CHI SCEGLIERANNO GLI ELETTORI CHIAMATI A VOTARE PER IL SINDACO DI ABETONE CUTIGLIANO?

Veduta di Cutigliano

CUTIGLIANO-ABETONE. L’arrivo della buona stagione e l’attuale campagna elettorale per scegliere chi dovrà ricoprire la carica di sindaco del neo Comune AbetoneCutigliano sta coinvolgendo gli “abetoncutiglianesi” in pubbliche o segrete riunioni in cui vengono contrapposti programmi e proposte scelte, destinate – si spera – a far risorgere questi due territori dell’Alta Montagna pistoiese la cui economia poggia sul turismo estivo ed invernale.

Come è a contendersi la poltrona sono: Tommaso Braccesi, giovane virgulto di una famiglia che – dal dopoguerra in poi – ha assicurato per trent’anni il Comune di Cutigliano alla DC. A contrastarlo è Diego Petrucci, giovane avvocato con studio a Pisa, sconosciuto a gran parte degli elettori abetoncutiglianesi, discendente da una famiglia di antica fede fascista originaria di Pian degli Ontani, popolosa frazione di Cutigliano.

Il primo vanta una solida preparazione politica appresa nell’ambito familiare e che l’ha portato ad essere vice sindaco PD del Comune di Pistoia e l’altro maturato ( si dice) tra le schiere della destra e nipote di Giovanni Petrucci ( più conosciuto come Giannetto) figura eminente in Pistoia del Movimento Sociale Italiano.

Al di là delle appartenenze originarie sia il candidato Petrucci che il candidato Braccesi hanno dato vita a due liste civiche ( ovviamente includenti candidati di sicura fede ed altri “non targati” ) con cui quali sperano – sia l’uno che l’altro – di far man bassa tra chi fra pochi giorni sarà chiamato alle urne.

Chi ha i capelli bianchi ricorderà alcuni fatti singolari:

1) il Senatore Giorgio Braccesi ed il figlio Massimo hanno ricoperto per la Democrazia Cristiana la carica di sindaco di Cutigliano per trenta anni (5 il senatore e 25 ininterrotti il figlio Massimo);

2) Massimo Braccesi nel 1994 ha lasciato la carica perché eletto consigliere regionale a Enzo Lenzini anche lui DC che la conserva per un quadriennio;

4) nel corso del suo sindacato Massimo Braccesi apre ai socialisti che poi abbandona – su richiesta della segreteria comunale del suo partito – quando questi ultimi pretendono più assessori e maggiori posti in Consiglio;

5) scaricati i socialisti la segreteria DC decide di aprire al MSI. Il patto, per il MSI viene sottoscritto da Giannetto Petrucci, nonno dell’attuale candidato Diego;

6) Enzo Lenzini alla scadenza del mandato si ripresenta ma è costretto ad occupare i seggi di minoranza. Corrono voci che questo sia avvenuto perché Massimo Braccesi non lo ha adeguatamente sostenuto nella campagna elettorale;

7) di conseguenza la carica di sindaco passa a Graziano Nesti, giovane esponente del Pds (mai fino ad allora componente di un Consiglio Comunale) che ha in presentato un ambizioso programma pieno di iniziative da attivare nel corso del mandato;

8) ultimato il quinquennio Nesti si ricandida, viene eletto sindaco e nomina assessore l’indipendente Marina Lauri. Nuovamente presenta la terza candidatura inammissibile perché il Parlamento ha approvata una legge che vieta il terzo mandato. Ripiega su Marina Lauri che vince e porta per prima, a Cutigliano, una donna nel sulla poltrona di sindaco. Lauri nomina suo vice il Pd Renzo Martino.

Comuni… a nozze forzate?

