carta canta • 2/a. ALLA FINE TUTTO TORNA: A PROPOSITO DI SUOLO PRIVATO MA CON SERVITÙ DI PUBBLICA UTILITÀ, TANTO PER SMENTIRE IL RAGIONIER PERROZZI, IL COMUNE DI QUARRATA E LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PISTOIA

Perché al ragionier Perrozzi è stato concesso, sempre e comunque, qualsivoglia autorizzazione richiesta? E perché io e i membri della mia famiglia – ma, ancor prima, qualunque altro cittadino proveniente da qualsiasi parte d’Italia – dobbiamo cambiare i nostri stili di vita dal momento che a un ragioniere è venuta voglia di essere il cosiddetto «padron del baccellaio»?


E con queste due domande di sanatoria, illecitamente accolte dal Comune di Quarrata, nel 2008 accadde che il ragionier Romolo Perrozzi poté permettersi di bloccare tutto il castello delle case di Lecceto e così costringere questa signora, Bruna Lapini, mia madre, lì nata e lì proprietaria di terreno e di tre abitazioni, a non potersi recare mai più nei sui possedimenti fino alla sua morte avvenuta nel dicembre 2016, otto anni dopo. Adesso la stessa sorte sta toccando a me. Ma per la procura di Pistoia e il signor Curreli sono io il “pericoloso stalker”: io che non posso più salire nei luoghi dove sono cresciuto e ormai invecchiato. Per questa mia colpa mi sono dovuto sorbire 104 giorni di arresti domiciliari illeciti poi cancellati dal Tribunale del Riesame. Domanda: ma che giustizia è quella della procura di Pistoia? L’interesse pubblicistico di questa vicenda – come chiede il sostituto Giuseppe Grieco – sta nel fatto che in uno stato davvero democratico i cittadini devono sempre sapere come e perché leggi e norme non vengano rispettate e proprio dalle «autorità costituite» di cui parla il Gip Martucci

 

SE CHIEDO CHE LA LEGGE SIA APPLICATA

PERCHÉ IL PIEMME MI DÀ UNA PEDATA?

ALLORA È MEGLIO FARE I FURBACCHIONI

E RIPAGAR LA LEGGE CON CALCIONI. . .

 


Ma un contratto così vi sembra che sia ambiguo e non chiaramente ed immediatamente comprensibile? Ma i tecnici del Comune di Quarrata, pagati dai cittadini, cosa ci stavano a fare, Sabrina Sergio Gori, quando nel 2008 eri sindaca (inutile) tu?

 

OGGI, contrariamente a ciò che di solito fa la pubblica dis-amministrazione (sia il pessimo Comune di Quarrata, disinformato, arrogante, prepotente e prevaricatore; che la procura della repubblica di Pistoia, sostenitrice delle non-indagini del Pm signor Claudio Curreli, che sembra aver preso le parti del ragionier Perrozzi senza affrontare una seria analisi dei fatti e dei documenti), riporto i lettori sulle tracce delle famose concessioni di chiusura di due piazzole su via di Lecceto e della strada interpoderale/vicinale che il Perrozzi stesso addobbò con un robusto cancello de fero per potersi isolare e difendere dal resto del mondo crudele e invasivo.

Chiarisco. Le chiusure le chiese e le realizzò il ragioniere di Pescina: ma che colpa ne ha, costui, personalmente, se la massa di incompetenti degli uffici tecnici gli dissero di sì e gliele permisero facendogliene gradito dono su piatto d’argento?

E, tuttavia, proprio per questo: è giusto che, per la massa di incompetenti spocchiosi, si contravvenga a norme e princìpi generali dell’ordinamento in vigore? A strumenti più chiari della luce del sole per tutti tranne che per il Comune stesso e per la procura della repubblica, tenuti, per primi, a tutelare l’interesse generale e il bene comune palesemente danneggiati dall’ignoranza dilagante di questo secolo buio di dittatura democratica?

