cassero 1984. CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA

La Nazione, 9 luglio 2016 - Cispel
La Nazione, 9 luglio 2016 – Cispel

CASALGUIDI. Alessio Gargini ci scrive:

Caro direttore,
ci risiamo con il Cassero e, dopo i primi giorni di cronaca e di paura, vedo già partita l’operazione “vaselina”. Prova ne sono gli interventi che iniziano a circolare subdolamente a difesa dell’impianto.

Valga per tutti l’articolo di sabato del presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo, in cronaca della Nazione e anche su Linee Future. Un concentrato retorico di servilismo al sistema. Privo di numeri e di riscontri oggettivi.

Ad esempio cosa vuol dire che in discarica vengono conferiti la stragrande maggioranza dei rifiuti non pericolosi dell’Ato Toscana Centro? A me risultava (fino a pochi anni fa) un dato certo: il 60/70% proveniva dal centro Italia, il 20% dal Nord Est ed il 10% dall’Italia del Sud.

L’Ato Centro rappresentava il conferimento di rifiuti pari alla metà di quelli di tutta la Toscana (50%) quindi il 25% del totale. Cosa ben diversa della stragrande maggioranza. Poi, a meno che il giornalista non ci abbia messo del suo, cosa vuol dire “La discarica, fanno sapere”… Ma fanno sapere chi?

Detto questo, sono andato a ricercare nel mio archivio “discarica” alcuni spunti. Ho tutto quello che è stato detto e pubblicato dal 1984 ad oggi e che ho messo da parte per la scrittura di un libro che ancora, purtroppo, non ha un capitolo svolto.

Alessio Gargini
Alessio Gargini

Tra le varie cose saltate fuori, ne ho trovata una che ritengo molto interessante. Si tratta di un mio intervento allegorico sui personaggi politici implicati nella discussione-discarica. Va letta in quel contesto, siamo nel 1986. E per tale motivo, ti ho allegato i richiami delle voci a piè di pagina.

La pubblicazione avvenne su “Riformismo Oggi”, un mensile del Psi pistoiese che la nostra sezione di Casale sfruttava per le comunicazioni locali. Poi diventato L’Agorà, con te direttore responsabile e io come direttore editoriale.

I giochi erano chiari già 30 anni fa per chi sapeva leggere… Il Piano Provinciale dei rifiuti era diabolico: una discarica di rifiuti (all’epoca urbani), un centro di stoccaggio e una discarica di inerti.

Tutto concentrato a Serravalle o quasi. In un Comune diviso fisicamente in due realtà che non avrebbero mai fatto una lotta comune e con votanti fedelissimi al partito di Berlinguer.

Ti allego il Pdf dell’originale e la copia in Word.

Cari saluti.

Alessio Gargini


 

GLI INCUBI NOTTURNI DI AMLETO CASSERI

 

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Il testo originale

Una notte verso la fine del mese di Maggio il compaesano Amleto Casseri [1], siciliano di origine proprietario di una casa colonica nella zona del Pantano [2], non riusciva a prendere sonno.

La sera prima aveva partecipato ad una assemblea a Casalguidi, dove si era discusso di un Piano Provinciale per i Rifiuti che avrebbe dovuto mettere fine allo smaltimento selvaggio degli stessi.

Amleto, contadino di professione, ascoltò FED [3] -elmente quei dottori in grigio che parlavano e sparlavano di siti dai terreni argillosi (Fosso del Cassero), di inceneritori che avevano funzionato solo 9 settimane e mezzo (Pistoia), di impianti di trasformazione e compostaggio e così via fino a mezzanotte.

Tornò a casa portandosi dietro numerosi e preoccupanti dubbi: perché era stata scelta quella bella vallata vicino a casa sua per una megadiscarica? E perché i PRATESI [4] che abitano sopra di lui, da dove si gode una vista perfetta, non lo hanno mai avvertito di tutti quei movimenti nel fondo valle? E poi quello scambio di siti tra il primo e il secondo posto con Pistoia, per lui che in vita sua non era mai stato promosso, suonava come una beffa.

Alfio Fedi [Il Tirreno]
Alfio Fedi [Il Tirreno]
Si alzò dal letto pensando che una bella fetta di pane con due pomodori freschi posati sopra, avrebbe messo fine ai suoi tormenti, ma, proprio guardando quei pomi e pensando a quanta cura e a quanto tempo gli avesse dedicato per farli maturare, i dubbi tornarono a mordergli il cervello: come avranno fatto quei geologi della Coop Argentea [5] a compiere uno studio così approfondito su 500 siti possibili in soli due mesi?

Decise comunque di vederci più chiaro, abbandono vanghe e RASTrELLI [6] e si mise a frequentare tutte le assemblee dove si parlava della discarica, entrò nel “comitato cittadino” allo scopo istituito, partecipò a tutti i Consigli Comunali e, una volta chiarito che non si trattava di una questione di Soldi [7], diventammo amici.

Il buon Amleto, assetato di notizie, venne spesso a trovarmi; mi confidò che pur non essendoci nato, si sentiva particolarmente legato a quel luogo e non riusciva ad immaginarsi quei 20 ettari come ultima stazione (senza FATTORINI [8]) dei rifiuti provinciali; mi disse che aveva sempre in mente il bel PIC-NIC [9] tenuto vicino al fosso il 13 Maggio dell’85 con i suoi parenti [10] di Piazza Armerina che ricordò ghiottissimi di panforte CORSINI [11]; mi raccontò anche degli incontri-scontri che aveva avuto (dopo la delibera Prov.le del 27.10.86) a casa di GRILLO CANTA [12] male (il più grande allevatore di cavalli MORELLI [13] della zona) il quale, non era d’accordo di protestare mettendo dei PAGLIAI [14] in mezzo alla strada.

