Cinzia Cerdini scrive a Monsignor Fausto Tardelli
PISTOIA. Dal capogruppo della Lega Salvini Premier riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Caro Vescovo,
da Don Biancalani ormai ci aspettiamo di tutto ma da lei….
La Chiesa ha da sempre rappresentato un faro di speranza, un luogo dove la fede si fonde con la carità, accogliendo i bisognosi e offrendo sostegno a chi è in difficoltà. Tuttavia, non possiamo ignorare che la sacralità dei luoghi di culto deve essere preservata, non trasformandola in un rifugio indiscriminato per chi non rispetta le regole del buon vivere civile.Le chiese non sono semplicemente edifici, ma luoghi di preghiera e riflessione. Le aule per il catechismo sono spazi in cui i giovani sono formati nella fede e nell’etica cristiana, e non devono diventare bivacchi per chi, trascurando la propria dignità e quella degli altri, si abbandona al vagabondaggio senza rispettare le norme sociali e civili. L’ospitalità della Chiesa deve sempre essere accompagnata dal rispetto delle regole che garantiscono il bene comune.
Non si tratta di escludere chi è in difficoltà, ma di comprendere che l’accoglienza deve essere una risposta strutturata e rispettosa delle esigenze di tutti.
Trasformare le chiese in centri di accoglienza per chi “bighellona” non è la via giusta per fare del bene né per chi ha bisogno di aiuto, né per la comunità che ha il diritto di vivere in un ambiente ordinato, tranquillo e sereno.
Caro Vescovo, la Chiesa ha sempre avuto il compito di essere un esempio di virtù civiche e morali. In questo contesto, l’accoglienza deve essere guidata dalla responsabilità, non dalla trasgressione delle regole sociali che ci permettono di convivere armoniosamente.Che un vescovo possa difendere l’operato di un prete che disubbidisce, che giustifica l’illegalità, e che mette a repentaglio la vita di giovani vulnerabili, costringendoli a vivere in condizioni inaccettabili, ci stupisce e ci rattrista profondamente. Come possiamo tollerare che dei ragazzi siano costretti a vivere in un ambiente non idoneo, privo delle più elementari norme igienico-sanitarie, senza servizi igienici, al freddo e completamente abbandonati a loro stessi? È una situazione che va contro ogni principio di carità e di responsabilità sociale.
Come credenti, non possiamo non soffrire nel sapere che si intende moltiplicare l’esperienza fallimentare di Vicofaro, senza imparare dagli errori del passato. Ci auguriamo che, tra i sacerdoti e i responsabili, vi sia un risveglio di coscienza, un guizzo di vera religiosità che li porti a ribellarsi a questa gestione irresponsabile e a comprendere il disagio profondo di chi vive, ormai da anni, in quella condizione di abbandono e non mi riferisco solo agli ospiti ma, in particolare ai residenti.
Con ossequi
Cinzia Cerdini
Credente e Capogruppo Lega SP