MONTAGNA. Diciamolo con il dovuto rispetto: questo processo sull’ammanco in Comunità Montana comincia a “farci specie”.
Lo diciamo con la schiettezza che il caso richiede e con le orecchie con cui, anche nell’udienza di ieri, 14 giugno (vedi), abbiamo parzialmente udito che tutto il problema è surrettizio e non “nel merito”.
Spieghiamoci meglio: appurato che presumibilmente l’economo si è appropriato di soldi non suoi, e appurato che la conduzione amministrativa era svolta in maniera “goliardica”, un’evidenza ci assale, ed è quella che la politica che avrebbe dovuto sovraintendere e controllare era inesistente e lo è stata per decenni.
Di responsabilità politica in questo processo, spezzettato e diluito, non si parla mai, quasi che il vigilare e il dovere di svolgere le proprie mansioni, per i politici della Montagna, fosse una semplice incombenza non dovuta, per cui l’assessore al bilancio o i revisori dei conti fossero tali solo in funzione formale e non sostanziale. Per riscuotere e basta, insomma.
Chi ha messo le mani nella Comunità Montana, a partire dalla relazione Eller (commissionata, sarà bene ricordarlo, unitariamente da Procura e Giunta dei Sindaci, cioè da Dracula e dai donatori di sangue), non ha svolto un buon lavoro. Per niente.
Oppure lo sta svolgendo in maniera chirurgica, eliminando le responsabilità che attengono alla politica che regolava l’Ente ma che, come al solito, non sapeva, non vedeva e non provvedeva. In Italia si fa così.
Si parla di atti secretati ancora ma che potrebbero trovare un riscontro se solo chi sa parlasse: ci riferiamo a un incontro che la Giunta dei Sindaci ebbe con l’imputato principe raccomandandogli e indicandogli di scegliere un avvocato capace, capacissimo, capace di tutto. Come un buon avvocato deve saper essere.
Sembra anche che questo, in un primo momento, sia accaduto: ma poi, per quel “destino cinico e baro” che talvolta fa le pentole ma non i coperchi, gli eventi hanno preso un’altra piega.
E su questo, statene certi, torneremo, se una “cartaccia” che abbiamo in mano si dimostrerà vera e veritiera.
Questo quotidiano, voi che ci seguite, lo sapete, parla in forma verosimile, ma ipotetica, solo se non è in possesso di carte: se lo è, non si pèrita certamente a pubblicarle; ed è quello che faremo quando qualche “postino” amante della verità vorrà recapitarcele o confermarci nei nostri leciti dubbi.
Talvolta anche il valzer degli avvocati è sintomatico… Perché è indubitabile che questo processo non può finire nel dimenticatoio; e noi, umanamente e civilmente, non possiamo non “fare il tifo” per Giuliano Sichi che deve pagare per quanto illecitamente può avere commesso.
Così come non possiamo non “tifare” per Roberto Fedeli e Rosa Apolito che, domani 16 giugno, saranno chiamati a processo per reati connessi con le loro funzioni.
Tifiamo per loro perché non riconoscere che si può sbagliare, aiutati dal silenzio e dall’accondiscendenza della politica, e di fatto legittimati in certi comportamenti che potrebbero configurare leggerezza e non dolo – ma qui per qualcuno c’è anche questo – ci favorisce a “istigarli” a dire loro “la verità, tutta la verità, niente altro che la verità”. E a dire lo giuro!
Forse quella Verità maiuscola che “certi” politici non vogliono o gradiscono, impegnati, come sono, a riproporsi, loro o i loro cloni & discendenti, alle prossime elezioni politiche come Sindaci di Comuni Unici o Comunoni, con la benevola accondiscendenza del Comune-Dynamo, dove le persone si ammorbidiscono alla scuola di Manes e alla sua carità-business, o con qualche colpo di dritto o rovescio, purché stavolta non finisca in rete.
Lo stanno già facendo, lor signori: pensando, e forse non hanno torto, che i Montanini si siano già dimenticati delle malefatte compiute in Comunità Montana dove solo, scusate la cacofonia, due “due di briscola” (di nome Gualtierotti e Giandonati) hanno pagato per “bischerate”, che tali sono al cospetto della reiterata e criminosa inefficienza politica dimostrata poi nel prosieguo degli anni.
Neppure dobbiamo dimenticare che la Comunità Montana, per più di trenta anni, è stata riserva di caccia del Pci-Ds-Pds-Ulivo-Margherita-Pd: un incesto politico che ha partorito gli uomini del Sì alle fusioni comunali e, quasi certamente, a quello della buffonata che si chiama riforma costituzionale,
State attenti : stanno per tornare in pista, questi scheletri. Tutti. Li rivolete davvero?
A proposito: auguri a Roberto Fedeli e Rosa Apolito.
[Felice De Matteis]