commissariabili. AGLIANA PAESE INFELICE: NEANCHE KAFKA SAREBBE STATO TANTO BRAVO

Esser consiglieri di maggioranza o di opposizione non cambia niente sotto la triade Aveta/Benesperi/Ciottoli: i diritti di legge sono calpestati ogni giorno e gli organi di controllo, Presidente del Consiglio, Governo, Prefettura e Difensore Civico, si passano la palla per stancare la “stampella di giunta” Fabrizio Nerozzi, confuso e afflitto da un chiaro strabismo istituzionale


Alfredo Fabrizio Nerozzi

 

AGLIANA. La richiesta di accesso a un duplice parere legale, rilasciato da un professionista esterno sulla gestione di un dipendente che sembra sempre più “super-raccomandato” – cioè il mai-comandante Nesti – è un atto che per la legge (Testo Unico Enti Locali, art. 43) dovrebbe essere evaso in diretta o massimo tre giorni, perché sottoscritto da un avvocato del foro di Firenze, che sarebbe inoltre in conflitto di interessi perché forse collegato da precedenti esperienze lavorative con la stessa segretaria Paola Aveta, “ape regina” del Comune che controlla tutta l’amministrazione. Il parere è giacente da tempo sulla scrivania del segretario al babà, che nulla fa.

Al Comune di Agliana, la dottoressa Aveta ha detto no con delle scuse a nostro giudizio vergognose, abbagliando con il più viziato e illegittimo diniego anche il presidente del Con(s)iglio Pacini che resta indifferente alla tragedia amministrativa che si presenta ai suoi occhi di incompetente succuba e con buona pace della procura della repubblica, che non rileva le gravi incongruenze agrumiesi insieme alla prefettA  Licia Donatella Messina.

Nerozzi, davanti al diniego del “sindaco di fatto” Paola Aveta, si è rivolto il 23 ottobre scorso alla Commissione Accessi del Governo e al prefetto, visto anche il contenuto del ridicolo diniego: ma è stato trasferito, per una formale competenza richiamata dalla commissione governativa al fifensore civico regionale.

La commissione governativa, dunque, rileva e rinvia all’esclusiva competenza del difensore civico regionale, Lucia Annibali, la quale, ricevuto l’esposto, prima richiede al consigliere Nerozzi delle ridondanti integrazioni e poi, con la sua funzionaria Vanna Pastacaldi, osserva che quando uno viene eletto come consigliere comunale, viene di fatto spogliato dei diritti civili e politici, ritornando alla condizione fetale: dunque non può rivolgersi al difensore civico, atto a interessarsi solo dei cittadini. Nerozzi si rivolga alla presidentA Milva Pacini!

Ed ecco la beffa: un “consigliere comunale”– afferma il difensore civico regionale – può andare solo dall’inefficiente PresidentA del Con(s)iglio Milva Pacini, la principessa dell’inciucio che ha dimostrato in più occasioni di essere ostaggio della triade al babà.

La PresidentA Pacini non assicura il rispetto del Tuel e lascia che il consigliere Nerozzi venga umiliato dal “sistema”

Il “consigliere stampella” Nerozzi è stato – emmenomale – anche sollevato dall’invio del ricorso al Difensore, perché la romana Commissione Accessi ha provveduto in proprio a inoltrarlo alla Difensora Lucia Annibali.

Insomma Nerozzi si è trovato lanciato nel più fantastico “gioco dell’oca” costituzionalmente garantito e coordinato dalle agenzie burocratiche pubbliche che ci getta nel “Mondo alla Rovescia” caro al generale Vannacci: quelle che dovrebbero appunto garantire l’interesse generale della comunità amministrata, da assicurare grazie alla massima considerazione dovuta ai consiglieri eletti.

Ritornare alla presidentA del consiglio comunale schleinizzata e succuba dell’Aveta, dunque impotente all’esercizio di tutela dei consiglieri comunali, è una beffa ignobile che deve grida vendetta per la vergogna del più clamoroso mancato rispetto delle leggi.

Ma questa è Agrumia, cari lettori! E ora che il Nerozzi è tornato alla casella di partenza, che cosa farà? Chiamerà il battaglione dei paracadutisti “183 Nembo di Pistoia”, per ottenere manu militari quello che gli è dovuto per legge, ovvero il Testo Unico Enti locali?

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibnera.info
]


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