cene della legalità. PASSERELLA ALLA DYNAMO SENZA ‘LIBERA’ MA CON LA CNA

Cena della legalità Dynamo
Cena della legalità Dynamo

PISTOIA-LIMESTRE. Lasciandosi trasportare, se non dall’utopia almeno dalle buone intenzioni, alcune cose, per natura o per contenuto, assumono significati universali. Intoccabili e da difendere.

Sono immagini, concetti, simboli partoriti dal sacrificio delle persone, dai torti subiti, dalle conquiste ottenute. Hanno bisogno di rispetto e di capi chinati al loro passaggio e non possono essere utilizzati a sproposito, tanto per darsi un tono.

Ed è per questo che, nonostante l’affetto e la considerazione che si può avere nei confronti di Filippo Cogliandro, chef ambasciatore della Ristorazione Antiracket nel mondo, leggere l’invito che accompagna l’organizzazione della Cena della Legalità, da parte della Cna di Pistoia, ci ha provocato un sussulto e tante riflessioni (anche irritate).

Ben vengano iniziative che possano aumentare il senso civico delle persone, ma stiamo attenti a non cadere nell’utilizzo del logo purché sia; stiamo attenti a non svuotare di contenuti argomenti che invece troppo hanno bisogno di essere sviscerati e diffusi; stiamo attenti a non indossare delle stellette che ci facciano vivere solo di luce riflessa. Perché di legalità è bene parlarne, ma con il giusto rispetto, appunto.

Questa, invece, sembra proprio un’operazione di facciata, priva di reali contenuti, ma tant’è… ci siamo abituati.

Cena della legalità Dynamo. Il menù
Cena della legalità Dynamo. Il menù

Encomiabile lo sforzo della presidente Elena Calabria che (testuale dall’invito) “con questa cena curata dallo Chef Filippo Cogliandro Ambasciatore della Ristorazione Antiracket nel mondo vuol creare un momento conviviale per tenere alti i riflettori sul problema della legalità”.

Encomiabile l’intenzione, forse, ma discutibile la forma che, nel caso, si trasforma in sostanza a partire dal richiamo alla convivialità: Presidente Calabria, la convivialità si caratterizza per la spensieratezza, per il non essere impegnativa, per la rilassatezza e l’allegria! Di fronte alla legalità, per favore, restiamo seri.

Non viene evidenziato alcun dibattito e il programma, scarno e approssimativo, ci informa sommariamente solo dei saluti delle autorità (quali non è dato saperlo) e della proiezione di un video del cui contenuto nessuno ha notizie.

Dall’arrivo alle disposizioni ai tavoli intercorre poco più di un’ora e da allora in poi si parlerà solo di tortini, strigoli, nduja, salsicce, filetti e profitterols accompagnati da vini locali. Decisamente un bel modo per parlare di legalità, non c’è che dire!

Basta consultare internet per vedere che le cene della legalità sono ormai diventate una consuetudine sul territorio nazionale: ogni volta si accompagnano a relatori, testimonial e dibattiti. Prevedono il coinvolgimento di giovani e hanno un fine strettamente collegato al tema della serata.

San Vincenzo Manes
San Vincenzo Manes

Va ugualmente ricordato che proprio Nicola Gratteri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria e sotto scorta da trent’anni, ma non solo, ha recentemente ‘stroncato’ l’antimafia delle cene e dei convegni salottieri e autocelebrativi come strumenti per favorire la cultura della legalità (vedi qui).

In ogni caso le cene della legalità o greenwasching che siano avvengono generalmente sotto l’egida di Libera, l’associazione in Italia (auto)proclamata tenutaria del monopolio della legalità.

Questa della Dyamo curiosamente no e non sappiamo se per ignoranza (in senso etimologico di non conoscenza) da parte degli organizzatori dell’attività del locale, gruppo guidato da Alessandra Pastore, o per deliberata scelta, magari anche alla luce delle polemiche e dell’addio del figlio di Pio La Torre dall’associazione fondata don Ciotti (leggere qui).

Libera. 2
Alessandra Pastore, Libera Pistoia

Risulta comunque difficile pensare di coinvolgere dei giovani al prezzo procapite di 50 €:  i Lions a Montecatini non superarono i 30 €.

Come del resto è troppo comodo scrivere che una parte del ricavato verrà devoluta (a queste cifre sarebbe stato gradito almeno sapere in percentuale quanto, vista anche la presenza di sponsor – Coop e Bcc di Vignole e Montagna Pistoiese – che evidentemente contribuiscono) e ancor più sibillina è la connessione tra le attività svolte dalla Dynamo Camp, a cui andrà devoluto parte del ricavato, e la legalità.

Un insieme di messaggi contrastanti, buttati lì a caso, come la frase del povero (ed è il caso di dirlo) Paolo Borsellino, così graficamente fuori contesto da far pensare che serva solo da richiamo, forniscono un’immagine caricaturale dell’evento organizzato a Limestre.

Elena Calabria, Direttore Cna
Elena Calabria, Presidente Cna

Meglio allora organizzare una cena per trovare fondi alla Dynamo, se ne ha necessità. Dichiariamolo sin dall’inizio però, nella motivazione e nel quantum. Oppure si organizzi seriamente qualcosa sulla legalità, anche una cena, ma che il mangiare sia un pretesto, non il fulcro della serata. Di Borsellino parliamone e diffondiamo il suo messaggio, ma non limitandoci al retro di un menù, per favore!

Se questo invece è il modo di rapportarsi nei confronti di argomenti così importanti, non si può far altro che dire, con Guccini, addio: Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito, a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia o sceglie a caso per i tiramenti del momento curando però sempre di riempirsi la pancia.

Sarebbe infine un bel gesto se la Cna di Pistoia pubblicasse il bilancio economico-sociale dell’iniziativa. Tutti gli eventuali partecipanti potrebbero sapere come e quanto hanno contribuito per il bene comune.

In nome della massima legalità e trasparenza, no?

[Lorenzo Cristofani]

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