cavalli di troia. L’AVVOCATO DEL DIAVOLO ERA UN INFILTRATO DI RENZI?

Più o meno deve essere andata così

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E la fantasia si scatena

 

QUALCHE GIORNO fa, precisamente il 27 agosto scorso, in un commento intitolato acume grillino. a forza di vaffanculo, ci sono andati anche loro, nel sommario avevo scritto «Conte che non contava adesso conterà tutto, soprattutto i quattrini che gli piovono in tasca. Per quattordici mesi questo “cavallo di Troia” penzolante tra i due ‘vicepremier’ ha aspettato l’estate per fare uscire dalla propria pancia il drappello di audaci che scioglieranno i 5 Stelle con un P[otente] D[etersivo] all’acido renzico».

Parlavo di “cavalli di troia” filomerkel (Trojanische Pferde, in tedesco), come Antonio Di Pietro, Cavallo I, spianatore della via del neocomunismo radical; e di un Cavallo II, nomignolo-etichetta applicabile a quel «Made in Leopolda» da me indicato con queste parole: «questo mite e serafico San Giuseppe di Volturara, fervente fedele e assolutamente non-professore cattedratico di prima fascia se non avesse a priori fatto l’atto di genuflessione all’ubiquo-immanente Pd per potere essere cooptato all’interno del mondo [c]accademico italiano».

Anche questa non è male

L’operazione, a mio avviso, di fare una fonduta Pd-5 Stelle, veniva da lontano e non poteva che essere andata così, alla faccia di quel povero sciocco di Zingaretti che si è fatto infinocchiare ben bene da un ex-tutto di Firenze: ex presidente della provincia, ex sindaco delle tramvie e dei parcheggi, ex dc-margheritico, ex rottamatore, ex non eletto presidente del consiglio, ex 40% Pd, ex riformatore riformato da un referendum finito a schifìo, ex sostenitore del Forteto, ex patrono delle banche (di Siena e d’Etruria), ex finanziatore delle Coop, ex coccolino di Napolitano che, per spingerlo a Palazzo Chigi, sgozzò – senza che Dio gli fermasse la mano – quel povero inetto Isacco di Letta a cui Renzi aveva consigliato di “stare sereno”.

Oggi, a conferma del mio “pensare male” su Giuseppi Conte, ecco che spunta una interessante bomba in Dagospia. Non voglio sciuparvi il piacere della lettura di questo intervento sul libro di Jacopo Jacoboni, giornalista di La Stampa; ma quella che era, per me, solo una plausibile intuizione, sembra sia stata una verità fattuale: e tanto basti a mostrarvi in che razza di paese europeo viviamo, con che razza di babbuini che ci assediano da ogni parte e – continuo a pensare andreottianamente male – sotto la regia di un vecchio Crono, ingoiatore dei propri figli, regista occulto e che nessuno rammenta mai neppure di striscio; quello Stalin italico che ci ha imposto, con la scusa dell’Europa, quattro governi illeciti, un presidente della repubblica illecito che è, sempre più evidentemente in mano sua e che, con questo cavallo di Troia di Conte, ci sta imponendo il quinto governo illecito della santa repubblica con la Costituzione più bella del mondo.

Cavalli di Troia [base T. Riverso]
Verrà, prima o poi, uno Zeus della giustizia che spodesta Crono-Napolitano e lo costringe a vomitare l’Italia che ha inghiottito e che non intende sputare per non essere spodestato del suo trono?

Arriverà un giorno in cui questa Europa, posseduta da una banca privata che si chiama Bce, farà la fine che merita, dopo aver fatto crescere i tedeschi (che però, ora, stanno felicemente entrando in recessione come noi) e i francesi (che ci hanno spalancato le porte dell’immigrazione guidata facendo fuori Gheddafi); un giorno in cui non sarà quel pagliaccio di Grillo a urlare «vaffanculo», ma l’elettorato che si sveglierà dall’incubo della democrazia del Partito Democratico, destinato a governare anche senza voti per grazia di dio e volontà dei renziani?

Insomma: ci sarà una penicillina in grado di guarirci da questa distruttiva sifilide politica?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
L’Italia è una repubblica Dem
La sovranità appartiene al Pd


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