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AGLIANA. Nella bella omelia di ieri 11 ottobre, dedicata alla parabola della festa di matrimonio, don Paolo Tofani ha fatto ben due digressioni velenose per denunciare – con una malcelata indignazione – le “falsità e idiozie” che sarebbero state diffuse da un “giornale molto diffuso” (cioè questo, mai nominato) e poi anche per denunciare che certe persone si “permettano di partecipare all’eucarestia con la comunità”, dimostrando arroganza e incoerenza: un fatto grave che comunque “rimanderà alla sua coscienza”.
Don Paolo ha nuovamente raccomandato all’assemblea – dopo la celebre invettiva dell’aprile 2013 sulla “Madonna analogica” – di non leggere i giornali, con (eccezione dell’Avvenire – organo dei vescovi comunisti?), perché gli altri giornali – e poveretti i colleghi Salvi e Artioli implicitamente inclusi per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa – dicono solo “falsità e menzogne”: tradotto, stronzate.
Ciò nonostante, ci ha concesso di fare la comunione e dunque, adesso possiamo riprendere la parola, visto che nella predica non è previsto, né permesso, l’esercizio del sacrosanto contraddittorio.
Ci spiace che il non-correttore morale della Misericordia di Artioli abbia tentato di smentire le notizie che abbiamo dato, relativamente alla “donazione” che il Comune di Agliana avrebbe fatto con il residuo del fondo governativo per i “buoni spesa” alla sua Caritas.
I buoni sarebbero stati da distribuire secondo criteri decrescenti di necessità – e non a babbo morto, come ci dicono che sarebbe avvenuto – ai cittadini di Agliana. Sull’operazione solo la Domenica Morabito conoscerebbe l’ammontare del tesoretto, di cui si parla in una apposita determina dirigenziale.
Le mezze dichiarazioni di alcuni assessori e capigruppo di maggioranza sono state convergenti e, ancorché dimezzate, ci confermano che la Morabito avrebbe avuto carta bianca, consegnando tali somme alla Caritas locale, ovvero al Centro di ascolto don Tonino Bello: ciò senza alcuna condivisione con le altre Caritas delle altre parrocchie del Comune lasciate – in-opinatamente e in-comprensibilmente – a becco asciutto. Don Tofani può starnazzare quanto vuole, ma la verità è quella che abbiamo scritto: e ben verificata, anche!
Un assessore/a avrebbe commentato che il pasticciaccio sarebbe da ricondurre alla nefasta riorganizzazione della pubblica amministrazione fatta da Bassanini, con la concentrazione di poteri nelle mani dei dirigenti (nello specifico la Morabito, ma anche l’Ornella Pellegrineschi direttrice del Coc e del Coro parrocchiale), affermando così la sua incapacità/incompetenza di controllo del raggiungimento dei “risultati programmatici”.
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Un eminente amministratore ha alzato le mani al cielo in segno di resa e subitamente (direbbe così Cetto Laqualunque) si è dichiarato qualunquemente ignorante sull’intera questione, dando prova della sua insipienza e inadeguatezza amministrativa.
Dei capogruppo si sono presi qualche giorno di tempo per indagare e hanno potuto verificare che il fattaccio c’è stato, ma non avrebbe avuto alcuna pubblicità fuori dal board della giunta benesperiana che oggi si trova tirata in ballo per culpa in vigilando alla faccia degli sceriffi e degli Agnelloni di Dio che tolgono le castagne dal fuoco per BeneSpari.
Altri, più sagaci e maligni, hanno osservato che ora il passo è breve per una contribuzione in sostegno alla casa di accoglienza di Vicofaro essendo noto che la Caritas aglianese, controllata dal Tofani, è molto vicina al Biancalani, tornato agli onori della cronaca per la recente bolla episcopale che, finalmente (aggiungiamo noi), ha imposto la chiusura del mega centro accoglienza che ha reso Pistoia famosa in tutta Italia.
Riponiamoci la domanda, anche in barba a don Tofani: tra tutte le Caritas disponibili perché è stata scelta proprio quella del proposto di San Piero? Forse perché il prete-cheguevariano protestò per i pakistani nello scorso maggio?
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Il sindaco Benesperi non rilascia interviste a questa testata che ritiene rea di minacce ed estorsioni nei suoi confronti (la diarrea psico-fisica, di cui soffre da quando è primo cittadino, gli ha disseccato il poco cervello su cui poteva contare! – nota del direttore, n.d.r.) però blandisce i suoi collaboratori preferendo, un po’ come fa dio nelle sue stranezze insondabili, il Tofani dell’associazione Caritas don Tonino Bello, un’entità che è comunque da lui esclusivamente controllata: un gioco d’artificio alla Sim Sala Bim.
A questo punto, dobbiamo fare i nostri complimenti al Tofani per la dimostrata capacità di intercettare delle risorse economiche del governo, affidate al Comune (pseudoleghista) di Agliana, solo apparentemente targato centro destra e controllato stretto dai dirigenti rossi, che sanno come muoversi: Pierucci lo ha dimostrato bene con la faccenda della Lucilla Di Renzo, cittadina esemplare di Agliana, e medico grazie a cui si sa come smettere di fumare.
Per conlcudere, devo invitare don Paolo a rassegnarsi e ad accettare la mia più sincera partecipazione all’eucarestia della domenica: perché, figliol prodigo sfanculato da lui stesso fin da quando mi tolse le letture evangeliche, perché avevo offeso il suo perfetto discepolo Artioli nient’affatto bisognoso di correzione, vo in chiesa alla messa per Cristo e non certo per chi lo predica levandosi dalle scatole gli impuri che non si lavano ogni mattina con il dentifricio del Pd.
