coletta. LA “GENTE COMUNE” DEVE SAPERE O NO?

Il fiume carsico delle “pratiche dormienti” alla Procura di Pistoia fa uscire fuori un esposto che non ha mai avuto alcun riscontro dopo due anni di galleggiamento. Si parlava di inquinamento ambientale e di malagestione nella pubblica amministrazione detta anche «autorità costituite». A che punto sarebbe l’inchiesta circa 24 mesi dopo? Chi è il sostituto titolare dell’indagine? Ci sarà un’altra mirabile archiviazione come con l’inceneritore ad opera della dottoressa Gambassi?


 

Il procuratore Tommaso Coletta

MA COME SIAMO

FORTUNATI

A VIVERE A PISTOIA!

 

PISTOIA. La segnalazione è del 31 maggio 2021 e a breve compirà ben due anni.

Fu presentato da due residenti in provincia che proposero all’attenzione della procura, tramite una documentazioneo corposa e dettagliata capitolata su diversi argomenti scaturiti da un “accesso agli atti” fatto all’Usl Toscana Centro nel febbraio 2020; e che passava da Vicofaro, Masiano (rischio chimico dovuto al VCM probabilmente della discarica del Cassero), Pistoia e Montecatini (gestione degli uffici di Usl per le misure Covid e la sicurezza sui luoghi di lavoro di alcuni uffici periferici di Usl Tc) e altri argomenti. Non erano certo stupidaggini.

Verbale di ricezione della segnalazione di 41 pagine

È tutto finito nelle nebbie?

Nell’esposto i cittadini (che a colpo d’occhio, sono da ricomprendere pienamente nella “gente comune” cara a Coletta) si parla di ipotesi di malagestione, con dirigenti che abbandonano il posto di lavoro senza strisciare il badge, per andare a fare dei deliziosi happy hour all’interno della stessa Usl in via Pertini 5.

Oggi che il Selmi è un dichiarato fan della Schlein, si potrà dubitare della sua non perfetta terzietà e imparzialità o no?

Altre ancora sarebbero le questioni di sicurezza in Villa Ankuri, o quelle relative alla presenza di immigrati clandestini nella sede del CAR di Vicofaro, non riconosciuti come tali dal “dirigente supportista” Massimo Selmi, oggi convinto schleineniano; oppure le anomalie sulle nomine di Usl Toscana Centro per la selezione di alcuni dirigenti (concorsopoli lo avevano già scoperto: ma per la famiglia Turco c’è “basso profilo”).

Altre contestazioni riguardavano le violazioni che sarebbero state acclarate in un incontro sul “rischio chimico” collegato all’uso di acqua irrigua inquinata da VCM (cloruro vinile monomero) dei pozzi di Masiano e dintorni.

In Italia parlare di pubblica amministrazione è come benedire il diavolo. Scappano tutti da tutte le parti e affermano di essere santi perché fanno parte delle «autorità costituite». Ecco perché tutti ci deridono

Al capo Luigi Mauro fa effetto che il Selmi non abbia la tessera del PD

Ma è interessante rilevare l’ipotesi di un corposo numero (di circa 400) infortuni con referto superiore ai 40 giorni, che non sarebbero mai stati denunciati alla procura, anche se avvenuti in ospedale su personale dipendente, nell’Usl toscana Centro, con il silenzio dei sindacati rossi, bianchi e verdi.

Se fosse vero, saremmo di fronte a un controllore criminoso, che, se  trova abusi in casa, propria viola tranquillamente la legge, ma li persegue severamente in casa alla “gente comune” ed anche con un certo gusto e soddisfazione Ecco: vorremmo sapere se tutto questocorrisponde a verità o no.

La dottoressa Linda Gambassi fece archiviare il problema dell’inceneritore di via Tobagi

Gli esponenti temono che la procura finirà col non dare alcuna risposta sull’inchiesta probabilmente avviata, ma forse già pronta per avviarsi all’archiviazione come accadde appunto per l’inceneritore, lasciato alle cure della sostituta Gambassi.

Vanno, infatti, necessariamente ricordate le “archiviazioni facili” anche sull’impianto di incenerimento di Montale. E si teme che, anche in questo caso, le gravi materie segnalate al terzo piano finiscano con un placido oblìo fin troppo comprensivo nei confronti delle «autorità costituite».

