comitato no cassero. «LA DISCARICA NON DEVE RIAPRIRE»

La discarica del Cassero
La discarica del Cassero

SERRAVALLE. [a.b.] «Una discarica, ed a maggior ragione se di rifiuti speciali industriali e ospedalieri (e la discarica del Cassero è pure autorizzata ad “accogliere” alcuni rifiuti pericolosi fino ad un massimo di 32 t/g”- circa 8.000 tonnellate l’anno) non può né deve bruciare. Non ci sono se e ma, non ci sono perché e per come: non deve bruciare. Punto e basta».

Inizia così il primo documento prodotto dal comitato No Cassero che si è appena costituito. Un comitato pronto a dare battaglia, deciso a farsi sentire sin da stasera durante il consiglio comunale.

Il punto fermo è che l’impianto non debba bruciare ma questo come noto è successo per ben due volte

«Nel 1996, appena dopo sei mesi dall’apertura per autocombustione chimica ed oggi presumibilmente sempre per autocombustione, stavolta per una presunta incapacità nel recupero dei gas».

Un impianto che ha registrato negli anni anche alcune vicende controverse nel periodo 2008-2010 « quando la discarica del Cassero stipula accordi con una ditta “sporca” ed immette in discarica, con metodi illegali, migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi ».

L'incendio alla discarica del Cassero
L’incendio alla discarica del Cassero

«Come residenti, riuniti in un comitato cittadino nato dall’assemblea di venerdì 22 e che intendono impegnarsi per la tutela della propria salute, ma sopratutto di quella delle future generazioni, cioè i nostri figli e nipoti – si legge nel documento – intendiamo rivolgerci all’amministrazione comunale affinché questa metta in primo piano la salute pubblica e la salvaguardia del proprio territorio e li anteponga agli interessi economici e di profitto della ditta che gestisce in malo modo e disinteressandosi dei residenti, la discarica del Cassero.

«I due milioni di euro che la discarica elargisce al comune non devono rappresentare la parcella per comprare la nostra salute, che è il bene più prezioso che ci è stato dato e non ha prezzo. Secondo il comitato «la salute e la salvaguardia del territorio non sono e non devono essere in vendita».

«La ditta che gestisce la discarica – continua il comitato – ha dimostrato incapacità di gestione, disinteresse dei residenti; la discarica si è dimostrata una vera e propria bomba ad orologeria che ha colpito i residenti nella loro salute, che ha colpito pesantemente il territorio circostante. E non la possiamo nuovamente innescare. Per questi motivi affermiamo che la discarica non deve riaprire. La Regione Toscana, dalla quale dipendono le sorti di questo mostro di devastazione, non può sorvolare sugli interessi dei residenti, non può calpestare la vita stessa dei propri cittadini».

«Vogliamo sperare – termina il documento – di trovare ascolto in coloro che affermano di amministrare nell’interesse dei cittadini. Se così non fosse questi signori si porrebbero fuori dalla democrazia. E noi ci sentiremmo in diritto di intraprendere qualsiasi azione atta a imporre il rispetto dei nostri diritti; della nostra qualità della vita e della salute: tutto questo per lasciare ai nostri figli e nipoti un territorio sano e non devastato, pulito e non portatore di gravi malattie».

Il Comitato No Cassero si riunisce tutti i lunedì, 21 presso il Circolo Arci di Cantagrillo.

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3 thoughts on “comitato no cassero. «LA DISCARICA NON DEVE RIAPRIRE»

  1. Il tono mi piace poco, ma soprattutto credo che non si debba illudere nessuno. Chiedere la chiusura dell’impianto è velleitario. E lo dice uno come me che mai lo avrebbe voluto, che è stato, è e sarà sempre contrario. Ma inutile raccontare favole: la chiusura è impossibile

    Federico Gorbi (da facebook)

  2. Ci mancherebbe la chiusura della discarica,e dopo i Casalini le merende dove le fanno.!

  3. Leggo nell articolo sopra riportato che la discarica e’ autorizzata ad accogliere fino a 8.000 tonnellate l anno di alcuni rifiuti pericolosi. Leggo inoltre che “la discarica elargisce al comune” due milioni di euro. Infine c’è la questione delle fantomatiche merende in discarica. Concordo con gli interventi precedenti, la chiusura dell impianto e’ pura utopia. Forse sarebbe più utile prima di tutto acquisire certificazione da Asl o Arpat attestante se nella zona limitrofa alla discarica ci sono o meno criticità ambientali.

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