CHI RISPONDE DELLA VIGILANZA ALL’USCITA DA SCUOLA?

Uscita a... razzo
Uscita a… razzo

CASALGUIDI. Andare da casa a scuola e da scuola a casa da solo per un bambino della scuola primaria nonostante i pareri favorevoli dei genitori è tuttora difficile. A questa conclusione è giunta anche una nostra lettrice Luisa Baldi di Casalguidi che si è rivolta a Lucia Maffei, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Enrico Fermi di Serravalle Pistoiese per un chiarimento.

Una recente ricerca “Children’s Indipendent Mobility in Italy”, condotta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per il Politicy Studies Institute dell’Università londinese di Westminster, ha fatto evincere che, quando i bambini della scuola primaria compiono da soli il tragitto casa-scuola (e viceversa), ciò promuove la loro autostima e contribuisce ad un sano equilibrio psicologico. Al punto che da diversi anni, lo stesso Consiglio Nazionale delle Ricerche promuove l’iniziativa “A scuola ci andiamo da soli”.

Tuttavia rispetto al passato sussistono implicazioni sotto il profilo della responsabilità dei docenti e anche dei dirigenti scolastici in merito a quanto può accadere agli alunni minori nel tragitto scuola-casa, che nemmeno la giurisprudenza a quanto ci risulta sembra sia riuscita a dirimere. A questo proposito ci sono numerose sentenze contrastanti delle varie sezioni della Corte di Cassazione. La situazione di incertezza permarrà finché non vi sarà, se non un diretto intervento del legislatore per colmare questa vacatio legis, almeno una sentenza “a sezioni unite” della Cassazione.

Nemmeno di fronte alla liberatoria fornita dal genitore sembra che si possa attenuare la responsabilità del docente che permette al bambino di tornare a casa da solo come ben evidenzia questo passo della Cassazione Civile: “(…) la prova liberatoria non si esaurisce nella dimostrazione di non aver potuto impedire il fatto, ma si estende alla dimostrazione di aver adottato in via preventiva, tutte le misure organizzative idonee ad evitarlo” (Cass. Civ. Sez. III, 3/2/99, n. 916).

Vi sono però anche sentenze successive a quella del 1999 dove si dichiara che il docente non è responsabile in determinate situazioni come ad esempio quando “Una volta accompagnati gli alunni fuori dalla classe un bambino cade e si fa male in cortile, durante la ressa che si forma all’uscita di scuola al termine dell’orario di lezione..”. Altresì si ritiene colpevole il personale scolastico che non abbia vigilato o non abbia attuato adeguati accorgimenti al fine di evitare ad esempio incidenti stradali.

Il Ministro Giannini ha da pensare a ben altro... (Il Tirreno, 21 agosto 2014)
Il Ministro Giannini ha da pensare a ben altro… (Il Tirreno, 21 agosto 2014)

Una materia insomma particolarmente controversa che ha portato una nostra lettrice ad annunciare la sua intenzione di promuovere una petizione per chiedere al Ministro dell’Istruzione “una norma definitiva e valida in tutta Italia”.

Scrive, appunto, Luisa Baldi:

Abito a Casalguidi e seguo Linee Future, anche perché faccio parte del Comitato cittadini.

Mi chiedevo se può interessarti affrontare l’argomento dell’uscita da scuola dei bambini della primaria; certamente saprai che a livello europeo ci sono normative e iniziative per promuovere l’autonomia dei bambini, che ha risvolti positivi sul loro sviluppo.

In Italia a quanto pare non esiste una normativa chiara e incredibilmente sembra che un argomento di importanza direi cruciale sia affidato alla discrezionalità di un dirigente scolastico.

Stamani ho parlato con la preside del nostro istituto scolastico Ilaria Alpi dove mia figlia frequenta la quinta e ho chiesto un chiarimento riguardo a questo aspetto, proponendo alla preside di firmare un’ assunzione di responsabilità per far uscire mia figlia da sola al termine delle lezioni.

La preside mi ha spiegato che su questo aspetto è totalmente inflessibile ( accennando all’ eventualità che i bambini, usciti da soli, possano essere sottratti), ma, di fatto, non ha potuto darmi nessuna spiegazione ragionevole sul perché, per semplice consuetudine, questo problema verrà completamente ignorato dall’istituzione scolastica l’anno prossimo, quando mia figlia frequenterà la prima media ( alle medie gli alunni vengono fatti uscire da soli senza nessun permesso dei genitori).

 

Bimbi accompagnati all’uscita
Bimbi accompagnati all’uscita

È ovvio che non solo un bambino di quinta elementare può avere la stessa età di uno di prima media, ma anche che a livello legale non cambia niente che il bambino abbia sei anni o ne abbia 13!

Se veramente c’è un vuoto normativo su un argomento così importante lo ritengo gravissimo, se la scuola deve essere responsabile della consegna dei minori ai genitori o delegati, nessun dirigente dovrebbe prendere l’iniziativa personale di sottrarsi a questo impegno, viceversa se al genitore è permesso assumersi per iscritto la responsabilità del figlio al termine dell’ orario scolastico, questo suo diritto non può essere violato dalla propensione alla prudenza di un preside.

Visto che oggi è un po’ di moda, dopo essermi ulteriormente documentata sulle eventuali leggi, magari indico una petizione per chiedere al Ministro dell’istruzione una norma definitiva e valida in tutta Italia.

Luisa Baldi

Uscita anni 50
Uscita anni 50

LACCI E LACCIOLI, burocrazia, normative, responsabilità… Se penso a quando ho frequentato io le scuole elementari (oggi ho 46 anni) questo problema non esisteva. Andavo a casa da solo anche perché la scuola si trovava a una ventina di metri di distanza da dove abitavo. Ricordo allora le file dei genitori davanti al cancello ma nessun tipo di vigilanza all’uscita se non il vigile che pazientemente ci faceva attraversare la strada. Evidentemente è passato troppo tempo.

Ora ogni scuola, come agenzia formativa, ha un proprio regolamento, una propria autonomia organizzativa che accetta o meno liberatorie che giuridicamente non hanno alcun valore riversando alla fine la responsabilità sulle spalle del personale scolastico.

Giusto allora di fronte a tante incertezze quali quella dell’età dello studente, del normale grado di maturazione degli allievi ma anche ai compiti richiesti agli insegnanti riguardo la sorveglianza in assenza ad esempio di ordini di servizio, che tale materia venga disciplinata in modo organico e condiviso. Di concerto anche con le famiglie e con gli insegnanti. Allo stesso tempo è giusto pretendere che non manchino le elementari misure organizzative dirette a mantenere la disciplina tra gli allievi al momento dell’uscita dalla scuola. Così come la sicurezza per i pedoni sulle strade.

Per farsi un’idea di quanto contorta sia la materia, vi rimando alla lettura di questi link:

 a.b.

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