
PISTOIA. Ebbene sì, lo confessiamo: facciamo parte dei “peggiori”,“ciaccoliamo” su facebook e siamo anche curiosi.
D’altronde, come scrive Shu Shueh Mou: “I peggiori fra gli uomini ottengono sempre un elogio, alla fine della vita: inciso sulla pietra tombale”.
La Montagna sta incidendo, anzitempo, nomi di filibustieri della politica locale nella loro quotidianità: gente che, per un minimo di decenza, avrebbe dovuto tacere e che, al contrario, ci viene a narrare le bellezze di fusioni comunali e di denari pubblici elargiti che, sottoposti un tempo alle loro “doverose” vigilanze, si sono dispersi nei meandri di personaggi infedeli ma soprattutto compiacenti al loro compito di politici cialtroni, incapaci, inefficienti, bucanieri all’assalto delle pubbliche casse e, alla fine, dementi riconosciuti ma seguiti pecorescamente dalla massa.
Perché la “democrazia” che produce una massa di significati interpretativi, questo è: vi fidate voi? Allora accontentatevi e zitti!
Vi fidate voi di gente che ha fatto scorrere milionate di euro sotto i vostro occhi e li ha recapitati in mano di amici e di amici degli amici, secondo un meccanismo mafioso che è transitato dalle pallottole ai medicamenti palliativi, e soprattutto “produttivi” (che transitano dalla riforma sanitaria del rosso-Rossi) alla giusta pretesa di essere curati senza essere oggetto di traffici e interessi più o meno illeciti?
Pensateci un po’ sopra e cercate di rispondere a questa provocatoria e retrodatata domanda: chi era Bettino Craxi? Risposta della “plebe”: era un ladro.
Certamente il rappresentante del defunto Psi era un ladro, ma la risposta è incompleta.
Era un ladro come tutti i segretari nazionali dei partiti del cosiddetto “arco costituzionale”, Msi e Pci esclusi, per motivi diametralmente opposti.
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Craxi era un ladro politico, come Forlani, come Longo, come La Malfa, ma con una differenza storica che i suoi amici, da buoni italiani, non gli riconoscono, lasciandolo nell’orrida dannazione della memoria dalla quale vorrebbero estraniarsi, non potendolo.
Craxi, per completezza di domanda, fu colui che tentò di creare un socialismo riformista sganciato dalla egemonia del partito comunista e dalla democrazia cristiana e male gliene incolse: non si ruba in casa dei ladri!
Il Msi fu l’unico partito pulito che si poté permettere di vantare la propria libertà morale e politica da quello sconcio di regime fino a quando non divenne An e poi Pdl e poi addirittura Berlusconi…
Il Pci, quello veramente, agglomerato di “dignitari” immondi al soldo dell’unione delle repubbliche socialiste sovietiche, tenutario di rango l’ex presidente della repubblica italiana Giorgio Napolitano, che, mentre da un lato accettavano la Nato, dall’altro prendevano soldi a valanga dall’Unione Sovietica che comandava il Patto di Varsavia che della Nato era il nemico.
Siamo partiti dalla Montagna e siamo arrivati a Moranino: ma il filo “rosso” che tiene unito il discorso, che non voglio chiamare ragionamento, è il medesimo.
Il narcotizzante, sempre il solito, si chiama “democrazia”. Democrazia italiana o “alla Ciccone”, alias Madonna, è sempre il solito.
Togliete il nero Obama e metteteci il bianco Matteo; togliete la Ciccone e metteteci la Boschi.
Lui, il nero, comanda. Noi no.
Fra la Ciccone e la Boschi che se la vedano loro, magari con un giudice terzo che magari si chiamerà Vladimir (non Luxuria, Putin).
Il resto, come dice una famosa canzone, è orgia, o noia!
Se vince il No al referendum, come si spera, allora ci divertiamo!
[Felice De Matteis]