PISTOIA. È più giovane di Matteo Renzi, Luigi Di Maio, e che meriti stima, oltre che per la giovane età in chiave rottamatoria e nel rispetto di milioni di elettori che hanno premiato il suo Movimento 5 Stelle, il Premier fiorentino lo ha lì accanto, non proprio vicinissimo, ma nei paraggi, come vice Presidente della Camera.
D’accordo, non è un toscanaccio, ma anche i napoletani, a verve e a fascino, hanno poco da imparare da chiunque altro, anche dai fiorentini doc. E poi, siamo onesti, è fisicamente rassicurante, elegante senza essere indisponente, ma soprattutto preparato. Risponde a raffica a tutto ciò che gli si chiede, senza perdere la calma, la pazienza, l’aplomb, senza scomporsi mai, senza che il suo completo blu, che indossa in prima serata sulle reti nazionali come al Circolo di Bonelle, si sgualcisca.
È rispettoso del prossimo: si alza quando impugna il microfono e non usa più pesi e più misure, che siano Gad Lerner, Bruno Vespa o un redattore di Provincia, a fargli le domande. Ieri sera, a Bonelle, credevamo che sarebbero stati molti i colleghi desiderosi di aspettarlo al varco; di argomenti ce n’erano in quantità industriale: dall’improvvisa (apparente) tregua nazionale con il Pd, alla strana apertura europea con Farage, fino a sapere, da uno dei 5S più autorevoli, quali saranno gli stratagemmi dei pentastars sulle priorità riformiste del Paese (con la P maiuscola, per incoraggiamento).
E invece, c’eravamo solo noi. Che strano, eh?
fragole & sangue
Il comportamento di certi “media” e di certi giornalisti (?) è sicuramente osceno. Forse, per qualche motivo di opportunità politica, avranno ritenuto conveniente ignorare l’evento.
Noi del Partito Comunista dei Lavoratori siamo da anni sistematicamente ignorati, a livello locale e a livello nazionale, e non ci facciamo più caso a queste palesi discriminazioni. Ma senza fare vittimismo, non riteniamo giusto che una forza politica sia snobbata o ignorata, a prescindere dai suoi numeri, dalla consistenza della sua forza.
Ma proprio per questo motivo vogliamo ricordare come Beppe Grillo non abbia mai risposto all’invito di Marco Ferrando, portavoce nazionale del PCL, ad un confronto politico pubblico fra oppositori. Era il settembre 2012.
Chissà, forse anche lui avrà avuto i suoi buoni motivi politici per ignorarlo. Magari dettati dal fatto che il PCL è l’unico partito che ha sempre combattutto ogni governo locale e nazionale, di qualunque colore e a prescindere dalla composizione. E dunque non attaccabile come tutti gli altri partiti “governisti”.
Servi Asserviti. Stop. Il definirli “pennivendoli”, come conio’ il compianto Gianni Brera sarebbe gia’ un complimento esagerato.
Voi, lettori, sapete di chi parlo e anche i “servi”, sia che servano da Firenze piuttosto che da Livorno sono orgogliosamente consapevoli.