
PISTOIA. Enrico Giusti (Valerio Mastandrea) ha una professione ingrata, ma nobile nell’intento. Si occupa di avvicinare dirigenti d’azienda incompetenti e/o irresponsabili che rischiano di far fallire le imprese che dirigono.
Gli diventa amico, finendo per convincerli ad andarsene salvando così migliaia di posti di lavoro che dipendono da loro.
Non sbaglia mai Enrico, nella sua attività. Quando però si trova a dover impedire che due giovani fratelli, di 18 e 13 anni, rimasti orfani di una coppia di importanti imprenditori, diventino dirigenti di un gruppo industriale di rilievo nazionale, le cose si complicano.
Dovrebbe essere un caso semplice per il protagonista di questa storia ma non è così, la situazione diventa complessa anche per l’arrivo improvviso della fidanzata straniera di suo fratello. In realtà sarà il caso che Enrico attendeva da tempo.
Il film dal significativo titolo “La felicità è un sistema complesso” di Gianni Zanasi, con nel cast principale, tra gli altri, Hadas Yaron, Giuseppe Battiston, Teco Celio, Paolo Briguglia, Maurizio Donadoni, si popone di accendere una speranza nel cambiamento interiore finalizzato alla lotta poi contro il sistema.
Una pellicola che richiede un po’ più d’attenzione da parte dello spettatore, incentrato su sentimenti autentici piuttosto che sulla trama della storia in sé.
Mastandrea, attore sempre più libero nella sua espressione artistica, è il perno del film. Bravi anche Battiston e Celio che già hanno lavorato con il regista Zanasi in “Non pensarci”. Da vedere.
[Leonardo Soldati]