CIA IN SOCCORSO DEGLI OLIVICOLTORI

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Pescia. Gie olivicolo provinciale della Cia-Pistoia

PISTOIA. La Cia Pistoia scende in campo a sostegno degli olivicoltori del proprio territorio, messi in difficoltà da cali produttivi dovuti alla mosca olearia, prezzi bassi di prodotti concorrenti, spesso esteri e di qualità inferiore non percepita dai consumatori, e soprattutto da asfissianti regole burocratiche, fra obblighi di registrazioni telematiche ad ogni tappa lungo la filiera e vincoli sulle etichette.

Tanto più che, a causa anche delle frequenti truffe che si verificano sull’olio di oliva, è assai cresciuto il livello delle sanzioni.

Con la riunione di ieri a Pescia del Gruppo di interesse economico (Gie) olivicolo provinciale della Confederazione italiana agricoltori è stata avviata un’iniziativa informativa e di supporto agli olivicoltori che sfocerà, a richiesta di alcuni dei produttori intervenuti, nella redazione da parte dell’agronoma Daniela Di Bonaventura, consulente in materia olivicola di Cia contattabile nella sede di Borgo a Buggiano i lunedì e mercoledì dopo le 10:30, di un vademecum per spiegare passo passo tutte le cose che devono fare i produttori di olive che non intendono limitarsi alla consegna delle olive ai frantoi, ma vogliono invece vendere olio.

Sandro Orlandini
Sandro Orlandini

Sì, perché nel Gie di ieri il presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini e la vicepresidente della Strada dell’Olio borghi e castelli della Valdinievole Cinzia Cipriani hanno parlato di dati e prospettive, di mosca olearia, del nuovo piano olivicolo nazionale, che mira a contrastare l’abbandono degli oliveti puntando a un recupero del 25% del potenziale produttivo in 7-10 anni e ha una dotazione di 32 milioni di euro in tre anni, e si è fatto cenno alle politiche dei prezzi e le scelte strategiche da compiere, considerando anche che, nonostante la fama internazionale dell’olio d’oliva toscano, le nostre quantità sono basse: nel 2015, con una produzione di 19.202 tonnellate, secondo Ismea, la Toscana era la sesta regione italiana, superata nell’ordine da Puglia, Calabria, Sicilia, Lazio e Campania.

Ma la testa degli olivicoltori è in questo momento soprattutto sulle procedure legate alle registrazioni telematiche obbligatorie del Sistema informativo agricolo nazionale (Sian), sia pure con molta attenzione anche ai consigli per contrastare la mosca olearia, soprattutto se si vuol fare produzione biologica.

Daniela di Bonaventura ha fornito e illustrato materiale informativo molto circostanziato su come si devono scrivere le etichette sulle bottiglie e i contenitori d’olio d’oliva, con istruzioni precise fra l’altro su come adempiere all’obbligo di indicare le caratteristiche nutrizionali dell’olio nel territorio pistoiese e sulle registrazioni telematiche dei lotti sul Sian, e una scheda sulle nuove sanzioni, che sono ben 11 in più in seguito al Decreto legislativo n. 103 del 2016 (“Decreto sanzioni olio d’oliva”) rispetto alla precedente normativa e che in generale sono molto più salate, con ad esempio la nuova sanzione da 2 mila a 12 mila euro per mancata indicazione d’origine geografica dell’olio d’oliva.

«Abbiamo tenuto l’incontro a Pescia – dichiara Sandro Orlandini – a sottolineare che questo territorio è ancora la piazza più importante d’Italia per il vivaismo olivicolo. In generale il settore olivicolo-oleicolo sta riscontrando molti problemi, a cominciare dalla mosca olearia per arrivare ai continui danneggiamenti di cervi e cinghiali che impediscono di mettere piante giovani, magari di nuove varietà nella ricerca dell’eccellenza qualitativa. Però non bisogna arrendersi, perché in realtà esiste un mercato, sia estero che italiano, almeno per l’olio certificato, tant’è che il Consorzio di Montalbano fa fatica a trovare l’olio con i requisiti necessari».

Il fatto che questo mercato possa essere di nicchia non spaventa Cinzia Cipriani, che, dopo aver ricordato il dato toscano nel 2015-16 rispetto al resto d’Italia (vedi sopra), ha sottolineato ieri alcuni dei dati produttivi internazionali del Consiglio oleicolo internazionale (Coi) illustrati nel Gie olivicolo nazionale di Cia ieri l’altro a Roma.

I partecipanti all'incontro
Pescia. I partecipanti all’incontro Gie

Fra questi, il fatto che la produzione mondiale calerà del 7% nel 2016, passando da 3.152.000 tonnellate a 2.918.000 t, mentre quella europea di poco più del 9% passando da 2.315.500 a 2.098.500 t, con l’Italia che registrerà -30%, arrivando a sole 330.000 t, mentre la Spagna un -1% arrivando a 1.380.000 t.

Cinzia Cipriani non è spaventata perché non crede nella competizione sui prezzi e le quantità come modello strategico per gli olivicoltori toscani. Alla luce di tanti fattori, fra cui la conformazione del territorio e gli alti livelli qualitativi reali e potenziali, consiglia piuttosto di puntare sull’olio extravergine certificato e in particolare su quello biologico.

«Puntiamo sul biologico e non vendiamolo a meno di 15 euro!» è il suo appello agli olivicoltori della Valdinievole.

Agrinsieme, il coordinamento di Cia, Confagricoltura Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, ha fatto due richieste di semplificazione al Ministero delle politiche agricole:

  1. innalzare da 700 kg annuali a 2.500 kg il limite produttivo oltre il quale le registrazioni sul Sian da una “sola” volta al mese devono diventare una ogni 6 giorni
  2. l’esclusione della registrazione nella fase di commercializzazione dell’olio.

[sandiford – cia pistoia]

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