
PISTOIA-CASALGUIDI. Con la presentazione della stagione di prosa 2015 del Teatro Francini di Casalguidi si arricchisce anche quest’anno la proposta teatrale sul territorio, grazie alla stretta e felice collaborazione tra il Comune di Serravalle Pistoiese – con un impegno economico costantemente rinnovato e quest’anno addirittura incrementato – e l’Associazione Teatrale Pistoiese.
Viene così nuovamente proposto un cartellone di qualità a costi contenuti, calibrato sulle specifiche caratteristiche della piccola sala, che si è guadagnata negli anni il gradimento del pubblico e che ha ormai un proprio ruolo nella programmazione teatrale della nostra provincia.
Si conferma la formula degli otto appuntamenti, in programma tra febbraio ed aprile: quattro serali e quattro, in orario scolastico, per scuole materne, elementari e medie.
La stagione serale quest’anno si caratterizza fortemente all’insegna della presenza femminile, con la partecipazione pressoché esclusiva di artiste. Passeranno, infatti, dalla sala di Casalguidi, tra teatro, musica, comicità e riflessione, tre attrici, una cantante, tre autrici e due registe: da Anna Mecci che torna a proporre il suo fortunato spettacolo Romanina (domenica 22 febbraio) a Rossana Casale con il suo intenso omaggio a Giorgio Gaber, Il signor G e l’amore (sabato 7 marzo) accompagnata da un trio di ottimi musicisti, da Monica Menchi, diretta da Cristina Pezzoli nella pièce tratta dal romanzo di successo di Mariapia Veladiano, La vita accanto (domenica 29 marzo, ore 21), a Valentina Sperlì, protagonista di Maledetto nei secoli dei secoli l’amore (sabato 18 aprile, ore 21) diretto da Renata Palminiello, produzione dell’Associazione Teatrale Pistoiese, dal testo di Carlo D’Amicis, scrittore di fama e autore-redattore di programmi Rai ‘cult’ come “Fahrenheit” e “Panequotidiano”.
Per la sezione “A Teatro con la scuola!” saranno ospiti del Francini quattro compagnie, di solida professionalità: dalla ‘storica’ compagnia fiorentina di burattini, I Pupi di Stac, presente con due allestimenti a L’Asina sull’Isola, specializzata nel teatro d’ombra fino al gradito ritorno di Elisabetta Salvatori, straordinario talento di ‘affabulatrice’, accompagnata al violino da Matteo Ceramelli.
Anche per quest’anno rimangono invariati i prezzi dei biglietti: 11 euro per gli spettacoli serali e 5 per quelli dei bambini. La prevendita per gli appuntamenti serali si effettua a partire dal lunedì precedente la data dello spettacolo presso la Biblioteca Eden di Casalguidi (0573 917414 biblioteca@comune.serravalle-pistoiese.pt.it). I biglietti possono essere acquistati e prenotati anche alla Biglietteria del Teatro Manzoni di Pistoia (0573 991609 – 27112 www.teatridipistoia.it
L’apertura, domenica 22 febbraio (alle 21), è per l’esuberante talento di Anna Meacci, la popolare attrice toscana che ha, al suo attivo, numerosi interventi sulle apparenti follie del vivere sociale. In Romanina, spettacolo da lei scritto in tandem con Luca Scarlini, per la regia di Giovanni Guerrieri, ripercorre la vicenda, tra ironia e pietas, di Romina Cecconi, tra le prime in Italia a cambiare sesso e la cui storia (raccontata nel 1975 nel libro Io, la Romanina) è stata un segno importante di un costume che cambiava e di cui fu clamorosamente protagonista. Un percorso difficile che, per quanto accidentato, viene narrato sempre con piglio deciso e con uno humour tagliente che non indietreggia di fronte alle prevaricazioni di una legge che la volle prima nel carcere maschile e poi in quello femminile. Uno spettacolo che racconta un pezzo di storia del Belpaese e delle sue numerose contraddizioni.

