CHIESA IN ASCOLTO, CHIESA IN CAMMINO

Conferenza stampa. don Palazzi, Martina Notari, S.E. Fausto Tardelli
Don Paolo Palazzi, Martina Notari e S.E. Fausto Tardelli

PISTOIA. Si ha l’impressione che monsignor Tardelli non passerà inosservato. La si ha da più particolari che ai più potranno sfuggire. Intanto il Vescovo si presenta con un’estrema semplicità di modi e di approcci in tutto quello che fa e per come si muove: ci ha invitato, noi giornalisti, direttamente in palazzo e ci ha parlato facendoci sedere intorno a un tavolo.

Sin da questi particolari, si ha la certezza di una chiesa che dalla cattedra è scesa e intende dialogare con gli altri e il mondo – a iniziare da noi, che siamo davvero difficili interpreti (a volte noiosi e altre puntigliosi) di una realtà che, nella sua complessità, rischia di sfuggirci di mano.

Ma torniamo al solco. La chiesa di Pistoia – e diciamo laus Deo, pur se laici – ha voglia, con Fausto Tardelli, di cambiare direzione: l’ascolto, ma non solo, oltre all’uscita per le vie. Programma ambizioso e impegnativo, ma finché non si pongono segnali e boe verso l’alto mare, siamo convinti, da attenti osservatori della chiesa, che essa non potrà andare lontano, perché rischia di fare come i bimbi: nuotare sotto costa, se non addirittura a riva, senza tentare di più. E con il salvagente ben stretto intorno alla vita. Una chiesa, quella pistoiese, solo apparentemente progressista, ma perlopiù conservatrice in una falsa opinione di progressismo.

Monsignor Tardelli è uomo che non ama parlare più del dovuto: e questo è cosa buona e giusta. Usa una lingua schietta e semplice: essenziale e chiara. E ci dice che le novità non mancheranno nei prossimi sei mesi del suo primo anno pistoiese: la trasformazione del sito diocesano – per ora a regime ridotto, ma, via via, rinnovato e reso più snello pur con qualche rinuncia a certa ‘preziosa calligrafia’ del passato – anticipa il dinamismo con cui il Vescovo intende dare una direzione a una realtà che si estende… dalle Alpi alle Piramidi, dall’Abetone all’Arno di Limite, là, rasente, a Empoli.

Giornalisti al tavolo in conferenza stampa
Giornalisti al tavolo in conferenza stampa

Chiesa complessa, quella pistoiese, che richiede uno sforzo complesso e variegato: in cui ognuno – fa capire Tardelli – dovrà fare, come si dice, la sua parte. E non dubitiamo che quest’uomo sarà in grado di stimolare ciascuno per quello che può e deve dare.

Come aveva annunciato per la festa di san Francesco di Sales quando ci siamo incontrati la prima volta, eccoci al secondo appuntamento con lui; poi in autunno ancora un incontro con la stampa, ritenuta mediatrice indispensabile di raccordo fra clero e cittadini. Ma le novità del secondo semestre sono di grande dimensione: si torna a parlare di Settimana Teologica (31 agosto-4 settembre) e, in seguito, di consultazione diocesana per aggiustare l’azione pastorale.

Monsignor Tardelli, che parla di ascolto, in primo luogo dell’ispirazione dello Spirito Santo, vede la chiesa – crediamo – nel modo giusto in cui va vista e pensata: in funzione pastorale. Se così non fosse, non ci sarebbe fine o scopo apprezzabile, dato che la comunità è rappresentabile in forma di gregge. Il difficile, come al solito, è riuscire a tenere quanto più coese le singole realtà delle varie chiese sul territorio, che sono parti di quel gregge: coese e attente alle indicazioni, necessarie e ineludibili, del suo pastore.

I ragazzi del nuovo sito della diocesi
I ragazzi del nuovo sito della diocesi

Al centro di tutto le indicazioni di Papa Francesco. Con l’Evangelii gaudium che dovrà dominare e ispirare tutta la Settimana Teologica, sospesa per un anno, ma dal Vescovo riassunta – a nostro parere degnissimamente – e con una premessa fondamentale: che essa non appartiene a nessuno, ma è dell’intera comunità ecclesiale. Per questo il Vescovo ne ha assunto la direzione, il coordinamento e l’incombenza di distillarne le conclusioni tirandone le somme. Conclusioni compatibili con teologia e Vangelo.

A autunno inoltrato, si ricorda, gli “stati generali” della chiesa pistoiese. Ed è lì e da lì che dovranno scaturire gli sforzi degli uomini di buona volontà per dare una fisionomia – nuova, coordinata, più omogenea – alla chiesa di Pistoia.

Siamo certi che il Vescovo – facendo pieno onore alla sua carica di sorvegliante – sta dando sicuramente un esempio concreto, pragmatico, valido.

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