caso miss mondo toscana. LE FEMMINISTE SONO LE VERE NEMICHE DELLE DONNE

Il simbolo del femminismo

PISTOIA. Le opinioni degli altri sono spesso abominevoli, come i racconti dei loro viaggi. Divengono, oltretutto, anche d’una noia mortale quando, aprioristicamente, non si discostano dal solco tracciato dal pensiero maggioritario perbene.

In due parole, appena hai finito di leggerne (stiamo parlando di articoli di giornale), esclami “che palle!”.

La violenza sulle donne: che palle! L’omofobia: che palle! La xenofobia: che palle! Il femminismo: che palle! L’articolo di Ilaria Bonuccelli sul Tirreno del 25 maggio: che palle! E preghiamo quest’ultima di non accusarci di maschilismo per aver utilizzato unicamente il termine “palle”, tipici attributi maschili.

Ma veramente la vicenda pisana dell’attempato organizzatore di Miss Mondo Toscana, che propone ad una concorrente (inviata di Striscia la notizia) sesso in cambio della fascia di miss, può essere catalogata come violenza sulle donne, mentalità dello stupro, di cui parla la Bonuccelli?

Tale proposta ha l’unico difetto di rendere nullo il concorso di bellezza, la cui credibilità è evidentemente minata dai favoritismi elargiti dal signor organizzatore. E nient’altro. La violenza è fino a prova contraria inesistente. E in questo caso ci sono le prove che non si è mai consumata. Libero scambio in libero mercato. Non vi piace? Cambiate canale.

La finta concorrente era difatti dotata di una telecamera nascosta che ha registrato la proposta del signor Paolo Ciucci, un uomo potente che ha utilizzato la sua posizione per richiedere una prestazione di cui aveva voglia. Alla sua domanda è seguita la risposta della finta concorrente: un secco no.

Striscia la notizia coi suoi due conduttori

Ma il punto è un altro, perché è evidente che a nessuno freghi alcunché del rispetto delle regole in un concorso di bellezza. Questa passione che le femministe a gettone mettono nel difendere maldestramente le loro simili, finisce per azzoppare la libertà delle persone di fare del proprio corpo cosa credono meglio.

Le sentenze di assoluzione nel processo Ruby hanno scardinato le certezze della compagine composta da moralisti e femministe: il termine mercimonio, soprattutto senza l’ombra del reato penale, è da tribunale talebano. Questioni private. Punto.

Al cascame del femminismo militante è rimasta come unica alternativa quella di vociare a casaccio sulla questione della violenza sulle donne, chiamando “al lupo! al lupo!” in ogni occasione. Maria De Filippi, conduttrice di successo che non nega di avere avuto fortuna grazie al suo rapporto con Costanzo, vi bacchetterebbe.

Il problema, femminista cara, non è se oltre alle gambe ci sia di più: il problema è se questo di più sei disposta a farlo funzionare.

[Lorenzo Zuppini]

Print Friendly, PDF & Email