Sabato 7 Marzo (alle 21) protagonista del secondo appuntamento teatrale è Rossana Casale, che con la sua ‘calda’ voce jazz rivisita Giorgio Gaber nello spettacolo Il signor g e l’amore (un tour che è partito l’anno scorso, dopo l’uscita dell’album omonimo) attraverso i testi che dipingono le complesse dinamiche dell’amore, il rapporto tra l’uomo e la donna come scambio intenso ed effimero, desiderio di armonia e, insieme, di sfida continua, senza falsi schemi, tra tenerezza e bisogno di inventare…
Ai monologhi e alle canzoni che trattano specificatamente il tema dell’amore – Il desiderio, Quando sarò capace di amare, Ora che non sono più innamorato – la Casale alterna alcuni brani più leggeri e scanzonati, come Il corpo stupido, Torpedo blu, Ma pensa te. Ad affiancare Rossana sul palco, il pianista Emiliano Begni, il sassofonista Francesco Consaga ed Ermanno Dodaro al contrabbasso, noti musicisti che si muovono tra jazz, teatro musicale e canzone d’autore, e con i quali la Casale ha già collaborato nel tour teatrale Circo immaginario. Un tributo intenso e appassionato, fortemente voluto dalla Casale e che la Fondazione Gaber ha entusiasticamente scelto di promuovere con il proprio patrocinio.
“Con loro ogni concerto è un viaggio inaspettato ed emozionante – afferma la cantante – e l’unione con Gaber si sta rivelando un’ulteriore scoperta meravigliosa”.
Monica Menchi è la protagonista, domenica 29 marzo (alle 21), di La vita accanto, tratto dal romanzo (Einaudi, 2011) di Mariapia Veladiano, la scrittrice vicentina, già Premio Calvino 2010 e finalista allo Strega 2011. Un testo che ha commosso e conquistato un’ampia platea di lettori e che arriva a teatro nell’adattamento di Maura Del Serra e con la regia di Cristina Pezzoli. Al centro la figura di Rebecca, nata irreparabilmente brutta, che vive quotidianamente l’esperienza del ‘rifiuto’ (in primis quello da parte della madre) ma che, grazie al suo straordinario talento musicale per il pianoforte, riuscirà ad acquisire uno sguardo nuovo sulla storia di dolore che segna la sua famiglia, e la grazia di una vita possibile.
“Questa storia – commenta Cristina Pezzoli nelle note di sala – sfida il tempo in cui è stata scritta: un’epoca in cui l’apparire ha seppellito l’essere, in cui ‘photoshoppare’ visi e corpi è la regola che si impone per correggere e falsificare ogni minima imperfezione del corpo umano. Mettere in scena la bruttezza come metafora, conservarne il mistero, non banalizzare rendendo realisticamente ‘mostruosa’ la protagonista, è un compito non piccolo poiché tutto quello che accade nel romanzo di Mariapia Veladiano e nell’efficace riduzione teatrale di Maura Del Serra, ruota intorno a questa condizione. La letteratura e la poesia possono far vedere solo dicendo, il teatro deve far vedere anche agli occhi. L’invenzione della bruttezza è dunque il nostro punto di partenza, il cambio dello sguardo del pubblico alla fine del racconto, ci auguriamo sia il punto di arrivo…”.

Valentina Sperlì torna a vestire (sabato 18 aprile, alle 21), con una raffinata prova d’attrice, i panni della spregiudicata chiromante televisiva Lady Mora, il personaggio dell’omonimo racconto breve dello scrittore Carlo D’Amicis (edito da Manni, 2009), nello spettacolo, prodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese, Maledetto nei secoli dei secoli l’amore, un progetto teatrale elaborato a quattro mani dalla stessa Sperlì con Renata Palminiello che firma la regia del lavoro. Ci si può assumere la responsabilità della morte di un uomo, dopo aver rifiutato quella della sua esistenza? È quanto accade a Lady Mora quando, unica parente rimasta in vita, è chiamata a decidere il destino di un cugino entrato in coma.
Anni prima, la donna fuggì l’amore del cugino, che invece non l’ha mai dimenticata. Oggi, potrà abbandonarlo ancora? “Sia stato il caso, la vita o l’amore ad averla portata di fronte al cugino – spiega Renata Palminiello – ormai Lady Mora non può andare via: questa è una condizione dove, per quanto si dubiti sempre di saperlo fare, si resta, si sta. E lei resta, sta, inchiodata a terra. L’improvvisa vicinanza con la morte la precipita non solo nello stato emotivo di impotenza e disorientamento, ma anche in un luogo speciale, “‘fuori dal tempo’, dove, nel continuo flusso di parole, con rabbia e riso, con sarcasmo e rimprovero, con dolore, la vita di lui e quella di lei si sovrappongono, cadono l’una nell’altra. Per questo lo spettacolo non è propriamente un monologo, ma un dialogo con una persona che non può rispondere…”
[marchiani – teatro manzoni]