Entità comunque illibate, che però bastonano i cittadini-schiavi per piccoli illeciti. Dirigenti complici nel “sostenersi a vicenda” per diritto di sangue?

Il sostituto f.f. Giuseppe Grieco (che ci certificò in aula che ogni giorno legge attentamente Linea Libera) la leggerà questa nostra nota? E ce la darà una risposta una risposta alla domanda su che ne è stato dell’esposto presentato da due cittadini il 31 maggio del 2021?

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]


 

“TOT SE RESOLVE EN CRISTO”

DISSE GANO, I’ DDURO DI SAN FREDIANO

Chi pretende che noi non parliamo, deve seguire una sola via: il pieno rispetto dell’art. 54 della Costituzione

 

 

Aldilà dell’arrestare un Gatto a Montecatini, una Turelli a Agliana o un giornalista perché non prende ordini e non sta sugli attenti dinanzi agli “angeli della Candida Rosa” che non vedono neppure un elefante nascosto dietro un lampione, la procura di Pistoia non sembra andarci.

Infinita la prosopopea. Non di rado anche l’arroganza di chi crede – perché impasta la legge con le mani e magari anche la prevarica allegramente – di essere un legislatore-dictator in nomine Dei.

L’una e l’altra – prosopopea e arroganza – sono, ahinoi che crediamo all’art. 21 molto più di Mattarella e di Benigni, due tratti caratteristici dei garanti dell’ordine costituito: che corrisponde a loro e a se stessi per una sorta di “esasperato solipsismo”.

I giornalisti pistoiesi si mettono sugli attenti e, quando parla qualcuno di loro – non ex cathedra come Bergoglio, ma ex terzo piano-vista Duomo –, sembra di riascoltare Il Grillo Canterino della Rai di Firenze anni 50, quando arrivava Gano, i’ dduro di San Frediano di Silvano Nelli.

Da vero bullo di quartiere, Gano finiva tutte le volte per essere preso a botte, ma terminava sempre con la solita frase da ganzone: «Largo donne… passa Gano… i’ dduro di San Frediano».

Tot se resolve en Cristo, esclamava sempre, invece, padre Pavel Vasile di Carcaliu, messo speciale in Italia dell’arcivescovo Leonti di Braila (Romania), capo degli ortodossi lipoveni russi di vecchio rito.

Ecco: per la procura di Pistoia parlare dell’inceneritore di Montale e dei suoi rischi per la salute; del cloruro di vinile nei pozzi di Casale; dei quasi 400 infortuni, con esiti medici di oltre 40 giorni nelle strutture ospedaliere dell’Asl Toscana Centro; dei problemi creati a Vicofaro dai neri al di fuori delle forme controllate dell’accoglienza, e per giunta benvisti dal sostituto Claudio Curreli e dalla sua Terra Aperta; o del Carbonizzo di Fognano, in cui – a nostro parere – l’elefante nascosto dietro il lampione diventò di colpo invisibile: tutto questo è come un… Tot se resolve en Cristo.

Passano gli anni; le cose sbiadiscono; le aziende falliscono e chiudono perché, magari, per 20 operai in azienda ci sono solo due cessi e sudici, ove deporre il proprio fu-cibo uscente quale aurato sterco puzzoso dallo sfintère: a Bologna dicono «alègher, ch’al büs del cul l’è nègher»! Per un laboratorio basta una segnalazione dell’Asl ed ecco sùbito che qualcuno si muove e tira sonore legnate.

Di qua invece, dal lato delle Sante Autorità, i sostituti si confondono a tal punto (forse perché sono abbagliati dalla luce di Dio, dato che abitano nella Candida Rosa) che, dimentichi del fatto che a Vicofaro ci sono solo due cessi e intasati, e una situazione igienico-sanitaria da urlo, arrivano a decidere di mandarci, ai domiciliari, un altro paio di persone – come di recente – oltre il centinaio e passa che già ci sono a pisciare, cacare, imbrattare e disturbare gli italiani che, alla Marchese Del Grillo, “non contano un cazzo”.

La legge è uguale per tutti, ma… tot se resolve en Cristo, vero?

e.b.


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