Caro Presidente della Fondazione Caripit, Ivano Paci,
mi chiamo Ponte Sospeso e abito fra Mammiano, nel Comune di San Marcello, e Popiglio, nel Comune di Piteglio.
Soffro della sindrome di Proteo, o forse è il mio pregio – e infatti sono lungo quasi 220 metri e secco per circa un metro, intendo in larghezza. Però piaccio…
Ho un problema: mi si sono allentate le giunture e adesso sono veramente “sospeso”.
Il problema è che con l’avvento della prossima estate, non so se potrò fornire ai miei molti amici l’agio per una passeggiata “esuberante” per le coronarie, la possibilità ai tanti incoscienti di “fare la squadra” o “la riga” per farsi belli dinanzi alle ragazze, anche se oggi sempre più ragazze fanno la squadra e la riga per farsi belle dinnanzi ai giovanotti.
Mi creda, ne ho viste “di pelle e di becco”; qualcuno mi ha scelto come terminale della propria esistenza e me ne dispiace, ma la maggioranza mi ha usato, dalla mia nascita nel 1922, per accorciare il suo percorso di lavoro, andando a lavorare alle ferriere; altri per puro diletto turistico, la maggioranza; altri ancora per immaginarsi di poter buttare giù qualche politicante di mestiere e restituire, al mio territorio, quella dignità e quel “vissuto” che gli competono e che in troppi gli hanno sottratto.
Insomma, non valgo io quanto la Loggia dei Capitani di Cutigliano (vedi)? I miei genitori pro-tempore (Luca e Silvia) sono venuti a parlare con Lei, nella figura del dott. Iozzelli, per perorare la mia “guarigione”.
Prima di fine mese le arriverà la “cura” che devo sostenere e io spero vivamente che il suo cuore si apra e la sua munificenza si disveli.
Sarò sincero: non porto voti, ma offro vuoti e sensazioni inimmaginabili!
Sotto a me un ristorante e un laghetto per pescatori attendono la lieta novella della mia guarigione.
L’attività turistica dipende molto dalla mia salute; dai mercatini alle rappresentazioni storiche e ludiche che mi fanno sentire importante per il mio territorio fino alla semplice considerazione che se Abetone ha il Danti e il Risaliti, Piteglio e San Marcello hanno me, il Ponte Sospeso! Vuole mettere?
Anche se sono consapevole del fatto che “brevis est magni fortuna favoris”, cioè “dura poco la fortuna del favore di un grande”, io spero che prima della sua dipartita (da Presidente della Fondazione Caripit, intendo), abbia un po’ di tempo anche per dedicarmi i suoi favori e le sue attenzioni.
Se non crede a quanto detto, mi venga a trovare, magari insieme al miserevole scrivano che ho ingaggiato all’uopo.
Ho una voglia matta di far sapere a Santa Caterina, una mia vecchia antenata che abita in piazza a San Marcello, che io “ce l’ho fatta”, mentre lei è a pezzi e a bocconi…
Grazie, Presidente!
Ponte Sospeso
[*] – Ospite
One thought on “«CARO PRESIDENTE PACI, MI DÌA UNA MANO (E NON SOLO)…»”
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