PISTOIA. Vorremmo essere ottimisti e pensare (e fortemente credere) che il processo che domani, giovedì 22, andrà ad iniziare, con unico imputato Giuliano Sichi, squarci quella coltre di silenzio incancrenito che il ceto politico montano, e non solo, ha imposto sulla vicenda come un tappo di una pentola a pressione.
Con la speranza – per il ceto politico montano (e non solo?) – di un unico accusato, un unico colpevole e… tutti a casa?
Troppa grazia, Sant’Antonio! Troppo facile sarebbe e anche troppo comodo, perché è evidente che in questo processo e in quello probabile che si andrà a svolgere contro dirigenti Caripit e revisori dei conti della defunta Comunità Montana, manca un tassello, il più importante a parere nostro: la politica, ovvero i politici. Quelli che non sanno mai nulla, ma che sono sempre là dove i quattrini prendono il volo.
Noi ci auguriamo che il processo al Sig. Sichi sia propedeutico all’accertamento di una verità che non può non coinvolgere chi aveva il dovere di vigilare e provvedere di conseguenza: i politici, appunto.
Quei politici che per il momento si chiamano tutti Nessuno/Odisseo; e che il Comitato Recupero Ammanco in Comunità Montana, oramai alla fine del suo percorso, intende affrontare e ha affrontato inviando alla Procura della Repubblica un esposto-denuncia contro ignoti, che ha come destinatari finali proprio coloro che non hanno visto e sentito mai nulla – anche se pare che abbiano mangiato (in senso proprio e non figurato) in sontuosi pranzi e banchetti d’alta quota. Ovviamente a carico del contribuente.
Nessuno crederebbe mai che tutto possa risolversi con il “crucifige” di un singolo e il salvacondotto politico per i troppi Nessuno che nella Comunità Montana si sono accampati per tanto e forse troppo tempo.
L’interesse della Verità nella sua completezza dovrebbe finalmente essere anche il desiderio e il fine di quei politici onesti che in Comunità Montana hanno operato seriamente e con passione.
Che dire? Il processo, per ora, è contro una sola persona e noi speriamo che, nell’incedere del procedimento, sia ampiamente dibattuto il ruolo che la politica ha avuto in questo disastro, un disastro dal quale la Montagna possa uscire pronta a riappropriarsi del ruolo che ha sempre avuto nel territorio provinciale.
Se poi, nel frattempo, usciranno novità anche dal fronte delle indagini giudiziarie relative all’esposto-denuncia del Comitato Recupero, meglio ancora.
Qui non si tratta di “smaltire” fascicoli, come abbiamo letto su alcuni giornali locali dopo la tavola rotonda dell’Anm del 17 gennaio scorso in Palazzo Pretorio: qui si tratta di fare giustizia e soprattutto si impone il dovere che certe vicende trovino compiuta analisi e giudizio, quale che sia il tempo occorrente. Altrimenti saremmo costretti a dire di essere sottoposti a una giustizia a tempo.
Solo a quel punto potremo veramente affermare che il caso “è stato smaltito” e… meritare giustamente un elogio di efficientismo da parte dell’Europa.
Felice De Matteis
COME GIORNALISMO VUOLE E DIO COMANDA
PRENDETEVI dieci minuti liberi e rileggetevi, con calma, l’intervista che facemmo – soli fra tutti – a Giuliano Sichi. La trovate qua: Giuliano Sichi: «Basta! Non sono un reo confesso».
Meditate attentamente le parole del reo confesso che nega di esserlo e cercate di guardare oltre l’apparenza. Soppesate gli espliciti e gli impliciti, le dichiarazioni e i silenzi. Anche il silenzio è – fin troppo spesso – loquace e significativo. Anche più delle affermazioni, tanto che si dice che le vere ragioni stanno nei taciuti e nei sottintesi.
Fatto questo, solo se siete ciechi come i gattini alla nascita, potete credere – e ce ne vuole – che, in un Paese/paese in cui tutti sanno tutto di tutti a metà prezzo (perfino il sotto-lenzuola…), solo i politici sono incapaci di accorgersi dei milioni che se ne sono andati a carte quarantotto.
E allora, se così è, i politici o sono dementi – e perciò vanno richiamati ai danni, se non altro per omesso controllo –, o ci raccontano fuffa, nuda e cruda, soffice e pura fuffa.
E se solo una persona – che oltretutto viene spacciata per rea confessa – fosse stata l’architetto unico e irripetibile di tanto disastro: che mente sopraffina! Che potenza! E, al contrario, che tordi i politici cecati (lasciatecelo dire)!
Riusciremo a capire, poi – e ne saremmo legittimamente molto curiosi –, il perché il primo difensore di Sichi ha dato forfait e ha lasciato il campo all’improvviso? Perché sarebbe, più che interessante, necessario capire come mai, dopo un inizio così efficiente fino a portare l’economo della Comunità Montana in Procura a confessarsi, improvvisamente, mentre iniziava l’ascesa del processo – e dunque la fase più tosta della faccenda –, c’è stato un ritiro dalla corsa o, fors’anche, un abbandono.
E non importa essere maliziosi per porsi delle semplici domande che fanno parte dello svisceramento dei fatti secondo la binaria tucididea legge storica della pròfasis (la scusa espressa a motivazione di un atto) e della aitìa (la causa vera e taciuta di quell’atto di cui si parla). Su questo aspetto – l’abbandono del primo difensore – Sichi si è mantenuto abbottonatissimo: fin troppo, verrebbe da dire.
L’appuntamento è, dunque, per domani, 22 gennaio, alle 11, se non sbagliamo.
Più o meno noi ci saremo, per ascoltare e per riflettere su ciò che vedremo e, più ancora, su ciò che non vedremo e7o non sentiremo. Ma se è vero che i più grandi fisici del 900 hanno capito l’universo da ciò che non vedevano ma ipotizzavano solo sulla congettura di un loro ragionamento, perché lo stesso metodo (quello scientifico della logica: e la legge e il diritto sono logica) non dovrebbe valere anche in questo caso della depredata Comunità Montana?
Si parlerà, si dirà, si vedrà. Poi si continuerà ancora su questa linea. Noi ci aspettiamo che anche Sichi parli e dica: e non solo per giri di parole. Noi ascolteremo. Poi faremo le nostre valutazioni.
Come giornalismo vuole e Dio comanda.
Edoardo Bianchini
iniziata alle 11,30 e finita alle 14,37 la prima giornata del processo che vede imputato dell’ammanco della ex comunità montana Sichi Giuliano, quello che sono riuscito a capire che i mandati di pagamento a favore di Sichi dal 2001 al 2011 sono stati di otre 500.000,00 euro ora dovremo capire a che titolo anche perchè alcuni mandati èrano a firma non solo di sichi ma anche di alcuni funzionari per cui con doppia firma e senza nessuna pezza giustificativa, la paura che ha lei caro De Matteis è legittima nessun politico, ma proprio nessuno, ma siamo solo all’inizio spero vivamente che il Sichi persona che sicuramente sà parli e lo faccia sino in fondo, dobbiamo far pulizia in questa politica montana che ha ridotto questo territorio nell’indigenza più completa, una cosa certa è che se la ragioniera venuta dal comune di Serravalle Pistoiese non fosse approdata in Comunità Montana forse sarebbe ancora attiva e le ruberie continuerebbero ancora, comunque la prossima udienza è fissata per il 26/01/2015 alle ore 11,30