FIRENZE. “La Regione Toscana non è affatto inadempiente riguardo al superamento dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo e le critiche che le vengono mosse sono infondate. Al contrario, la Regione sta facendo tutto quanto di sua competenza per favorire il superamento dell’Opg e la collocazione dei pazienti che ancora vi sono rimasti”. L’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi risponde a quanti – per esempio Psichiatria Democratica e StopOpg – chiedono a gran voce il commissariamento della Regione per grave inadempienza a proposito della chiusura dell’Opg.
“La Toscana – dice Stefania Saccardi – ha favorito con evidenza incontrovertibile tutti gli interventi possibili, diretti a sostenere le misure alternative alla detenzione, orientando prioritariamente le proprie scelte verso la de-istituzionalizzazione dei pazienti psichiatrici autori di reato e la prevenzione delle assegnazioni di misure detentive. Tutto questo non può essere definito inadempienza, né inerzia, né limitazione alle scelte di passaggio dall’Opg alla Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentive, ndr)”.
“La Regione Toscana, considerata tra le Regioni inadempienti in quanto non ha provveduto alla immediata realizzazione della Rems, e non ha neppure fatto la scelta di trasformare in Residenza sanitaria l’Opg di Montelupo Fiorentino – chiarisce ancora l’assessore –, ha scelto in primo luogo di favorire i percorsi territoriali terapeutico riabilitativi, e solo successivamente ha attivato la Rems a Volterra, con l’apertura di un primo reparto per 10 persone nel mese di dicembre 2015, al quale si andrà ad unire a breve un secondo reparto, consentendo la disponibilità complessiva di 28 posti entro la fine di febbraio 2016”.
La Rems, secondo il Dl 52/2014 convertito con modificazioni dalla legge 81/2014, costituisce una soluzione residuale, perché le nuove disposizioni privilegiano le misure alternative all’internamento e quelle relative alla pericolosità sociale. È importante sottolineare che la pericolosità sociale non può essere dichiarata, o confermata, solo perché la persona è emarginata, priva di sostegni economici o per la mancanza di condizioni esterne di tutela; in sostanza un paziente emarginato, abbandonato e senza casa, non può essere considerato, per questa ragione, socialmente pericoloso ed essere internato in Opg. Prendere in carico i pazienti non consiste nella mera collocazione di questi pazienti in una struttura sanitaria appositamente dedicata, ma presuppone una serie di interventi integrati di tipo sanitario e sociale, finalizzati alla cura e alla riabilitazione della persona stessa.
Per questo motivo l’attenzione è stata fortemente concentrata sui percorsi di cura e riabilitazione individuali, per evitare l’internamento o comunque per limitarne la durata, orientando l’impegno sulla corretta presa in carico delle persone. I competenti servizi delle Aziende Usl hanno elaborato specifici programmi terapeutico riabilitativi individuali, finalizzati ad accompagnare le persone internate verso situazioni alternative, con tempistiche diverse in relazione ai bisogni individuali di cura e riabilitazione.
Grazie anche a specifici finanziamenti sostenuti con risorse regionali e approvati con atti della Giunta regionale, tra il 2011 e il 2015 sono stati attivati 71 percorsi terapeutico-riabilitativi di dimissione per pazienti toscani presenti in Opg. I 71 percorsi di dimissione attivati sono stati diretti per il 73% in comunità terapeutiche psichiatriche, per il 9% in comunità terapeutiche per doppia diagnosi, il 14% in residenze sociali e il 4% al domicilio proprio o dei familiari. Per sostenere questi percorsi di dimissione, è stata assegnata alle Aziende Usl la somma di 1.801.544 euro, per l’attuazione dei percorsi individuali progettati dai Dipartimenti di salute mentale.
A questi si aggiunge la somma di 1.902.280 euro, assegnata per il 2015 alle Aziende Usl 5, 7, 8 e 10 per il funzionamento delle strutture sanitarie intermedie dirette ad accogliere i pazienti psichiatrici, con misure di sicurezza alternative alla detenzione.
Per sostenere l’integrazione e favorire le sinergie tra tutte le istituzioni coinvolte nel percorso di superamento dell’Opg, sono stati inoltre promossi incontri istituzionali tra sistema sanitario regionale e amministrazione penitenziaria, con la magistratura; sono stati inoltre realizzati percorsi formativi mirati e integrati diretti ai professionisti del Ssr, dell’amministrazione penitenziaria e amministrazione giudiziaria.
Si segnala infine, anche se la questione dovrebbe essere affrontata forse prima di ogni altra discussione, che tutte le risorse statali finalizzate e destinate alla Toscana per il superamento dell’Opg (sia i fondi destinati agli investimenti, che quelli destinati alla spesa corrente) sono ad oggi ancora nelle casse statali, e quindi la Regione Toscana ha sostenuto gli interventi attivati con risorse proprie.
I trasferimenti dei pazienti internati dall’Opg di Montelupo Fiorentino alla Rems di Volterra
In Toscana è stata attivata dal 1° dicembre 2015 la Rems a Volterra, con l’apertura di un primo reparto per 10 persone, al quale si sono aggiunti ulteriori 4 posti dal 1° febbraio 2016 e, a breve, si unirà un secondo reparto con altri 14 posti, consentendo la disponibilità complessiva di 28 posti entro la fine del corrente mese di febbraio 2016. Oltre all’accoglienza nella struttura, i pazienti accolti nella Rems sono seguiti attraverso appositi percorsi terapeutici socio-assistestenziali condivisi con i Servizi sanitari territorialmente competenti, coinvolgendo nel progetto complessivo anche l’Università degli studi di Pisa.
Attualmente nella Rems di Volterra sono presenti 14 pazienti, 11 toscani e 3 umbri.
Occorre segnalare che i trasferimenti programmati dal competente Servizio sanitario regionale sono concordati con il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria; le assegnazioni sono effettuate dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, anche in considerazione delle misure di sicurezza emesse dai magistrati competenti. Ciò ha condizionato i trasferimenti programmati, limitando in parte l’ingresso in Rems di pazienti internati in Opg individuati dal Servizio sanitario regionale e non ritenuti prioritari per il trasferimento dall’amministrazione penitenziaria.
Presenze pazienti nell’Ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino
Alla data del 5 febbraio 2016, risultano presenti in Opg ancora 44 pazienti, di cui 24 toscani (21 con misure di sicurezza da Rems e 3 detenuti con misure detentive da istituto penitenziario). Vedi i Grafici 2 e 3.
Il Grafico 1 mostra il trend in diminuzione del numero degli internati complessivamente presenti in Opg di Montelupo, registrati dal 2009 ad oggi.
Documenti
[zambelli – toscana notizie]