PISTOIA. Siamo convinti che, se Forza Italia e Bartolomei avessero fatto una loro conferenza stampa prima di andare in Consiglio e assecondare i desiderata del signor Bertinelli, forse – diciamo forse perché nessuno può essere sicuro di niente in quest’Italia di Renzi e giudici costituzionali che snaturano la Costituzione – molte polemiche non ci sarebbero state.
Il primo chiarimento, stamattina, in conferenza stampa, ce lo ha dato Anna Maria Celesti: “O gestire noi, in qualche modo, il piano di recupero dell’ex-ospedale del Ceppo – ha detto – o rischiare di fare del danno: non solo alla città, ma anche e soprattutto alle fasce deboli della popolazione; a quelli che non saranno comunque in grado di poter toccare e attingere l’assistenza sanitaria sempre più a rischio, e fino da ora, per i meno abbienti e per gli anziani”.
In pratica il sì di Forza Italia al piano Rossi-Bertinelli è venuto solo dopo un’attenta analisi delle possibilità e dei calcoli probabilistici sul tappeto: perché non tentare la carta del pieno recupero dell’area destinata a fini sanitari (21mila metri quadrati di strutture esistenti e in buono stato) ipotizzandovi non una semplice caserma di uffici e scartoffie, ma un polo complesso in cui riaggregare, concentrare e far funzionare, secondo le stesse previsioni della Regione (delibera 117 del 16 febbraio 2015), servizi di Rsa, cure intermedie, centro diurno psichiatrico, Rsd, centro diurno anziani e centro diurno disabili e molto altro ancora?
“Nolenti o volenti – ha sottolineato la Celesti – ormai l’ospedale che abbiamo, il San Jacopo, è quello e non può più cambiare (sulla coscienza ce l’ha Enrico Rossi – n.d.r.). Ed è un ospedale monco, non solo perché mancano i letti, ma anche perché, proprio in quanto concepito come struttura a intensità di cura, offre prestazioni essenziali ma scarne, che devono essere interrotte nel giro di qualche giorno: eppure i pazienti che se ne escono dimessi, il più delle volte non sono del tutto guariti e hanno ancora bisogno di tornare in una qualche struttura per completare le cure…”.
A questo punto, ricordate cosa scrivevamo circa un mese fa? Dicevamo che l’Asl era costretta a riaprire un reparto di “ospedalizzazione” per le cure intermedie e altro ancora. Rileggete qui e provate a immaginare quei 250 letti che mancano al San Jacopo (quelli che costringono il “gommone” a chiudere le sale operatorie se scoppia un’epidemia influenzale!) e che tornano a ricomparire là, lungo il viale Matteotti, dove prima c’era il cosiddetto ospedale nuovo di un tempo.
“È dopo avere pensato a questo che, fatti inserire nell’accordo precisi impegni da parte della Giunta e dell’Asl, abbiamo deciso di sostenere il progetto con il nostro voto”, ha concluso Anna Maria Celesti. “Solo in questo modo, con queste ‘clausole’ saremo in grado di poter tenere l’Asl al pezzo fino a farle realizzare se non tutto il “libro dei sogni”, almeno una importante e consistente metà di esso”.
Sabella, dal canto suo, ha dato supporto non solo alle aspirazioni e ai desideri della collega di Forza Italia sotto questo profilo socio-sanitario, ma ha aggiunto che l’aspetto commerciale dell’area è garanzia sufficiente a far tornare a vivere una zona che, dalla costruzione del San Jacopo in poi, era stata ridotta in una sorta di deserto. “Perché noi vogliamo – ha sottolineato il consigliere – che quella zona di Pistoia torni a respirare e non solo per qualche ora di giorno, limitandone l’uso e l’utilizzo a uffici e offerte museali”. Perché, se davvero all’ex-Ceppo verrà la casa della salute di Pistoia, si ricreerà un giro di frequenza di circa 20-30mila cittadini.
Più impegnativa – pensiamo – e in salita la via per Bartolomei, che ha dato il suo assenso pensando che l’inversione di tendenza assunta dalla Giunta (accollarsi l’onere delle opere di urbanizzazione: 7,2 milioni secondo Bertinelli; 10 o anche di più secondo Bartolomei) se non altro rappresenta lo sconfessamento del tremendo errore della Giunta Berti che affidò l’urbanizzazione dell’ex-Breda a un Giusti poi travolto dal crollo del settore delle costruzioni e del mercato immobiliare a Pistoia.
“Ma con questa decisione – ha sottolineato Bartolomei – saremo noi a dare le carte nel gioco: e se l’Asl non realizzerà quello che ha promesso, non avrà neppure i benefici che si aspetta dal Comune, cioè le varianti di destinazione degli immobili, di cui Abati & C. necessitano di rientrare in possesso, per poter realizzare i 18 milioni di euro che la Regione si aspetta di intascare da tutta l’operazione pistoiese”.
E attenzione – ha sottolineato Bartolomei – che è stato detto sì a una precisa condizione: che i milioni necessari all’urbanizzazione dell’area non schizzassero fuori da nuovi indebitamenti e mutui strozzanti: le fonti di finanziamento dovranno necessariamente e unicamente venire dall’Europa e non da guai e nuove tasse per i pistoiesi.
Ora vedremo come andranno le cose per un’operazione che, pur iniziando a breve, si svilupperà per un intero decennio prima di giungere a regime completo. Ma il rischio, però, è anche un altro: il “quartiere europeo”, voluto da Bertinelli, e “car free”, senza macchine. E dunque? Dove si parcheggerà? Dove si metteranno le tanto disprezzate quattro-ruote?
Eppure Bartolomei sembra strasicuro che “car free” non significhi auto in piazza Oplà o ancor più lontano e peggio. Resta comunque sotto il nostro mirino, come gli abbiamo ripetuto più volte. Siamo pronti a impallinarlo se non farà come ha detto.
È chiaro, ora, il perché del sì a Bertinelli, da parte di Forza Italia e di Bartolomei? Inutile dire che se il Sindaco non saprà far rispettare i patti, sia Forza Italia che Pistoia Futura torneranno di brutto sui propri passi.
Nel frattempo… incrociamo le dita e aspettiamo gli eventi.
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P.S.
1. Provocatoriamente abbiamo chiesto a Bartolomei se presto entrerà in Giunta con Bertinelli, ma ci ha subito risposto di no.
2. Provocatoriamente ricordiamo a tutti i consiglieri e ai politici di Pistoia – ma anche ai simpatizzanti del Pd, a chi ha lauree costruttorie e agli editori locali – che giovedì prossimo, a Villa Cappugi, possono andare a prendere piena coscienza dei dati che riguardano il mercato immobilar-edilizio pistoiese (vedi).
Potrebbe essere interessante per tutti, se non altro per evitare, a certi, il possibile imbarazzo conseguente all’aver detto “fantasie” sul mattone in questa città…