ceppo pistoia. ALLO “SPAZIO” CON IL POETA SERGEJ ZAV’JALOV

Il poeta russo Sergej Zav'jalov
Il poeta russo Sergej Zav’jalov

PISTOIA. Allo “Spazio di via dell’Ospizio” oggi venerdì 26 febbraio alle 17:30 nell’ambito del 60° Premio Letterario Internazionale Ceppo Pistoia sarà presentata la “VII Piero Bigongiari Lecture 2016” tradotta da Stefano Garzonio e il libro “Il Digiuno Natalizio”, tradotto da Paolo Galvagni.

Il poeta russo, in esilio in Svizzera, Sergej Zav’jalov è nato nel 1958 nei pressi di Leningrado (ora San Pietroburgo), e ha al suo attivo numerose pubblicazioni e prestigiosi riconoscimenti.

L’antichità greca e latina, le etnie ugro-finniche, l’assedio di Leningrado (1941-1944), la rivisitazione del mondo sovietico: sono solo alcuni dei caratteri che la sua poesia propone.

Un poeta aperto alla Storia e alle varie propaggini del contraddittorio destino umano e sociale: i suoi versi risaltano per il loro carattere sinfonico, ricco contrappunto di voci estranee e diverse fra loro, come in una tragedia greca.

Scrive Paolo Fabrizio Iacuzzi: «Il poeta russo Sergej Zav’jalov vince il Premio Ceppo Internazionale Piero Bigongiari, che si svolge quest’anno con grande significato a conclusione della Festa della Toscana. La sua poesia è come un grande manifesto in difesa dei diritti civili di ogni nazione oppressa, in ogni tempo e spazio.

Come scrive nella “Piero Bigongiari Lecture 2016”, Fissare gli occhi impassibili della disgrazia – che si sarebbe potuto tradurre anche come “Scrutare gli occhi fissi della disgrazia” in ricordo dei famosi versi di Pescia Lucca (in Le mura di Pistoia): «la morte è questa / occhiata fissa / ai tuoi cortili» – le domande di fondo che il poeta deve porsi sono queste: «può il poeta (e fin dove) parlare a nome degli altri, a nome di coloro che non hanno lingua per parlare? Fino a che punto il suo trauma glielo concede? Fino a che punto lo permette l’abisso culturale e di classe?».

zavjalov invito
L’invito

La poesia si trasforma in un codice, tragicamente sempre imperfetto, per recuperare le informazioni di una civiltà perduta, dove, per “civiltà”, si intende non soltanto una identità di popolo ma anche di diritti civili messi a compromesso, una identità di traumi e di drammi. Zav’jalov proviene da una famiglia di mordvini, popolazione stanziata sul medio Volga: gli antenati dei mordvini – tribù ugro-finniche – si stanziarono tra i fiumi Volga, Oka e Sura nella seconda metà del primo millennio a.C., ma nel 1552 le terre mordvine furono definitivamente annesse allo stato russo. L’essere membro di una etnia piccola ma con la sua precisa identità, di un popolo con le proprie tradizioni dentro la grande Russia, è cruciale nella sua produzione poetica».

Il Digiuno natalizio” è il poema che dà il titolo al libro ed è ambientato durante l’assedio di Leningrado nella seconda Guerra Mondiale, che si protrae dall’8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944, per un totale di 872 giorni. Vengono interrotte le vie di comunicazione alla città assediata: da qui la penuria del combustibile e il razionamento dei viveri. La fame, aggravata dal freddo rigido, provoca centinaia di migliaia di morti.

«E particolarmente impossibile costruire piani per il futuro, sperare nella monocrazia, nell’aristocrazia, nella democrazia (oh Platone!); suscitano fiducia piuttosto i mucchi di spazzatura sui cigli delle strade di Elea, le zone industriali di Eleusi, le tettoie in cellophane sopra le abitazioni degli zingari di Tebe; / “l’eroico”, nel suo senso originario / un sasso dalla fionda un sasso dalla fionda un sasso».

Lo Spazio di via dell’ospizio – 51100 Pistoia – tel. 057321744 – www.lospaziodiviadellospizio.sitiwebs.com.

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