Lui, sandinista e antisalvinista, non riuscirà a crederci, ma, quando la sera me ne vado a letto, la mia coscienza è serena – ammenoché quel dio che lui prega non sia come lui: razzista, antisalviniano e deciso a dare la coscienza ai comunisti e a negarla (come agli animali) ai poveri esseri umani che non votano come vuole Bergoglio.
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]
CARO DON,
QUANDO VAI ALL’ALTARE A DIR MESSA…
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Il problema è che, voi preti novelli come il vino ancora crudo; e pastori della nuova umanità, siete tutto fuorché cristiani: o altrimenti anche tu non daresti in escandescenze schizofrenoidi al momento di quella che oggi si chiama omelìa e un tempo, meno pomposamente/pompatamente prèdica
I PIÙ GANZI DI TUTTI sono – come ho sempre detto – i catto-comunisti. Hanno il peggio degli stalinisti e dei pregatori seriali. Una peste bubbonica peggiore del Covid. E un cervello – come diceva il nostro professore delle medie di Poggio a Caiano, Ugo Noferini – che il diamante, in confronto, è una ricottina. Te ne ricordi?
Purtroppo, Paolo, tu non sei rimasto fanciullo come coloro che potranno entrare nel regno dei cieli secondo le regole del tuo Gesù. Tu sei cresciuto, malgrado tutto. Anche troppo: e quando qualcuno ti dà una spillonata sulle chiappe, fai come le donne al mercato se qualcuno tocca loro il culo: ti rigiri e t’incazzi. E non c’è casa di dio o chiesa in cui tu ti trattenga dal fare qualche meraviglioso show.
Ognuno dio noi ha fatto le sue scelte di vita: io ho voluto fare l’insegnante di latino e greco, tu il parroco – e hai scritto (con le tue esternazioni) un bel Diario di un curato di campagna che sa tutto lui; che è portatore dell’unica vera verità; che salva il mondo intero e che, siccome conosce solo la sinistra evangelica, se ne fotte delle porte aperte e delle braccia aperte se non a quelli che sceglie lui con i criteri di quella illuminata della Lamorgese.
Cum vadis ad altare missam celebrare, diceva una poesia latina medievale che richiamava i preti alla serietà e alla correzione morale in cui tu dici pubblicamente di non credere… «Quando vai all’altare a celebrare la messa, prima fàtti un bell’esame di coscienza…».
Il problema è che, voi preti novelli come il vino ancora crudo; e pastori della nuova umanità, siete tutto fuorché cristiani: o altrimenti anche tu non daresti in escandescenze schizofrenoidi al momento di quella che oggi si chiama omelìa e un tempo, quando don Enzo Benesperi suonava la chitarra al mare ed era cappellano di don Ciottoli (lo zio dell’Agnellone di Agliana) a Quarrata, veniva chiamata meno pomposamente/pompatamente prèdica.
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Tra te e Salvini la differenza è a Km zero. Lui scuote il rosario; tu scuoti le coscienze degli aglianesi e, alludendo nello stile della più bell’acqua cattolica (non rammenti mai Linea Libera: temi di andare all’inferno?) con la superbia per cui il tuo dio cacciò Lucifero nel profondo dell’Inferno, sputi e scorreggi contro un tuo parrocchiano, che ha un milione di difetti, ma che non ha quello – come molti catto-com – di fare la cacca come i gatti e ricoprirla accuratamente.
Tu decidesti di farti prete (e buon pro ti faccia). Io scelsi di non credere più vedendo preti come te e certi tuoi colleghi. Non so se ve lo ha ordinato il dottore, di farvi preti. Ma certo pretendere di farsi prete e di farsi anche auto-vescovi è una contraddizione in termini: e, nella logica, la contraddizione in termini è prova certa di errore.
Tu, don Biancalani (di cui io è tanto se ho scritto qualche riga appena) e tanti altri preti pistoiesi che stanno dentro, ma stanno fuori; celebrano la messa con “il nostro vescovo Fausto”, ma fanno come cazzo gli pare contro il loro vescovo; sono comuni esseri mortali, ma all’omelìa/omelette danno il meglio delle stronzate del leghismo dell’Avvenire (il giornale santo ha perso una parola del titolo di testata: si chiama, in realtà, Il sol dell’Avvenire…) né più né meno di come facciano Salvini & C.
Tu umili il tuo fratello Romiti (Fratelli tutti, ma… una sega?) a cuor leggero dinanzi ai tuoi fedeli? Bravo e complimenti! Sono affari tuoi e della tua coscienza.
È questo – sàppilo – che mi impedisce di credere nel tuo dio. Ed è per questo che, da assolutamente laico e non credente (se ci fosse davvero, impallinerebbe tutti a partire da Becciu…), ho stima, amicizia e rispetto per il vostro vescovo che cattolicamente schiaffeggiate ogni volta che, all’omelìa/omelette, aprite bocca non per parlare con Cristo, ma solo per defecare su chi vi sta scomodo!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
O Paolo Tofani, ma ogni tanto ti penti per ciò che fai e pensi e dici, o sei sicuro di essere il vicario non di Cristo (per questo c’è già Bergoglio e pregiudizio…), ma addirittura di dio in terra?