PISTOIA. Con la chiusura del Lingottino, alla vigilia di Natale, al centro storico sono venuti a mancare posti auto importanti. Ad oggi sono stati molti gli appelli affinché venisse nuovamente aperto, ma apparentemente non hanno sortito alcun effetto.
Senza la pretesa di voler entrare nelle dinamiche della società che lo possiede, devo dire che stento a capire questa scelta. Dalla gestione del Copit arrivava un affitto sicuro tutti i mesi e quest’ultimo si era reso disponibile, almeno da quanto si apprende dai giornali, a sopportare un aumento della locazione. Perché una società rinuncia ad un’ entrata certa e cospicua?
Pistoia Ambiente ha presentato un progetto per trasformare l’immobile, ma l’amministrazione ha risposto che non era interessata se l’intenzione era quella di depotenziare il parcheggio.
Dopo il diniego si è aperto un contenzioso, tuttora pendente, al Tar. Anche se l’intenzione di Pistoia Ambiente è quella di valorizzare un bene di proprietà, questa non rientra certamente nelle finalità principali della società che si occupa di rifiuti.
Credo non sfugga neanche a loro che ci sono centinaia di appartamenti, fondi commerciali e uffici sfitti in città. Non si poteva attendere che il Tar si pronunciasse rinnovando, anche temporaneamente, l’affitto al Copit?
Al ricorso al Tar si aggiunge anche il fatto che i rapporti tra Comune e alcune aziende che compongono la società è sicuramente teso alla luce del contenzioso nato intorno all’appalto dei lavori di ristrutturazione della viabilità del nuovo ospedale.
Sono certo che questa vicenda non abbia nessun legame con la scelta di chiudere il Lingottino e che Pistoia Ambiente abbia preso quella decisione per altre ragioni. Quali sono allora?
L’appello è quello di ripensare questa scelta e mettersi ad un tavolo con Copit per poter riaprire il parcheggio del Lingottino facendo un favore alla città.
Alessandro Tomasi, “Pistoia Domani”