Torniamo un passo indietro e rileggiamo con attenzione questi tre miei precedenti interventi:

  1. anpi orizzonti okkiònici. la “mission” della sinistra dell’ambiente? favorire la fruibilità del “territorio aperto”, adeguando la rete della viabilità diffusa con illecite chiusure a cancelli e catene
  2. carta canta • 1. alla fine tutto torna: iniziamo a pubblicare i falsi e gli scempi del comune di quarrata, «un posto (secondo sabrina sergio gori) dove si vive bene»
  3. carta canta • 2. alla fine tutto torna: bella storia davvero quella dei cancelli sulle interpoderali e delle catene per passo carrabile sulla vicinale di via di lecceto

Quando il Perrozzi e la moglie comprarono a Lecceto, nel loro atto notarile il discorso fu esplicito e cristallino: le terre da loro acquistate erano dichiarate come soggette a implicita – ma non per questo irreale – servitù di uso pubblico e collettivo (vedi l’atto notarile, che il signor Curreli non ha voluto esaminare e prendere in considerazione).

Qual era, nel 1996, lo «stato di fatto e di diritto» del venduto a Perrozzi «come goduto e posseduto… dalle rispettive parti venditrici» in precedenza?

È presto detto. E bastava che certi accigliati e severi censori leggessero i miei articoli e le carte in essi allegate. Era sufficiente che spulciassero l’art. 111 (ma anche il 194, che tocca le zone EC2: aree della collina arborata) del regolamento urbanistico, riguardo alla Viabilità vicinale esistente al 1954 sulle mappe d’impianto del Catasto di Pistoia:

  1. È la rete della viabilità vicinale, costituita dai percorsi di rilievo secondario che hanno assicurato l’accessibilità capillare ai fondi agricoli e che costituisce una risorsa per il territorio e come tale va salvaguardata.
  2. È prescritta la tutela ed il ripristino della continuità e della percorribilità dei tracciati, nonché il recupero degli elementi di cultura materiale ivi presenti (cippi, recinzioni, fontane, muri in pietra a secco ecc.).
  3. I percorsi che costituiscono la viabilità vicinale non possono essere eliminati; l’eventuale modificazione di un tratto va sottoposta alla autorizzazione della commissione comunale per il paesaggio.

Detto questo: perché al ragionier Perrozzi è stato concesso, sempre e comunque, qualsivoglia autorizzazione richiesta? E perché io e i membri della mia famiglia – ma, ancor prima, qualunque altro cittadino proveniente da qualsiasi parte d’Italia – dobbiamo cambiare i nostri stili di vita dal momento che a un ragioniere, che se l’è presa con me per motivi di dottore/non-dottore, è saltato lo schiribizzo di punirmi/ci come se avessimo offeso la divinità tutelare di Lecceto?

Da queste considerazioni elementari le domande, sia per il Comune di Quarrata che per la procura della repubblica di Pistoia, sono le seguenti:

1. il ragionier Perrozzi ha forse il sangue blu? 2. Ha più diritti di altri? 3. È un privilegiato? 4. Deve essere trattato con più rispetto di altri? 5. Gode dello ius primae noctis sulle terre di Lecceto? 6. Ha comprato, insieme a terre & castella, anche le anime dei con-residenti e non solo? 7. Tutti sono suoi servi della gleba e borghesi deminuto iure (con meno diritti)? 8. Lui vale e conta di più perché è un noto e apprezzato e stimato e utilizzato Ctu del tribunale di Pistoia, una specie di Marchese del Grillo, mentre tutti gli altri «non sono un cazzo»? 9. È esentato dalla «declaratoria di uguaglianza dinanzi alla legge» di cui all’art. 3 della Costituzione? 10. E in base a quale ordine direttoriale o del regime del terrore?

