PISTOIA. I politicamente corretti e poliziotti del pensiero unico ci dicono che non possiamo più chiamarli “vu’ cumprà”, e che se arrivano dal mare coi barconi e senza documenti vanno definiti col termine neutro e insignificante di “migranti”.
Volendo denunciare, ancora una volta, i signori di colore che abusivamente vendono paccottaglia nel centro di Pistoia, dovremmo dunque preliminarmente risolvere il problema riguardante le parole che il dizionario del politically correct impone di non utilizzare.
Lo faremmo se tenessimo a garantirci gli applausi di tutti, con commozione generale e medaglia al valore per correttezza politica.
Ma poiché siamo notoriamente indisciplinati, e Linee Future un quotidiano non per tutti, ma che tutti leggono ogni giorno, , ce ne infischiamo delle regole che “la buona società” si è data e vorrebbe estendere a chiunque, noi compresi: parlar chiaro è indispensabile per una regolare e civile convivenza.
In città, ma soprattutto nel centro storico, regna il caos più completo. Il numero di venditori neri è aumentato sensibilmente da circa un anno a questa parte, ovvero da quando a vendere fazzoletti e accendini erano i soliti tre personaggi che tutti conoscevano.
Le bancarelle di cartone con postazione fissa in via degli Orafi sono ormai una realtà consolidata, con la loro merce contraffatta venduta a prezzi inferiori rispetto a quelli che possono offrire i negozi lì intorno.
Un esempio è dato dalle cover o custodie per cellulari. E assistiamo a questo dato di fatto giornaliero che avviene a due passi dal tribunale, visibile quindi a vigili urbani, forze dell’ordine e agli stessi magistrati che passano quotidianamente di lì.
Ma forse il termine solidarietà, nel nuovo vocabolario del correct, è sinonimo di legalità e rispetto delle regole imposte agli italiani.
In piazza della Sala i venditori di accendini si sono quadruplicati e abbiamo conosciuto un giovane di colore che in inglese ci ha detto di essere un clandestino, accolto nel convento dei Cappuccini e che, oltretutto, si dedica alla vendita abusiva di merce contraffatta per arrotondare.
Non chiedetecene il nome: vi ricordiamo che è privo documenti e, per quanto ne sappiamo noi e ne sa il centro di prima accoglienza che lo ha ricevuto, potrebbe pure chiamarsi Albert Einstein, nato ad Ulma il 14 marzo del 1879.
Gli uccelli migrano: gli esseri umani, al contrario, essendo portatori di una cultura e di tradizioni specifiche, si spostano da un Paese all’altro o legalmente o illegalmente.
Dalle nostre parti pare spesso più valida solo la seconda ipotesi. E il tutto avviene mentre chi governa sorride promettendo ponti sullo stretto di Messina dopo avere sbeffeggiato il Berlusca, e le cooperative che accolgono non rispondono alle domande toppo ficcanti dei giornalisti…
[Lorenzo Zuppini]
Molto spesso (ma non sempre) dissento dagli interventi di Lorenzo Zuppini, crudi e senza un minimo di concessione ad elementi di attenuante generica verso quelli che lui non vuole definire né migranti, né extracomunitari, né profughi, preferendo invece termini come “nero”, oppure “vo cumprà”, quasi a voler portare alla luce la vena di razzismo che corre, come un fiume carsico, dentro di lui.
Vorrei dire chiaramente che da uno come lui, che ha fatto, mi sembra, con molto entusiasmo, il “Cammino di Santiago”, mi aspetterei qualcosa di diverso. Evidentemente, gli effetti di tale cammino non hanno ancora inciso molto sulla sua indole. E, visto che, quantomeno, è giovane ed ha gambe buone, potrei provocatoriamente proporgli, la prossima volta, di attraversare il deserto a piedi e poi imbarcarsi su una carretta del mare e sbarcare a Lampedusa (se non annega prima), per vedere se una esperienza del genere lo induce ad essere un po’ più riflessivo e tollerante.
Detto questo, finisce la critica ed inizia la parte di apprezzamento.
