CENTRO PROFUGHI LIZZANO: A CHE PUNTO SIAMO?

Marco Poli, Lega

SAN MARCELLO. La Lega montagna pistoiese incominciò ad occuparsi del problema dell’eccesso dei “profughi” nella montagna pistoiese nel luglio dello scorso anno, con particolare attenzione al centro profughi di Lizzano.

Siamo arrivati a marzo del 2018, sono passati nove mesi, un tempo in cui si possono realizzare tante cose, persino una gravidanza.

Cosa abbiamo fatto in questo tempo? È stato un susseguirsi d’incontri sia col sindaco che a livelli istituzionali più alti.

Una prima buona notizia è che a luglio partiranno i lavori per l’adeguamento delle fogne al centro profughi di Lizzano, in modo che non si senta più quel “eau de toilette” che tanto ha caratterizzato l’edificio e gli abitanti del paese in questi anni.

Certo ci sono voluti 3 anni, un esposto e tante arrabbiature per arrivare a questo, ma con l’attuale amministrazione (e quella passata) che abbiamo, non c’è da lamentarsi.

Vorrei anche togliermi un sassolino dalla scarpa chiedendomi se non si vergogna quella persona che mi telefonò il luglio dello scorso anno accusandomi di aver contraffatto le foto oggetto dell’esposto.

Mi fece pesanti accuse a cui avrei poter dato seguito con una bella denuncia.

Non l’ho fatto perché non meritava considerazione e perché sapevo che i fatti col tempo mi avrebbero dato ragione.

Spero solo che si vergogni, di certo non mi aspetto scuse che suonerebbero comunque false.

Purtroppo però l’obbiettivo è ben lontano dall’essere raggiunto.

Secondo l’accordo Minniti-Anci in ogni comune dovrebbero essere presenti il 2, 5 per mille di richiedenti asilo per abitanti.

Lizzano. Gli scarichi nel bosco

Ora San Marcello Piteglio conta poco più di 8000 anime e, ai miei conti, verrebbero 20 persone, al prefetto tornano 29 (misteri della matematica e della burocrazia), ma ne abbiamo 88.

Quindi ben 59 in più della cifra che dovremmo avere secondo il prefetto, senza considerare gli 86 di Abetone Cutigliano (ne dovrebbero avere 12) e l’ottantina presente nella parte della montagna che ricade sotto il Comune di Pistoia.

La vera sfida è riportare il numero dei cosiddetti “profughi” nei parametri della legalità.

Le regole lo ricordo sono state stabilite dallo scorso governo, affine all’attuale amministrazione del comune, tanto per ribadire che non seguono neanche le regole da loro stabilite.

Nello spirito dell’accordo c’era di non congestionare un numero esagerato di richiedenti asilo nello stesso posto.

Per questo Lizzano è diventato un simbolo della lotta, in quanto mettere 40 “profughi” (numero ufficiale, poi bisognerebbe controllare) in un paese di 100 persone va decisamente contro il senso di quanto avevano stabilito.

Per questo la lotta della Lega montagna pistoiese si concentra lì.

Il Sindaco Marmo nel corso degli incontri si è sempre detto disponibile in questo senso, ma purtroppo solo nelle parole a cui non si sono mai seguiti fatti.

Dopo un anno dall’insediamento dell’attuale giunta non si può più dare la colpa solo alla precedente amministrazione.

Sarebbe curioso anche il fatto che il sindaco affermi che non ci siano state grosse lamentele da parte dei residenti, mentre a me e alla Lega ne sono giunte molte.

Si potrebbe fare la battuta sul fatto che quelli che protestano li trovo tutti io, ma sarebbe ingiusto.

La realtà è che ovviamente le lamentele arrivano alla forza politica che realmente lotta contro questo fenomeno, non certo al Pd.

Senza contare che sul centro profughi di Lizzano incombe a torto o a ragione la figura del vicesindaco Rimediotti, che da ottimo medico si sta rivelando un pessimo politico.

Certo per molti non ha senso lamentarsi del centro quando ci lavora un parente della seconda carica dell’amministrazione.

In ogni caso la lotta della Lega montagna pistoiese non finirà e presto tornerò ad informarvi degli sviluppi della vicenda.

Marco Poli
Lega montagna pistoiese

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