Le cose però non marciano come Nesti ha sperato. Infatti nonostante i grandi meriti per essere riuscito a far finanziare dalla Regione il rinnovo della funivia Cutigliano-Doganaccia (un operazione da circa 5 milioni di euro ) superando gli ostacoli frapposti dai suoi “compagni sindaci”) ha coinvolto il Comune in un contrasto con i gestori del Rondò Priscilla terminato con la condanna del Comune; il progetto della fattoria eolica viene bloccato dall’intervento della Regione Emilia; la società pubblico-privata creata per la costruzione del Centro Benessere di Ponte Sestaione si è sciolta lasciando i lavori a mezzo e la cassa vuota; le casse comunali languono; si devono pagare i legali che hanno difeso il Comune in diverse cause; l’acquisto dei derivati per ridurre i mutui voluti da Nesti si rivela una pessima scelta ed il Comune è costretto a vendere ad un privato il Rondò Priscilla e altri beni.

La convivenza tra Lauri e Nesti fibrilla tanto che quest’ultimo è costretto a dimettersi da capo gruppo e da consigliere. A difenderlo scende in campo il vice Martino che spinge il segretario comprensoriale Ds, Franco Fini, ad inviare una lettera di dura critica al sindaco Lauri. La risposta è immediata: Lauri toglie ogni delega a Martino e il gruppo consiliare Ds si frantuma: alcuni restano con il sindaco, altri formano un gruppo autonomo e fanno sapere che alle prossime elezioni presenteranno una loro lista.

La frattura si verifica quando l’elettorato Dc è allo sbando per le note vicende che hanno falcidiato il partito e lasciando aperta la strada a Carluccio Ceccarelli che, con l’elezione a Sindaco corona l’antico sogno sia dei fascisti che dei valligiani della Val Sestaione. Il PD assegna poi a Ceccarelli la carica di presidente della Comunità Montana ente assai chiacchierato e posto sotto controllo dalla Magistratura a seguito delle condanne di peculato irrogate all’ex Presidente Mauro Gualtierotti e all’assessore Ilio Giandonati. Poi scoppia il “pasticciaccio brutto” relativo agli ammanchi nelle casse della Comunità favoriti dalla carenza di adeguati controlli da parte degli amministratori, del revisore dei conti e dei due dirigenti apicali ).

Il coro di proteste che ne segue suscita che allarmano le segreterie provinciali e regionali del PD. A insorgere sono gli abetonesi e i cutiglianesi che – allarmati da voci che ipotizzano lo scioglimento dei loro Comuni per porli sotto la cappella del Comune unico di San Marcello – contestano i primi per mantenere l’autonomia del loro Comune e i secondi perché si sentono traditi dal un sindaco e presidente comunitario che oltre a perseguire la chiusura della Comunità sta segretamente brigando con gli sfiduciati dirigenti pidiessini di San Marcello per costituire il Comune Unico.

La gestione del progetto viene affidata a Fabio Orlandini, direttore del Dinamo Camp di Limestre e diretto dipendente del finanziere Manes, l’uomo che ha rilevato dagli Orlando la loro vasta proprietà. Presto il gioco è scoperto: alla dirigenza pidiessina sanmarcellina ed agli ex amministratori della Comunità Montana si attribuisce la volontà di “salvarsi il culo” e alla Dynamo Camp il disegno di cessare ogni attività negli stabilimenti e istituire nei tanti poderi attività agrituristiche beneficiarie dei contributi regionali e di aliquote erariali ridotte. Nel frattempo si sono assicurati l’appoggio “coperto” dei consiglieri regionali Pd Venturi e Morelli.

Per “non s coprirli” il Comitato affida l’incarico di presentare una proposta di legge ad Antonio Gambetta Vianna, eletto nella lista della Lega e poi autotrasferitosi in gruppo autonomo unitamente all’altro consigliere leghista, anch’egli cofirmatario. Ma – proprio quando i promotori del pastrocchio programmano i festeggiamenti per solennizzarne la loro vittoria – il Consiglio Regionale a larga maggioranza respinge la proposta nonostante il voto favorevole che, contrariamente alle decisioni del PD regionale, hanno espresso Venturi e Morelli.

