caso puppato. «STALINISTI, MA CHI? L’ANPI O IL PD?»

Puppato Defenestrata
Puppato Defenestrata

PISTOIA. A seguito della campagna denigratoria in atto su tutti i media, ci sembra opportuno, come Presidenza Anpi di Pistoia, entrare nel merito di quanto denunciato dalla senatrice Laura Puppato, sostenitrice del Sì nel referendum costituzionale insieme con la maggioranza del Pd, a cui non è stata rinnovata la tessera di iscrizione alla sezione Anpi di Montebelluna per l’anno 2016.

Si è trattato di una richiesta di rinnovo tardiva, dal momento che il tesseramento scadeva il 31 ottobre, e giunta nel momento di massimo scontro tra sostenitori del No e del Sì alla prossima consultazione referendaria.

È questo il contesto in cui deve essere collocata la decisione assunta dalla sezione di Montebelluna, e sostenuta dal Presidente Anpi di Treviso, di non confermare alla senatrice Puppato l’iscrizione per l’anno 2016.

A Pistoia, come nella maggior parte delle province italiane, a nessuno che ne abbia fatta richiesta in tempo è stato rifiutato il rinnovo dell’iscrizione, anche a chi è schierato in prima persona sulla posizione opposta alla linea ufficiale dell’Anpi, deliberata al Congresso Nazionale – con soli tre astenuti – da tutti i delegati delle oltre 3000 sezioni territoriali.

Possono confermarlo i dirigenti del Pd nostri iscritti, a partire dal Segretario Provinciale, Riccardo Trallori. Ci siamo infatti attenuti alla linea indicata dal congresso, per cui ciascun nostro iscritto è libero di votare e di schierarsi in base al proprio personale orientamento, a condizione però che, a nome dell’Anpi, non si collochi su una posizione opposta, o che, in quanto iscritto, non manifesti pubblicamente contrarietà alla linea votata dal Congresso, o, addirittura, che non diffami o dileggi la sua dirigenza nazionale, come più volte abbiamo dovuto con sconcerto constatare nel corso di questa estenuante ce divisiva campagna referendaria.

Puppato. Alla fine l’intellettuale se ne farà una ragione...
Puppato. Alla fine l’intellettuale se ne farà una ragione…

L’Anpi non ha accusato il Pd di comportamenti “totalitari” quando alle sezioni che ne facevano richiesta non è stato concesso di allestire stand con la propria bandiera all’interno delle feste dell’Unità dell’anno in corso, anche nei casi in cui ciò costituiva una lunga consuetudine, né quando sindaci del Pd hanno negato all’Anpi la concessione di spazi pubblici per la raccolta delle firme a sostegno della richiesta referendaria, o per eventi connessi con la Costituzione, adducendo motivazioni di inopportunità politica e non legate a ragioni di sicurezza.

L’Anpi, tuttavia, non dimentica che chi oggi l’accusa di “stalinismo” appartiene a quello stesso partito che ha rimosso dalla commissione Affari Costituzionali i propri deputati che non garantivano voti obbedienti per la modifica della legge elettorale, che ha rimosso il sindaco di Roma del Pd, facendolo sfiduciare in uno studio notarile e che di recente non si è dissociato dalle grida da stadio di chi chiedeva l’espulsione dal partito di quei dirigenti e parlamentari che hanno scelto di schierarsi per il No in autonomia di coscienza rispetto alla maggioranza.

A Pistoia i confronti sulle tematiche referendarie tra rappresentanti dell’Anpi ed esponenti del Pd si sono finora svolti in maniera civile, come è proprio di due organizzazioni democratiche, e ci auguriamo che quanto è accaduto alla senatrice Puppato non costituisca il pretesto per accentuare gli attacchi all’Anpi, accusata addirittura di “squadrismo”, e per acuire le tensioni e le divisioni all’interno della società italiana e pistoiese, in particolare.

Anpi Pistoia

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