PISTOIA. Mentre Luigi Scardigli ci parlava di com’è difficile raccontare l’amianto a Pistoia (vedi), stavamo raggiungendo i Gruppi Consiliari perché Pistoia Domani doveva parlarci dell’accordo di programma per l’area del Ceppo, quello che andrà in onda lunedì prossimo in Consiglio – e non senza difficoltà, stando a quanto ci hanno detto i consiglieri Semplici, Capecchi, Tomasi e Gallacci.
Nudo e crudo il problema è dimolto serio: e riguarda la città, i cittadini e le loro tasche; molto più che mai per il fatto che non c’è e che, se c’è, quello che c’è (perdonate il gioco di parole) è solo un futuro di debiti per una collettività già duramente messa alla prova dalla crisi e da scelte sempre sbagliate: sia quelle del Comune (epoca Berti) che quelle, oggi definibili scriteriate, del project financing cercato (e senza remissione) dal Granduca-filosofo Rossi, l’uomo che ha indebitato a tal punto la sanità toscana, costruendo quattro nuove Intreprises su una direttrice di appena 120 km, fino a tagliare, contemporaneamente, i testicoli di Prato, Pistoia, Lucca e Massa. Perché di questo, elettori, si tratta: e mentre vi apprestate a ri-votare un politico che di certo, a questa Regione, ha portato solo ruberie (420 milioni di Massa e altri spiccioli altrove) e debiti per i prossimi 20 anni dei nostri figli e nipoti.
Dunque: com’è difficile raccontare l’accordo di programma per il rilancio dell’area ex-Ceppo!
Da quel che abbiamo capito dalle parole degli incazados – e che non richiede una laurea in economia e commercio, ma solo nozioni elementari di ragioneria da istituto Pacini, se non addirittura da Einaudi – Bertinelli, Sindaco di sinistra (con peso, però, limitato e abbastanza condizionato) è, in buona sostanza, ostaggio di S.E. Enrico Rossi Asburgo-Renzena.
Ora, poiché il potere in Regione, si conta e si gioca sulla Sanità, il cui budget tocca il 70 o più percento del mucchio €, è chiaro che la partita, dopo i clamorosi buchi nell’acqua (e nei dindi) dei 4 nuovi ospedali, non solo investe, qui da noi, la “rivoluzione copernicana” dell’ex-Ceppo, ma costringe l’ultima ruota del carro – quella più vicina alla gente: il Comune di Pistoia – a piegare il ginocchio dinanzi al lungimirante empereur che, messo in un angolo dai pratesi a cui ha fatto maggior concessioni del solito, ha imposto, ai poco temibili pistoiesi, di accettare un accordo che si realizzerà come un capestro – o peggio come un vero e proprio nodo scorsoio – intorno al collo dei sudditi di Valdombrone.
In buona sostanza e senza voler andare troppo nel tecnico e nel sottile, che rischia di confondere l’idea dei lettori, i consiglieri di Pistoia Domani ci hanno fatto capire che:
- 1. l’accordo di programma per l’area del Ceppo è vecchio quanto il cucco poiché risale al 2005, quando ancora la crisi non era quella che è e quando le spese erano a carico dell’Asl e dei privati e non, come si vuole ora, del Comune di Pistoia chiamato a urbanizzare e a garantire i debiti della sanità
- 2. accettarlo così vuol dire credere che i ciuchi volino e che, in periodi di vacche tanto magre, sia ancora possibile – per usare un’espressione icastica – «mangiare l’uovo in culo alla gallina» impegnando i portafogli dei pistoiesi in rastrellamenti finanziari forzati
- 3. impelagare gli elettori-sudditi del Pd (che comunque continueranno a votare il partito…) in avventure speculativo-spenderecce a sicuro andamento-default
- 4. bleffare nonostante l’apparente democraticità bertinelliana di fare la mossa di portare l’accordo in Consiglio chiedendone la ratifica quanto più ampia possibile: esso è – e lo si annusa a distanza – una sorta di firma di avallo su una cambiale in bianco; non si sa mai che domani i milioni da versare all’Asl di Rossi-Abati debbano essere estorti a forza dalle scarselle di lavoratori e pensionati con inasprimenti di tasse locali fino al parossismo.
Questo, cari lettori di Linee, abbiamo capito stamattina. E questo vi riferiamo di quel che abbiamo sentito. Perché:
- 1. quattrini certi non ve ne sono
- 2. la riqualificazione dell’area dovrebbe procedere con finanziamenti che verranno/non verranno dall’Europa (quindi con fondi straordinari: e se non vengono che faremo?)
- 3. se i finanziamenti (com’è facile quando non sono certi) non verranno, e se l’Asl di Abati-Rossi, che ha già messo in ginocchio la sanità della nostra provincia, non trovasse i dindi sufficienti per le proprie voraci esigenze, il Comune di Pistoia sarà chiamato a garantire (di tasca dei suoi cittadini, mica del Pd o degli amministratori locali!) le toppe da realizzare sul fondo-pantaloni dell’Asl 3, presto in procinto di sciogliersi in quel buco nero che diventerà l’Asl metropolitana, una sorta di Gotham City con Batman e Pinguini che si faranno le scarpe a vicenda per un pugno di dollari e/o qualche dollaro in più. Mentre – ovviamente – S.E. Enrico Rossi Asburgo-Renzena sarà ri-scelto alla guida del sicuro e definitivo default toscano.
Se siamo troppo radicali, scusateci: non siamo nati ottimisti e non abbiamo (fortunatamente) studiato troppa filosofia. Lo siamo – radicali – perché, dal nostro povero e piccolo punto di vista di “ragionieri di Pistoia”, crediamo (come in passato abbiamo fatto realisticamente con la Breda) di vederci più giusto e meglio di una serie di politici-ottimisti che credono, come Pinocchio, che gli € crescano a vista d’occhio sugli alberi piantati nel campo dei Mer[kel]aculi.
A tutti i pistoiesi auguriamo di vegliarsi dal sonno il prima possibile, perché questi politici e questa politica portano solo al disastro di cui, ormai, siamo cinque sesti.
Oltretutto sembra che il bilancio consuntivo 2014 di Pistoia, nonostante le manovre sagge di Palazzo, s’andrà a chiudere con altri due e mezzo milioni di buco: se vi sembra che sia una bona gestio cercare di indebitare i pistoiesi «a babbo morto» e a occhi bendati, promettendo un “quartiere europeo” fatto di casine belline, ma senza parcheggi, o di negozini carini, ma senza clienti, in una realtà cittadina già compromessa che ha tutta l’ex-Breda ancora da finire e centinaia di immobili in vendita, ma senza acquirenti…; se vi sembra che questa sia, si diceva, una bona gestio della cosa pubblica, beh, pistoiesi, siete irrecuperabili!
Il bello – ci dicono – sarà vedere come si comporteranno anche le altre minoranze…
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P.S. – Se volete divertirvi e saperne molto di più, tutti lunedì al Consiglio. Per “chi non pòle”, c’è anche lo streaming[zito]…
Leggi assolutamente anche: https://www.linealibera.it/veni-creator-spiritus-come-difficile-raccontare-lex-ceppo-a-pistoia/
2 thoughts on “COM’È DIFFICILE RACCONTARE L’EX-CEPPO A PISTOIA…”
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