asl), Daniela Ponticelli; adorata, per esplicita dichiarazione di fede piddina su Fb, dalla disciplinare dei giornalisti (si fa per dire) di Firenze, il 12 giugno 2015; con marchio di fabbrica e punzone di Gianfrancesco Apollonio, presidente-relatore; Giampaolo Marchini e Simona Poli, membri.
Proprio come a Pistoia, dove sia la procura che il tribunale hanno operato nel maxiprocesso politico di Luca Gaspari contro Linea Libera: si chiedeva l’accertamento della legalità dei diritti del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, e un Claudio Curreli, che avrebbe dovuto mantenere ciò che piaceva assai a Renzo Dell’Anno, il basso profilo, salta su e ti fa arrestare dalla Gip Patrizia Martucci. That’s Sarcofago City!
«Il Pd non si tocca». Lo disse – così dicevano – perfino il titolare dell’inchiesta sulla Comunità Montana Pistoiese che, come abbiamo visto, partì, in metafora, dal Lido di Pomposa con una mostruosa Moby Dick da arpionare; la vide diventare un ben più modesto beluga e la ridusse a una semplice, piccola, povera, perseguitata aringa. Dagli oltre 11 milioni di euro di danno, stimati da Luca Heller Vainicher, Luigi Boccia portò, appunto, a casa, nel cestino di vimini da pesca, l’aringa affumicata del Sestaione.
Quando Lei giunse, dottor Coletta, il Donati strombazzò, strusciando la bazz per terra in segno di fedeltà leale all’indirizzo – sempre in metafora – del sàssone sbarcato su suolo inglese. Gli mise in bocca un altisonante «lavorerò per la gente comune», e un «no al processo mediatico». Quel che ne è nato è noto, assonanza permettendo.
In verità, di tutto questo la «gente comune» non ha visto niente. Si è solo accorta e resa conto del fatto che il sàssone di cui sopra, dopo aver parlato a vuoto, ha fatto registrare – sulla sua persona – la sconveniente notizia di una storia indegna di protezionismo nei confronti della dinastia Turco. La Lucia dell’Usl coinvolta in Concorsopoli; e Luca, il procuratore aggiunto di Firenze, suo fratello. Entrambi cugini della presidente dell’ordine degli avvocati di Pistoia, Cecilia. La questione fu sollevata dal Giornale eda Dagospia, ma non ho memoria che sia mai stata smentita.
Art. 21 della Costituzione: secondo noi il CSM è un fallimento che si tira dietro lo stesso sistema fallimentare della giustizia italiana
Ho invece l’impressione che Anm, Csm, Mattarella e David Ermini se la siano allegramente buttata dietro le spalle e «tanti auguri perchi c’è caduto (il maresciallo della finanza Daniele Cappelli) di conservarsi felice e cornuto», alla De André di Testamento, secondo la sorte toccata pure alla giudice Alessia Sinatra che, segnalato Creazzo come molestatore, è finita Lei sotto la censura del Csm: organismo che è e resta, a mio parere, manipolo di aggeggiatori maschilisti con spiccate tendenze alla piselleria.
Anche Lei, gentile dottor Coletta, a ben vedere ha fatto e fa più o meno allo stesso modo. Nella nuova giurisprudenza paremìaca (cioè “riferita ai proverbi”) e politicamente scorretta, dovremmo forse scrivere: Tra il dire e il fare, c’è di mezzo Coletta. Oppure: Dice tanto il buon Coletta, ma la gente la bacchetta. O, in fine, Ritrovarsi il Coletta alla procura, credimi, popol mio, l’è cosa düra».
Ora… non vorrei proprio finire fucilato ad Auschwitz, senza neppure uno straccio di accertamenti e indagini alla maniera pistoiese. Non fia mai che l’avvocata Annalisa Lucarelli, se mai assoldata in difesa ad hoc, occupandosi nuovamente di me come giornalista “aduso a diffamar” (perché io, giornalista, lo sono e lo rimango e tutti lo sanno: perfino il ragionier non-dottor Perrozzi, che continua a querelare ossessionato da «sindrome dello sciocco»), torni a sagagnarmi nuovamente le scatole accusandomi di non saper fare il mio mestiere, e pretenda di insegnarmelo lei ancora dopo i 5-6-7 o gli enne-tentativi ossessionanti, costruiti durante i processi del mai-comandante Nesti, il favorito da tutti, il da tutti rispettato, ma il rovinato da se stesso e dalla propria sciocca superbia con cui crede di essere un Gesù redivivo.
