“CIAO GIÒ, CI VEDIAMO DOMANI!”, L’ULTIMO COMMOSSO SALUTO A GIOVANNI FUOCHI

Centinaia di persone hanno dato l’estremo saluto al 22enne di Casale di Prato morto dopo una rara forma di tumore combattuto da 20 anni. Il sindaco Bugetti: “Continueremo a dare il nostro appoggio alla associazione La forza di Giò nel ricordo di Giovanni”

PRATO. La piccola chiesa di Sant’Ippolito in Piazzanese e la piazzetta antistante erano gremite per l’ultimo saluto a Giovanni Fuochi, il 22enne sconfitto da una rara forma di tumore che non lo ha abbandonato da quando aveva 2 anni. A ricordare la sua breve vita fuori dalla chiesa un collage di foto.

All’interno attorno ai genitori e ai familiari si sono strette le istituzioni cittadine rappresentate dal sindaco Ilaria Bugetti, dal presidente del Consiglio Lorenzo Tinagli, dall’ex sindaco Matteo Biffoni insieme all’ex presidente del consiglio comunale Gabriele Alberti, il mondo della scuola e dell’associazionismo locale e quello sportivo. A celebrare la messa funebre a fianco del parroco il Vescovo di Prato monsignor Giovanni Nerbini che ha ricordato il calvario del giovane pratese e la sua grande forza d’animo.

Una battaglia lunga contro la malattia, affrontata sempre con un sorriso e una serenità disarmante di cui ha reso testimonianza – al termine della cerimonia — Jacopo Sardi, uno dei professori dell’ospedale pediatrico di Firenze che lo ha avuto in cura, presente assieme al personale infermieristico; una delle professoresse che lo ha seguito negli anni scolastici; lo zio materno; gli amici e altri ancora.

La madre Monica non si è staccata un attimo dalla bara bianca a cui era attaccato un palloncino con la scritta “Giò” e da cui fuoriuscivano due sciarpe con i colori della Fiorentina e del Prato Calcio. In fondo alla chiesa e durante la cerimonia funebre sono state raccolte offerte per l’associazione “La forza di Giò”, creata da alcuni anni dai genitori di Giovanni Fuochi per la ricerca medica e il sostegno ai giovani ricercatori al fine di “dare una speranza ai bambini colpiti da malattie gravi”.
“L’associazione — ha rassicurato la sindaca Ilaria Bugetti — continuerà ad operare a Prato in favore della ricerca sui tumori cerebrali infantili ed avrà il nostro appoggio. Lo dobbiamo a Giò che è stato per tutta Prato e non solo un esempio di attaccamento alla vita affrontando la malattia sempre con il sorriso e la forza di un leone. Lo dobbiamo anche a coloro che stanno affrontando ancora la malattia.

Lo dobbiamo a Monica e Enrico, genitori fantastici di Giovanni che in questi anni ci hanno insegnato il significato più profondo e vero delle parole famiglia, forza, speranza e amore”.
All’uscita della cerimonia a salutare il feretro di Giovanni due striscioni di “Quelli del Fiordaliso”: “Occhi lucidi e sguardo verso il cielo” “Ora sei un angelo con il ruggito da guerriero” e un lungo commosso applauso.
“Ciao Giò ci vediamo domani!”.

Andrea Balli

[andreaballi@linealibera.info]

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