Eletto per due consiliature nei primi anni di questo secolo, ricorda alcuni aspetti riguardanti la gestione della polizia municipale, aspetti che permettono serie riflessioni e interessanti chiarimenti su un passato piuttosto discutibile
AGLIANA. Le recenti dichiarazioni del sindaco Benesperi che parlano di pesanti situazioni di relazione a fatti che proseguivano dal 2000, sembrano una constatazione amara, per le conseguenti responsabilità politiche sulla cattiva gestione del personale.
Quali sono, Baccolini, i suoi ricordi e le sue considerazioni per le vicende della crisi aperta in Comune con l’inchiesta della procura di Pistoia?
La mia esperienza di consigliere d’opposizione mi permette di riconoscere un incredibile rovesciamento di “sistema”. Dopo il concorso per la nomina del comandante nel 1999, sul verbale dei risultati dell’esame, di cui prendemmo visione come gruppo consiliare, erano evidenti delle cancellazioni e/o correzioni.
La segretaria comunale Madrussan niente sapeva. Perciò fu richiesta dal mio gruppo politico (Alleanza Nazionale) una commissione d’inchiesta della quale non ho saputo nulla. Il Consiglio di Stato ha poi confermato la tesi della necessità di una “Commissione di inchiesta”.
Credo che sulla vicenda siano state fatte delle rivendicazioni, anche economiche di altri partecipanti al concorso, ovvero il concorrente in seconda della graduatoria.
Non mi rendo conto di come una persona assunta in Comune, su basi poi sconfessate dal Consiglio di Stato, possa tuttora essere pagato come dipendente del medesimo Comune. Quindi, sulla dichiarazione di Benesperi sono d’accordo: il “problema” parte da lontano.
Per la mia personale esperienza politica posso ricordare la professionalità della ispettrice Turelli, competente e sempre presente: mi stupisce che sia stata implicata in questa vicenda.
A mio parere, le vicende attuali sono il risultato di un degrado – vedasi l’ultima giunta Mangoni – indotto dalla incapacità politica che speravo terminasse con la nuova gestione.
Fin qui Baccolini, che con le sue parole getta non poche ombre sull’operato dell’amministrazione dell’epoca.
Riguardo all’articolo pubblicato ieri dal direttore (a onor del vero • 41. l’itaglia spiegata in vignettoni), stamattina abbiamo ricevuto il commento che segue:
Ma poi anche dopo la sentenza Tar che annullava la graduatoria e il concorso il Nesti fu lasciato imperterrito al suo posto di comandante e non fu sospeso dall’incarico nemmeno prudenzialmente… in attesa che si pronunciasse il Consiglio di Stato.
Proprio la Ciampolini lo lasciò in sella nonostante la sentenza demolitoria. Ma agli arresti domiciliari finiscono i non allineati.
Pseudo uomini di sinistra che calpestano anche le maternità per i loro inciuci e troiai perché si devono sistemare tra di loro; che hanno perseguitato il personale in lungo e in largo, ma che sono vittima di tutto e di tutti.
Alessandro Romiti
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