c’è chi pòle. PAOLO MIELI SÌ, “LINEA LIBERA” INVECE MAI, PERCHÉ IL SIGNOR CURRELI ’UN VÒLE

 

Paolo Mieli: EGLI pòle (noi no)

 

Paolo Mieli commenta il profilo caratteriale di Massimo D’Alema e gli dà del tignoso. Fortunatamente non era a parlare di Don Ferdinando Betti (sindaco rigido come un baccalà), di Sabrina Sergio Gori (sindaco inutile) o di Luca Benesperi (noto nel “gruppo della falegnameria” – lui sa bene cos’è, anche se fa il puritano con l’assessore Agnellone… – come il sindachino): altrimenti la procura di Pistoia lo avrebbe rinviato a giudizio per crimine di lesa maestà!

 

PISTOIA. Come ogni mattina ascolto Radio24 e il programma “Le interviste” di Simone Spetia che nella trasmissione radiofonica propone un quotidiano intervento dell’autorevole analista politico Paolo Mieli, non certo l’ultimo dei pubblicisti, com’è chi scrive.

L’argomento di ieri, 14 maggio, è stato davvero bollente, trattando della scoperchiatura sugli scandali giudiziari della Magistratura.

Il noto e autorevole Mieli, peraltro gradito al sistema, si è fatto delle domande anche parlando delle critiche rivolte dal magistrato Nino Di Matteo al suo ex collega Davigo sul quale, Mieli si domanda se quest’ultimo, “insabbiava i fascicoli” sulla vicenda Amara/Loggia Ungheria.

II sostituto Claudio Curreli indagherebbe Mieli per avere dato del tignoso a D’Alema?

Poi, sempre il notevole Mieli (specificazione ulteriore e solo apparentemente ridondante, visto che il sig. Curreli potrebbe intervenire, se chiamato in causa, per un nuovo rinvio a giudizio, per la gioia dei sindaci della Piana (tutti e tre parti offese nel processo penale contro il direttore Bianchini) è passato a un ulteriore argomento hot: Massimo D’Alema il leader maximo che Belpietro, su La Verità, chiama amichevolmente baffino

Su cotanto politico, commentando le sue relazioni all’interno della sinistra proveniente dalle dazioni economiche dell’ex Pci, ha detto che “…D’Alema è tignoso…”.E stìcazzi!

Meno male che non lo ha detto al Betti sindaco di Montale, al Benesperi sindaco di Agliana, alla Sabrina Sergio Gori, ex-sindaco di Quarrata; o a don Piergiorgio Baronti: per molto meno – al primo è stato scritto che è “rigido come un baccalà”; al secondo è stato dato del “sindachino”; alla Gori che è stata una “sindaca inutile” (lo penso intensamente anch’io, per come è dimostrato storicamente dalle carte) e l’ultimo per come ha visto pubblicare sul nostro giornale un lettera di proteste di una lettrice per i rumori della sua Capannina al Bottegone —  il sig. Curreli avrebbe dato incarico alla  PG di fare le indagini (si è già visto!) e, dopo aver riascoltato il podcast di Radio 24, gli zelanti Ufficiali di Pg della procura della repubblica di Pistoia avrebbero certo convenuto che il Mieli ha duramente offeso l’onorabilità e il decoro, dunque l’immagine pubblica di baffino, chiedendo il rinvio a giudizio per Mieli, Simone Spetia e perché no, anche il direttore responsabile della testata radiofonica Sebastiano Barisoni.

Cosa ne dite? Siamo troppo severi? Niente affatto e non siamo ancora a nulla!

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]

 

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Rispettate l’informazione: troppi poteri ai giudici
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