TAVARNUZZE — AGLIANA. La storia si racconta con i fatti e i compagni della cellula 7 Giugno sono incorruttibili e rigorosi, nel ricordarla e rivendicarne i meriti di azione politica, scritta con il sangue dei partigiani.
Solo il Comunismo con la “C” maiuscola potrà consentire l’affermazione dei principi sanciti dalla Costituzione e a niente rileva se la guerra è conclusa da 73 anni: i nazifascisti (così hanno detto) sono ancora lì, pronti a uscire fuori dalle fogne e così opprimere la democrazia.
Berlinguer? Un mito intramontabile.
Peste e corna contro il Pd renziano e tanta è stata l’indignazione di chi ha rievocato le scelte dei cugini dem accusati di avere fatto strame dei principi di uguaglianza e libertà tra le persone.
L’amico Angelo Zampini, è stato coinvolto nella rappresentazione e prestandosi a reggere la bandiera ha – con la sua ricca barba – davvero caratterizzato la fotografia, riesumando nel contesto storico l’immagine somigliante al più grande letterato russo di Tolstoj.
Insomma a volte, i comunisti ritornano e scusateci ma non sappiamo davvero spiegarvi quale sia l’evento verificatosi il 7 Giugno, dal quale prende il nome la cellula di Tavarnuzze, ma sicuramente lo saprà l’omologo di Agliana, Alberto Guercini, esperto comunista, anche rinnovato sotto l’ombrello di Pietro Grasso.
Guercini ha detto – sollecitato dai nostri schermi – che è anche lui indignato per lo scomposto tentativo di abbordaggio del segretario del Pd Matteo Manetti e rigetta ogni ipotesi di inciucio.
Dunque, per sapere se i Comunisti torneranno ad Agliana, dobbiamo attendere ancora un anno circa, con l’avvento delle amministrative del 2019.
[Alessandro Romiti]