CHE TEMPI, QUANDO C’ERA LA CABINA TELEFONICA…

Una cabina Telecom
Una cabina Telecom

CONTA circa un secolo di vita ma la cabina telefonica sta scomparendo in tutto il mondo “uccisa” dal telefonino cellulare, mentre sono solo sue lontane discendenti le venticinque cabine postmoderne installate negli ultimi tempi nella Grande Mela, a New York (Usa): strutture all’aperto con schermo a 32 pollici touch screen e 16 applicazioni con informazioni su metropolitana, taxi e supporto Skype.

La classica cabina italiana invece nasce in piazza San Babila a Milano nel 1952, giungendo negli anni Settanta ad essere in tutto il Belpaese oltre 30mila. Un po’ anonima, è vero, ma anche luogo privato: se al telefono si urla, quale luogo di litigio libero senza testimoni, chi è fuori ad aspettare il proprio turno comprende poco di quello che viene detto.

Basta un gettone per l’utilizzo, che adesso lo si trova solo nei mercatini dell’antiquariato. Si può parlare parecchio, almeno fino a quando la Sip, mitica compagnia telefonica nostrana, non diffonde nelle cabine il telefono pubblico Rotor rosso arancione, che ingoia anche monete da duecento lire e la carta telefonica.

In Inghilterra, poi, come non ricordarsi le suggestive cabine rosse di legno con corona reale ai lati del tetto. La graduale ma inarrestabile “morte” delle cabine inizia addirittura il 3 aprile 1973, quando il direttore della ricerca della compagnia Motorola, Martin Cooper, fa la prima telefonata con un cellulare, producendo poi il primo telefonino dieci anni dopo a quattromila dollari di prezzo.

Da lì una corsa velocissima arrivando, nel 2009, ad avere in Italia ben 113 miliardi di minuti di conversazione al cellulare contro i 103,8 al telefono fisso. Così sulle poche cabine rimaste si accaniscono i vandali, mentre come detto i pochissimi modelli nuovi nascono ereticamente “aperti” come quelli di New York Oltreoceano.

Così nemmeno i pochi reduci senza cellulare per scelta di vita possono trascorrere ore di amabile conversazione in cabina, parlando con la propria dolce metà del cuore.

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