La decisione causa un terremoto che colpisce: i due consiglieri regionali reprobi Venturi e Morelli. Quest’ultimo però è recuperato come assessore del Comune di Fornaci di FabbricaVergemoli da Oreste Giurlani, presidente dell’Uncem (arrestato in questi giorni con l’accusa di appropriazione indebita); il PD provinciale manda in cantina gli amministratori Pd della Comunità Montana; i due dirigenti Apolito e Fedeli vengono licenziati dalla Provincia e poi, riassunti su sentenza che li riammette negli stessi incarichi ed il “cerino in mano” resta a Giuliano Sichi, che responsabile dell’Ufficio Contabilità, è costretto a licenziarsi. Sembra che lo abbia fatto dietro interessati consigli di chi, presentando al popolino un agnello sacrificale, pensa di uscirne senza pagar gabella.

Abetone

Di contro Carluccio Ceccarelli e Gaggini, sindaco di Piteglio ma non direttamente coinvolto nel pasticciaccio, non si ripresentano nelle elezioni del 5 maggio 2014. In carica restano il sindaco di Abetone, Giampiero Danti.

Maria Silvia Cormio sindaco di San Marcello pistoiese; a Cutigliano si insedia Tommaso Braccesi che si è dimesso da vice-sindaco di Pistoia e Luca Marmo a Piteglio. A cercare di tenere in vita il progetto del Comunone Dynamone (così viene etichettato il Comune a quattro) restano il cutiglianese Giuliano Tonarelli; il Pd Valerio Sichi e pochi altri.

A questo punto Braccesi e Danti propongono alla Regione l’unificazione dei rispettivi Comuni. La proposta è accolta e la consultazione sottoposta al vaglio degli elettori fa registrare una maggioranza di favorevoli. Gli sconfitti ( oltre la metà dei no abetonesi non ha superato o sì di Cutigliano) capeggiati da Marcello Fontana, primo sindaco missino e massone, eletto anni fa sulla montagna pistoiese si coalizzano ricevendo il supporto esplicito di Giuliano Tonarelli e quello nascosto di Carluccio Ceccarelli che – per contrastare la candidatura di Tommaso Braccesi – fanno scendere in campo Diego Petrucci nato e residente a Pisa, laureato in giurisprudenza e consigliere al Comune di Pisa sotto le insegne di Fratelli d’Italia la formazione che, nel tempo, ha raccolto l’eredità di Alleanza Nazionale tradita da Gianfranco Fini.

Alla luce di quanto sopraesposto quale sarà l’esito delle prossime amministrative per il neo Comune AbetoneCutigliano? C’è chi sostiene che i voti raccolti da Petrucci verranno dai fascisti di Abetone e dalla vallata di Val Sestaione e che ad essi potrebbero aggiungersi quelli di alcuni giovani conquistati a suon di bicchieri di birra. I sostenitori di Braccesi sono convinti di vederlo uscire vincitore perché assai stimato in Regione e quindi da essa sostenuto nella carica con conseguenti contributi al contrario di Petrucci che promette sogni.

Di certo anche in questo guazzabuglio emergono tre verità:

  1. a) le idee fasciste sono ancora apprezzate dall’elettorato;
  2. b) Braccesi si presenta come esponente di un partito che fa capo a chi gestisce il governo a Firenze e che ha fornito all’Abetone sostanziosi aiuti;
  3. c) Petrucci scarsamente conosciuto all’infuori della Valle del Sestaione è destinato ad essere guidato da quel Carluccio Ceccarelli cui si addebita di aver tradito gli elettori cutiglianesi, di aver contribuito allo scioglimento della Comunità Montana e di essersi adoperato per il salvataggio di chi l’ha così disastrata.

Il Grillo Parlante

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