Quello che nota Zuppini, al di là delle considerazioni che poi ci mette sopra, è indiscutibilmente vero, se solo si hanno occhi per vedere e testa per riflettere. E la cosa più vera di tutte è che ci siamo ridotti ad essere un Paese dove le istituzioni e le forze dell’ordine, a tutti i livelli, o se ne lavano le mani o, nella farragine di leggi, regolamenti, formalismi da legulei terzomondisti, non hanno mezzi per intervenire in maniera efficace ed equilibrata. E così, almeno per quanto riguarda i vigili, ci si limita alle multe per divieto di sosta od al controllo ossessivo dei tagliandi relativi al pagamento dei parchimetri (ho visto tutto questo diverse volte, l’ultima stamani tra Via Fonda di San Vitale ed il Parcheggio Pertini, tanto per essere chiari).
Per portare acqua al mulino di Lorenzo, aggiungo che sono tornato giovedì sera da quattro giorni di vacanza sul Lago di Garda, che ho girato in lungo ed in largo. Ebbene: tra Torri del Benaco, dove albergavo, Garda, Peschiera, Sirmione, Salo’, Limone, Torbole, Malcesine ed altre località minori, tutte così strapiene, ancora a fine settembre, di turisti tedeschi, che sembrava, come minimo, di essere in qualche vallata dell’Alto Adige, di “neri” o profughi o clandestini che si voglia dire, non ne ho visti neanche mezzo.
Gli unici che ho incontrato, stavano ben lontani dai centri turistici, ad almeno 1.000 metri di altezza, tra le malghe del Monte Baldo.
Eppure, i luoghi che ho citato, sono ricchissimi rispetto ai nostri, ed alla gente che li frequenta, due spiccioli da allungare ad un uomo che venda fazzolettini o accendini, non mancherebbero certo.
Ma evidentemente, a nessun sindaco piace turbare le vacanze dei signori, specie se tedeschi.
Per adesso, non aggiungo altro, ma mi sembra che la materia di riflessione non manchi, a cominciare dal fatto che qui abbiamo fatto tanto “puzzo” contro il sindaco di Capalbio per gli extracomunitari che non ha voluto accogliere, ma sul Garda, tra settore veneto, lombardo e trentino, di casi “Capalbio”, evidentemente, ce ne sono a bizzeffe.
Piero Giovannelli
P.s: e, siccome anch’io sono un uomo, con tutti i miei difetti, stamani, sabato, a ritrovarmi a Pistoia, tra Piazza Duomo, la Sala, ecc, e rivedere di nuovo, dopo i quattro giorni citati, la massa di persone di colore con la loro merce che ti ferma, ti chiede spiccioli, ecc, mi ha dato un po’ fastidio. Ma mi rendo conto io per primo che i sentimenti istintivi che ho provato non sono stati buoni.
«mi rendo conto io per primo che i sentimenti istintivi che ho provato non sono stati buoni».
Caro Piero, lasciati dire, da uno che crede ma non in quello in cui credi tu, che il tuo Dio prima di essere buono è giusto.
Buono perché perdona le tue colpe: ma giusto perché, ancor prima, te le fa scontare.
Il proverbio laico dice: il medico pietoso fa la piaga puzzolente.
Buona domenica.
Edoardo
Grazie Edoardo.
Buona domenica anche a te.
Piero
Caro signor Piero, la verità a volte fa male, ma è certamente meglio che far finta di nulla o prendersi per i fondelli.
La finto-buonista gestione dell’accoglienza di questa falsa sinistra ipocrita che indebitamente e abusivamente ci governa, sta incentivando l’ingresso in italia di milioni di africani (immigrazione per cause economiche, non sono profughi!!).
In pratica stiamo assistendo ad una compravendita di carne umana gestita dagli amici del PD&C. che con lo slogan “Venghino signori africani, venghino in Italia che qua c’è trippa per tutti” stanno facendo morire AFFOGATE migliaglia di persone!
È si signor Piero perché queste persone le state “invitando” a casa nostra, ma con i loro mezzi: zattere, carrette del mare, bare galleggianti …. COMPLIMENTI!
Concordo in pieno, in linea di principio, sia sulla verità che sui fondelli.
Ed ancora, a proposito della verità e dei fondelli, il termine “politicamente corretto” “migrante economico”, tradotto in soldoni significa disperato che scappa dal suo paese perché muore di fame. E non mi sembra una cosa per niente da sottovalutare.
E sarebbe bene ricordarci, tutti senza alcuna distinzione, che questa gente, se potesse, sarebbe la prima a tornare più che volentieri da dove è venuta.
Un cordiale saluto nell’attesa di “pizzicarci” di nuovo.
Piero