Ecco che, memore dell’art. 21 della Costituzione; del diritto di cronaca, critica, creatività (lèggasi satira); ad evitare ritorsioni e persecuzioni, del resto non difficili da riscontrare e/o subire in piazza del Duomo, 6; memore altresì del fatto che anche i magistrati sono e restano dipendenti pubblici (dipendenti di noi sanculotti, ma comunque loro datori di lavoro) e che, quindi, su loro, pende pure l’interesse pubblicistico tanto caro al sostituto Giuseppe Grieco: ecco l’elenco completo dei rilievi da cui si può evincere che Lei, dottor Coletta, non lavora per la «gente comune», ma che la gente comune Lei la lavora e la falavorare, ben bene, dai suoi addetti ai lavori e sostituti:
Ma di questa famosa circolare-Coletta, che impedisce ogni forma di controllo e di diritto di difesa, non ci mostrano neppure la foto. Ora è chiaro che chi non ha niente da nascondere, non ha motivi di impedire l’accesso a niente
circolare degli occultamenti inibenti il diritto di difesa: la n. 574/2 del 14 marzo 2022, di pratico utilizzo per impedire al popolo di controllare l’azione amministrativa dei magistrati. Da diversi giorni da me richiesta, ma evidentemente richiedente troppo impegno lavorativo per trasmettermela;
negazione – sempre con la n. 574/2 del 14 marzo 2022 – di documenti da parte del sostituto Luigi Boccia in data 24 gennaio 2023;
negazione – sempre con le ragioni della circolare n. 574/2 del 14 marzo 2022 – di documenti da parte di Lei, Pm, a persona rinviata a giudizio, impossibilitata a difendersi in maniera appropriata. Tàcesi il nome per pudor di privacy…;
sostegno – sia pur anche sotto forma di silenzio, ma complice – ai sostituti pur in assenza di regolari indagini e in presenza di palesi violazioni dell’art 358 cpp;
silenzio colpevole sulle macroscopiche incompatibilità di Curreli: a) moglie giudice nello stesso tribunale; b) coordinamento di Terra Aperta, favorevole all’immigrazione clandestina, e perciò in collisione con il dovere del magistrato di essere fedele alla Costituzione e alle leggi italiane; c) uso delle tecnologie di stato (dotazioni del tribunale di Pistoia) per i fini degli scout-Agesci, altri rispetto all’amministrazione della giustizia;
indifferenza, per quanto si possa notare, di fronte all’errato modus operandi dei sostituti De Gaudio e Serranti, a cominciare dall’aver costretto la Turelli a presentarsi all’interrogatorio di garanzia in violazione del diritto di difesa: fatto che ha turbato l’azione giudiziaria del collegio Billet-Cerrone-Gaspari;
indifferenza, per quanto si possa notare, di fronte alle sciocchezze della sostituta Luisa Serranti e della Gip Patrizia Martucci sul tema “indagini fasulle sul Comune di Quarrata” che, chiamato a dire quanto Quarrata pagava in compensi a Tvl, rispose e/o fece rispondere a più di una persona che «Tvl e Luigi Egidio Bardelli non risultavano contribuenti» dell’Ente locale;
arresti facili di indagati (vigili urbani, giornalisti, curatori fallimentari, presunti violentatori), anche su presupposti e motivazioni infondate se non addirittura insussistenti;
indifferenza al fatto che un sostituto, Giuseppe Grieco, porta in aula – durante il processo politico contro Linea Libera – nomi, cognomi e fatti riguardanti persone senza attinenza alcuna con la materia dell’azione giudiziaria in atto sotto l’occhio di Luca Gaspari;
indifferenza al fatto che se una azienda privata ha un infortunio con conseguenze che superano i 40 giorni di malattia, la procura apre un fascicolo e punisce severamente l’azienda; mentre se infortuni di questo genere avvengono in àmbito Usl-ospedaliero (e ce ne sono molte decine: in tutto, mi pare di ricordare, ben 395 – quantità industriale) il sostituto Giuseppe Grieco, sempre molto sollecito alla pubblicistica, si comporta come se ne avesse perso cognizione e memoria;
varie ed eventuali, ma fermiamoci per pietà di patria.
Il dottor Tommaso Coletta, procuratore capo di Pistoia
Dunque, gentile dottor Coletta, provi, ora, a rispondere Lei, e pubblicamente, sul Suo modo di procedere:
Sta davvero lavorando per la «gente comune» o sta lavorando la «gente comune» e/o la sta facendo lavorare da altri?
Perché non parla e mette per iscritto che non c’è alcuna anomalia all’interno della Sua procura delle nebbie, come la chiamavano e la chiamavate a Firenze ai tempi in cui, Lei, baciava la mano a Creazzo e a Luca Turco?
La Costituzione – ha detto Benigni – è sorella di Mattarella. Forse è per questo che non funziona come dovrebbe?
Non ho trovato da nessuna parte, nella Costituzionesorella di Mattarella, l’obbligo che ci impone di credere, obbedire e combattere, senza ragionare né discutere, dinanzi ai magistrati.
Ho invece trovato che i magistrati sono soggetti alla legge. Ma ho dovuto, mio malgrado, notare – con non poco disappunto e rammarico – che non di rado lo dimenticano, danneggiando quel primo organo costituzionale, il corpo elettorale, che è la base del popolo sovrano.
In nome del quale costoro amministrano la legge anche quando non vi si siano assoggettati come loro espresso dovere. E non mi sembra poco…
Domani domenica 8 dicembre rischio neve su tutta la fascia appenninica FIRENZE. Tempo in peggioramento in Toscana per una perturbazione nord-atlantica, associata ad...
One thought on “caro coletta… LEI NON LAVORA PER LA “GENTE COMUNE”: LEI LA “GENTE COMUNE” LA LAVORA. E LA FA ANCHE LAVORARE DA ALTRI”
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