Cercai di tranquillizzarlo dicendogli che l’Amministrazione Comunale aveva dato incarico a dei grandi professori di condurre uno studio sul Fosso, ma lui mi interruppe dicendomi: non ME LO LASCI NA [15] scondere so come vanno a finire queste cose, arriveranno in FERRARI [16], azioneranno complicate macchine FORABOSCHI [17], ma non riusciranno a trovare altri siti GIUSTI [18].

Remo Fattorini
Remo Fattorini

Sapevo che Amleto Casseri amava molto il nostro Comune e non scorderò facilmente la faccia che fece quando gli dissi che avevano scoperto contemporaneamente… alla Giunta Comunale un’altra discarica stoccaggio di rifiuti industriali-artigianali e tossici-nocivi-pericolosi in loc. Pontacci [19], che il piano Prov.le indicava genericamente a Case Nuove di Masiano.

Passarono alcuni giorni e i nostri incontri divennero sempre più radi, Amleto riprese a frequentare il BAR-TOLINI [20] dove si stava tenendo un’importante convegno su “Trasparenza e Partecipazione al Piano Prov.le dei Rifiuti” e dal quale emersero risultanze positive anche per il nostro Comune: la zona di Serravalle era infatti salva.

Il nostro Amleto con quella sua predisposizione a perdonare che lo aveva sempre contraddistinto, si affrettò al telefono per darmi quella buona notizia, avrei voluto riattaccare, ma non so dove, trovai la forza di dirgli che proprio in quel momento rileggendo attentamente la relazione del “Piano” era emerso che la zona al valico del Serravalle [21] (futura ex cava Bruni?) pur non espressamente indicata, era fortemente indiziata per poter ospitare i rifiuti prov.li di “inerti edili e rottami d’auto”.

Fu allora che il buon Amleto, incredulo che anche il nuovo sito presentasse caratteristiche idonee per quel tipo di smaltimento rifiuti, si arrese, o meglio capì che si trattava solo di imposizioni politiche e ricordandosi di una frase che suo zio prete usava spesso ripetergli da piccolo disse: Ubi Maior Minor Cessat (il maggiore fa cessare il minore n.d.r.).

Gargini Alessio

[da riformismo oggi – Mensile del Psi di Pistoia – N. 2/5 Giugno-Settembre 1986]

Scarica: aml

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[1] Nome di fantasia che richiama i dubbi sulla prevista discarica del Cassero. [2] Pantano, nome della zona comprendente il Cassero. [3] Alfio Fedi, relatore Provincia e Assessore all’Ambiente (oggi presidente di PistoiAmbiente). [4] Enrico Pratesi, Sindaco Comune di Serravalle P.se. [5] Cooperativa di Geologi incaricata dalla provincia di Pistoia a ricercare un’area idonea alla discarica. [6] Riccardo Rastelli, Presidente della Provincia. [7] Vittorio Soldi, Consigliere Prov.le Psi (si astenne sul voto che dava il via libera al piano provinciale dei rifiuti). [8] Remo Fattorini, Consigliere/Assessore Comune di Serravalle P.se. [9] Indica il banchetto di voti che i Comunisti fecero in zona nelle vittoriose elezioni Comunali del 1985. [10] Parenti, sta ad indicare l’alta concentrazione Casalina di immigrati siciliani di Piazza Armerina (patria degli Sturzo dove tutti votavano Dc e che invece, a Serravalle, preferivano votare comunista). [11] Leardo Corsini, Consigliere/Assessore Comune di Serravalle P.se. [12] Cantagrillo, a quel tempo bacino “bulgaro” di voti comunisti. [13] Fabrizio Morelli, Vicesindaco/Assessore re delle tessere Casaline. [14] Giampaolo Pagliai, che all’epoca (anche ora) identificava il Psi e la lotta contraria all’impianto che i socialisti locali portavano avanti. [15] Antonio Melolascina, Consigliere/Assessore Comune di Serravalle P.se. [16] Ferrari, professionista bolognese (gruppo Airis) incaricato dalla Giunta del Comune di Serravalle P.se per lo studio di impatto ambientale, alternativo a quello della Provincia, al Fosso del Cassero. [17] Franco Foraboschi, Prof. Universitario Ingegneria ambientale di Bologna, idem come Ferrari. [18] Renzo Giusti, Sindaco uscente e capopopolo del Comune di Serravalle P.se.
[19] Pontacci, nome di una zona vicina al Cassero al confine con il Comune di Pistoia dove era stato previsto un centro di stoccaggio rifiuti poi non concretizzatosi ma, che si può dire sostituito, dall’impianto Dife di Masotti a Serravalle P.se. [20] Mauro Bartolini, Capogruppo consiliare Comunista del Comune di Serravalle P.se. [21] Valico del Serravalle, così era riportata l’indicazione sul piano che, presumo si trattasse dell’ex Cava Bruni, l’antico Piano Provinciale indicava una discarica di inerti. Individuazione poi sparita dal Piano e tornata attualmente di moda in prospettiva del raddoppio autostradale.

[alessio gargini]

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