Seguite le evidenziazioni e riflettete con la vostra testa e non con quella conformata (= condizionata) alle autorità costituite. Chinar la testa al potere è uguale a mantenere lo status quo ovvero il Medioevo di nobili che godono e gleba che stride

Con queste domande rispondo pure a certe volgari – a mio parere – e inammissibili insinuazioni della procura della repubblica di Pistoia che mi ha pregiudizialmente accusato di aver mosso mari e monti solo per interesse personale; e del pari rigiro certe offensive considerazioni alla procura medesima, chiedendo, a mia volta, di sapere quale sia l’interesse personale di un Pm, come il signor Claudio Curreli, di difendere la legge come inquisitore di stato e, al tempo stesso, di favorire Terra Aperta come disobbediente alla legge ed emulo dei don accoglientisti, Biancalani & Tofani, salvo se altri.

O quale possa essere l’interesse personale di un quisque de populo (uno zubo qualsiasi o un idiota, nel senso etimologico greco di «cittadino privato») di andare in ferie ad Acapulco piuttosto che a Città del Messico; a Buenos Aires piuttosto che a Rio de Janeiro, dato il fatto che il diritto alla mobilità è universale e universalmente riconosciuto come quello (pacifico) del diritto di vivere come si è sempre vissuto per tutta una vita finché, all’improvviso, un ragioniere ha deciso di importi un radicale mutamento di stile inammissibile e, di fatto, più che in odore di stalking.

Su questo credo, opino e ritengo che debba essere tutta compatta e concorde anche la procura del signor Tommaso Coletta, che qui richiamo a riflettere, con la dovuta diligenza e cura, sull’evidenza (schiacciante, a mio parere), dei propri mille inammissibili errori di valutazione e negligenza nella formazione delle cosiddette prove contro di me, nessuna delle quali rispetta il pieno dettato dell’art. 358 c.p.p. nel faticoso lavoro di raccolta del sostituto titolare dell’inchiesta.

Avranno parlato, i due coautori, dell’articolo 358 del codice di procedura penale? O si saranno limitati a teorizzare quali fascicoli – pur utili all’imputato – possono essere mandati all’archivio senza tenerne alcun conto? «Quando il potere esige la ragione, è pronto a far del male alle persone» [pseudo Confucio o, forse, Fanfulla da Lodi]
E sì – va detto anche questo – che il signor Claudio Curreli, oltretutto, è noto per poter vantare, nella sua bibliografia, un prestigioso “manuale del pubblico ministero” per i tipi – addirittura – della Giuffrè e con coautore il signor Francesco Mìnisci, non ignoto – come pare – al signor Luca Palamara.

A questo punto consiglio a tutti – Comune di Quarrata (giunta dell’Anpi in ciabatte con assessore alla legalità Francesca Marini e segretario Luigi Guerrera, responsabile anticorruzione) e dipendenti impreparati connessi; prefetto di Pistoia, praticamente invisibile; inutili sindaci quarratini passati e presenti; procura della repubblica di Pistoia; polizia giudiziaria le cui indagini sono, innegabilmente, da mani nei capelli quanto a superficialità, approssimazione e ignorantia legis; geometri, architetti e ingegneri; ragionieri e Ctu del tribunale; la gentile Signora Elena Giunti, nella sua veste di Giovanna D’Arco del Perrozzi –; consiglio a tutti, dicevo, di leggersi i seguenti documenti e di prenderne umilmente atto e buona nota una volta per tutte, mettendo un punto a ciò che – a mio parere – sembra, e forse lo è, un vero e proprio stalking giudiziario sollevato contro chi sta chiedendo solo la fedele e ineludibile applicazione delle norme e delle regole in vigore:

  1. Regolamento Urbanistico del Comune di Quarrata (cercàtelo da soli sul sito del Mazzanti)

  2. Strada privata ad uso pubblico

  3. Tar Toscana – viabilità

E ora che ne sarà del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato
senza saperne nulla.
Un imprevisto è la sola speranza.
Ma mi dicono ch’è una stoltezza dirselo.
Parlare ai sordomuti è tempo perso…*

Eugenio Montale
* verso apocrifo interpolato ad hoc

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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